POST VERONA: LA JUVE VA IN RITIRO

 

Dopo la pessima prova contro il Verona e il secondo K.O consecutivo che ha mandato la Juventus al decimo posto in classifica, con 15 punti in 11 partite, la decisione della società non si è fatta attendere e da domani la squadra andrà in ritiro fino a sabato.

In settimana, infatti, ci sono da preparare due delicatissimi appuntamenti, tutti e due in casa, prima la Champions contro lo Zenit San Pietroburgo e poi il Campionato contro la Fiorentina.

La decisione era nell'aria, visto il pessimo momento e la prestazione scadente e preoccupante di buona parte dei giocatori, prima in casa col Sassuolo e poi a Verona.

La speranza è che il ritiro possa servire a ricompattare la squadra e a ritrovare uno spirito che sembra ormai smarrito

Dopo le pesanti dichiarazioni di Paulo Dybala nel post Verona, secondo il quale "se si gioca nella Juve non si può avere paura", tutti sono in discussione, dai calciatori all'allenatore, fino alla dirigenza, da molti indicata come principale causa del declino.



Sull'argomento è intervenuto anche l'ex juventino Marco Tardelli: "L'ho fatto anche io il ritiro, mi è capitato. Utile? Per ritrovarsi sì, dipende da come se ne esce fuori. Rispetto al passato è sicuramente più complicato". 

L'ex centrocampista bianconero ha detto la sua anche sulla rosa della Juventus, da molti considerata non all'altezza della Serie A e della Champions: "Che cosa manca? Quello che è sempre mancato alla Juventus, il centrocampo, non c'è nessuno che ha idee. E in questo momento manca anche la difesa." 

Infine, un pensiero anche ad Andrea Pirlo, esonerato forse con troppa fretta: "Se le colpe erano di Pirlo? Le colpe sono sempre di tutti. Sono iniziate quando hanno iniziato a mandare via Allegri. Pirlo aveva fatto bene. C'era un processo da seguire e poi non è stato seguito".


GLI APPUNTAMENTI IN BIANCONERO DI NOVEMBRE

 

Dopo un mese di ottobre complicato, anche a novembre sono previsti appuntamenti delicati per la Juventus e la sua stagione.

La prima partita si giocherà il 2 novembre e sarà decisiva per la qualificazione agli ottavi di finale di Champions League. Per l'occasione, i bianconeri ospiteranno i russi dello Zenit San Pietroburgo, già battuti nel match di andata.

Con il passaggio di turno in tasca, la Juventus cercherà una prova convincente per cancellare il pessimo momento che sta attraversando in Campionato.

Il 6 novembre sarà la volta di un altro match molto delicato e sentito, perché i bianconeri ospiteranno all'Allianz la Fiorentina. Dopo le due sconfitte consecutive con Sassuolo e Verona, sarà un'autentica ultima spiaggia per gli undici di Allegri.

Dopo la sosta per la Nazionale, il 20 novembre la Juventus farà visita alla Lazio dell'ex Maurizio Sarri. Si profila un'altra partita decisiva per il proseguo della stagione.

Il tour de force prosegue il 23 novembre con un'altra difficile trasferta, stavolta in terra inglese per Chelsea-Juventus, altro tassello per capire quale sia il destino dei bianconeri in Champions League.

Quattro giorno più tardi, torna la Serie A con Juventus-Atalanta, a chiusura di tre partite che potrebbero dire tanto sulla stagione della squadra di Allegri.

Infine, il 30 novembre è la volta del turno infrasettimanale che vedrà la Juventus impegnata a Salerno contro la squadra granata. La chiusura di un ciclo di ferro che deciderà le sorti dei bianconeri.



Di seguito l'elenco delle partite:

2 novembre, ore 21.00: Juventus-Zenit San Pietroburgo, diretta su SKY e Canale5

6 novembre, ore 18.00: Juventus-Fiorentina, diretta su DAZN

20 novembre, ore 18.00: Lazio-Juventus, diretta su DAZN

23 novembre, ore 21.00: Chelsea-Juventus, diretta su SKY e Canale5

27 novembre, ore 18.00: Juventus-Atalanta, diretta su DAZN

30 novembre, ore 20.45, Salernitana-Juventus, diretta su DAZN


VERONA-JUVENTUS 2-1: COMMENTO E PAGELLE


Dopo l'inattesa sconfitta contro il Sassuolo, la Juventus era attesa a una prova gagliarda e convincente contro il Verona per cercare di dare una risposta, ma questa non è arrivata. 

Contro una squadra che sta attraversando un ottimo momento di forma, i bianconeri sono partiti molto contratti, sbagliando tanti appoggi e prima hanno rischiato di andare sotto al primo tiro in porta (ottima parata di Szczesny) e poi hanno subito due gol in tre minuti, di cui, il primo, per l'ennesimo passaggio indietro sbagliato.

Il Verona ha messo la partita subito su livelli che la Juventus non è riuscita a reggere, soffrendo il pressing degli avversari e senza essere capace di imbastire una manovra precisa.

Fatto salvo per una buona combinazione tra Dybala e Morata, nei primi quindici minuti è stato un assolo degli undici di Tudor, trascinati da uno strepitoso Giovanni Simeone, autore di una doppietta. 

Nel primo tempo, la Juventus è sembrata un pugile suonato, incapace sia di difendersi che di reagire. Nessuno dei calciatori è riuscito a cambiare marcia, alcuni hanno toccato appena una manciata di palloni, come Rabiot.

L'unico che ci ha provato è stato Paulo Dybala, vicino al gol e che ha colpito una traversa. Tuttavia, l'argentino non riesce a togliersi di dosso i panni del "tuttocampista", lasciando Morata troppo spesso isolato. 

Anche l'inizio del secondo tempo non ha portato l'atteso cambio di marcia di una squadra non che non riesce a cambiare il proprio modo di giocare, lento e involuto. 

Morata continua a trovarsi solo in area di rigore, Dybala prosegue la sua inutile prestazione generosa, giocando più palloni lui a centrocampo rispetto a chi dovrebbe avere quel compito

Dopo la sconfitta con il Sassuolo, la crisi della Juventus è sotto gli occhi di tutti, almeno in Campionato. La prossima partita di Champions League potrà dare ulteriori indicazioni, ma per come stanno le cose adesso, non si vede via d'uscita.

Unica consolazione, l'assedio portato all'area di rigore del Verona dopo il 2-1, ma anche lì si è vista una squadra poco lucida e calciatori che fanno troppo spesso la scelta sbagliata

La squadra è senza anima e senza identità ed è costretta ad affidarsi sempre e soltanto alle giocate personali di qualche calciatore. Allegri non è riuscito a dare un gioco e ora non c'è più neppure Cristiano Ronaldo a togliere le castagne dal fuoco. 

Credo sia arrivato il momento di una profonda riflessione, l'ennesima, sulle scelte dirigenziali, da qualche anno fallimentari



PAGELLE:

Szczesny 6: Non viene impegnato molto, ma, soprattutto nel primo tempo, sbaglia tutti i rinvii, mettendo in ansia la difesa.

Danilo 5: In questo momento non è in forma né, tanto meno, riesce a colmare il gap con l'esperienza. Costantemente in difficoltà, ma almeno serve l'assist per il gol di McKennie.

Bonucci 5: Ha grandi colpe sul raddoppio del Verona, lasciando tirare Simeone in tutta tranquillità e dà costantemente l'impressione di essere in debito di ossigeno.

Chiellini 5: Questa sera sbanda anche lui in maniera preoccupante. La foto della sua prestazione è una rimessa laterale "rubata" ad Alex Sandro per fare in fretta e sbagliata facendo partire il contropiede del Verona.

Alex Sandro 5: A inizio stagione aveva dato incoraggianti segnali di ripresa, ma ora è tornato quello visto negli ultimi anni, impreciso e fuori dal gioco. Dall'82' Pellegrini SV 

Cuadrado 4: Continua nel suo momento di involuzione, compiendo una quantità enorme di errori. Dal giocatore decisivo ammirato a inizio stagione, si è trasformato in una zavorra. Dal 68' Kulusevski 5: I ritmi sono troppo alti e caotici per permettergli di entrare in partita.

Bentancur 4.5: Ennesima prestazione sotto la mediocrità. Non è mai nel cuore del gioco nè tanto meno si rende utile in fase di copertura. Dal 55' Locatelli 5.5: Prova a metterci un po' di foga, ma non riesce a essere incisivo.   

Arthur 5: Dopo un buon inizio, compie l'errore fatale che porta al primo gol del Verona. La sua prima da titolare era molto attesa, ma forse potevamo anche aspettare. Dal 68' Bernardeschi 5: Chi l'hai visto?

Rabiot 3: Non se ne può più, davvero. Dal 55' McKennie 7: Appena entrato va subito vicino al gol e poi sigla la sua seconda rete consecutiva, rimettendo la Juventus in partita. Altra voglia di giocare rispetto all'irritante francese.

Dybala 6.5: Come col Sassuolo, è l'unico a cercare di combinare qualcosa e tira in porta soltanto lui, colpendo anche una traversa e fermato all'89' soltanto da un miracolo del portiere del Verona. Purtroppo, non trova nessuno in grado di aiutarlo. 

Morata 4: Viene abbandonato in avanti, ma ci mette pure del suo, facendosi sempre anticipare, non mettendoci nemmeno la grinta necessaria e buttandosi troppo spesso a terra.

Allegri 3: Sbaglia tutto quello che può sbagliare. Sarebbe ora di aprire una seria riflessione sul suo ritorno, sempre nella speranza (o illusione?) che sia soltanto una tattica per puntare alla Champions.


PIOVE SUL BAGNATO PER LA JUVENTUS: A VERONA SENZA FEDERICO CHIESA

 

Alla vigilia dell'importantissimo match contro il Verona, Massimiliano Allegri ha annunciato la lista dei convocati e, a sorpresa, tra essi manca Federico Chiesa.

La causa è da far risalire al brutto intervento subito nella partita contro il Sassuolo e che lo aveva costretto a finire malconcio l'incontro. Oltre a Chiesa, non convocato anche Ramsey, mentre rientra in gruppo Bernardeschi

Approfittando dell'occasione, Massimiliano Allegri si è fermato ai microfoni di DAZN, rilasciando alcune importanti dichiarazioni.

A chi gli chiede che periodo sta vivendo la Juventus, il mister ha risposto che "c'è da stare zitti, lavorare, fare risultati migliori e migliorare le gestioni. Gestire e capire i momenti della partita. Non puoi prendere gol al 43' nel mezzo del primo tempo. Non puoi prendere gol al 95'. Sono dettagli che condizionano le prestazioni, il morale, l'umore. Bisogna essere bravi, continuare a lavorare, affrontare il Verona nel migliore dei modi".



Riguardo, invece, al morale della squadra, uscita delusa e arrabbiata dalla sconfitta con Sassuolo, Allegri ha detto che "nel calcio succedono determinate cose, noi dobbiamo essere focalizzati su ciò che si sta facendo, su ciò che si deve migliorare. Domani bella partita, contro una squadra che gioca bene, ha ritmo, è uno stimolo. Abbiamo rispetto per il Verona come per tutti, martedì c'è il primo obiettivo: passare il turno in Champions. Sarebbe un bel traguardo, avremmo un po' di tempo in più per il campionato e lavorare quotidianamente. Ne abbiamo bisogno". 

L'allenatore si è soffermato anche sulle infuocate polemiche scatenate dopo le ultime due partite della Juventus: "Il calcio è bello perché parlano tutti dopo la partita. È molto semplice: se vinci sei un bravo ragazzo, se perdi purtroppo... ditela voi la parola. Adesso dobbiamo essere bravi a diventare bravi ragazzi, vincere qualche partita in più. Col Sassuolo abbiamo tirato tante volte in porta, tante occasioni. Abbiamo subito più col Sassuolo che con Inter e Roma. Ma non andava bene? Il risultato giustamente condiziona le prestazioni. Io valuto le prestazioni, col Sassuolo si è cercato di portare a casa la vittoria. Abbiamo avuto l'occasione del pari, l'ultimo gol andava evitato con più esperienza. [...] La Juve ha ottimi giocatori, sta facendo benissimo. Non riusciamo ad avere risultati per l'impegno e abnegazione che ci stiamo mettendo. Ma non c'è da chiacchierare ora. C'è solamente da fare". 

Su chi dà la Juve già fuori dalla lotta scudetto, Allegri risponde così: "Alla Juve in questo momento non si può pensare a obiettivi, in questo momento la Champions. Anzi, intanto Verona, poi la Champions, poi un passetto alla volta e vediamo cosa fare. Il resto ci pensano le altre. Credo che l'Inter rimanga la favorita, ma Milan e Napoli stanno facendo bene. Hanno le carte in regola per vincere il campionato. Poi non si può mai sapere: fanno un filotto di 4 partite negative, 1 pareggio e 3 sconfitte e il vantaggio che hai è già mangiato. Tutta una roba che non riguarda noi. Noi pensiamo a Verona".

Dopo l'intervento di Andrea Agnelli all'assemblea degli azionisti, anche il mister ha voluto dire la sua sull'addio di Cristiano Ronaldo: "Ci ha tolto punti? Ho imparato una cosa: le cose dette e fatte sono a interpretazioni di ognuno. Chiellini ha detto cose in maniera positiva su Cristiano, che è stato straordinario, per me un onore allenarlo come ho allenato tanti campioni. È normale che il 28 agosto, a 3 giorni dalla fine del mercato, non avevi altre possibilità. La società è stata brava a prendere Kean, che ha fatto già due gol, importanti e sono contento. Se fosse andato via un mese prima, magari la società avrebbe avuto la possibilità di lavorare in un mercato completamente diverso. Solo per quello. Non è che Ronaldo ha una colpa, è una questione di mercato".

Infine, un commento anche sul caso Superlega: "Una mia idea? No, già faccio fatica a fare l'allenatore. C'è il presidente in prima linea e sa benissimo le cose che ci saranno da fare, che si potranno fare. Per migliorare il calcio e la qualità bisogna prendere decisioni importanti".


ANDREA AGNELLI: "BISOGNA LOTTARE E SOFFRIRE PER LA JUVENTUS"

 

Nel discorso introduttivo all'Assemblea degli azionisti, il Presidente della Juventus Andrea Agnelli ha toccato diversi argomenti attuale e scottanti, alcuni dei quali inerenti proprio alla squadra bianconera e al difficile momento che sta attraversando. 

Oltre mezz'ora, durante la quale Agnelli ha spiegato cosa sta facendo la Juventus e quali saranno le prossime mosse per permetterle di rimanere al passo coi tempi e proseguire il suo percorso di crescita internazionale.

Il primo punto, naturalmente, è quello della solidità finanziaria, per cui la parola d'ordine deve essere «sostenibilità nel lungo termine». Agnelli ha comunicato che «è nostra intenzione convocare un "investor day" per spiegare quali sono gli obiettivi precisi sui quali giudicarci e che saranno definiti in modo preciso nei prossimi mesi. Se nel 2019, prima della pandemia, avevamo detto che era il momento di "pensare in grande" adesso dobbiamo intraprendere "il cammino verso la credibilità"». 

Il secondo punto trattato dal Presidente ha riguardato la dimensione gestionale: «L'industria del calcio ha la cattiva abitudine di misurarsi sul piano del fatturato che porta a una ricerca spasmodica di maggiori guadagni, noi vogliamo focalizzarci su altri obiettivi. Si dice, in economia, che il fatturato è vanità, il profitto è sanità, la cassa (il cash) è regina. Ecco noi andremo alla ricerca del profitto e della cassa più che del fatturato».

Un pensiero è stato rivolto anche al delicato argomento dell'ecologia e della protezione dell'ambiente, al centro di un dibattitto che, nelle ultime settimane, ha coinvolto i più grandi Paesi al mondo: «Oltre alla pubblicazione del bilancio di sostenibilità che portiamo avanti da anni, verrà istituito all'interno del Consiglio di Amministrazione di un Comitato Esg ad hoc che dovrà valutare ciò che è stato fatto e poi essere un punto di rifermento per il futuro».


Riguardo, invece, al ruolo della Juventus all'interno delle politiche sportive, Agnelli ha confermato che «la Juventus vuole continuare a essere all'avanguardia delle politiche sportive e dell'industria calcistica. La classe politica che governa il calcio, in questo momento, non vuole competere, non vuole decidere, ma vuole comandare e incassare». 

Sul delicato momento sportivo che la squadra sta attraversando, il Presidente ha voluto rassicurare il popolo bianconero: «Il mantenimento della competitività deve essere sviluppato su quattro settori: le giovanili, l'under 23 che sta dando i primi frutti, le Women, gestite brillantemente da Braghin e della prima squadra. Non chiedo riconoscenza, né appagamento. Sono un tifoso della Juventus e non posso chiedere ai tifosi quello che non garantisco neanche io. Ma la fiducia. Come diceva Oriana Fallaci "i sensi della vita sono quattro: Amare, Lottare, Soffrire e Vincere". Credo che si adattino bene alla Juventus, perché dobbiamo amare la Juventus, lottare per la Juventus, sappiamo di dover soffrire per la Juventus e sappiamo, soprattutto di dover vincere».

Non poteva mancare, naturalmente, un accenno al progetto Superlega, su cui Agnelli ha spiegato che «la competizione era partita con una condizione: l'approvazione da parte di Uefa e Fifa. Ed è un elemento che non è mai stato preso seriamente in considerazione. Il progetto Super League era partito da dodici club che ritenevano obsolete le strutture sui cui si regge il calcio. Ma le istituzioni rifiutano il cambiamento e vogliono mantenere una classe politica che non compete, non decide, ma vuole comandare e incassare. Sulla Super League siamo in attesa di un un pronunciamento della Corte di Giustizia Europea, ma per avviare un cambiamento proficuo ed efficace credo che ci sia solo la strada del dialogo costruttivo per arrivare a una soluzione soddisfacente per tutti».

Infine, il Presidente ha dedicato un pensiero all'esperienza di Cristiano Ronaldo, considerata al di sotto delle aspettative: «Avere Ronaldo è stato un onore e un piacere, non possiamo che applaudire simbolicamente Cristiano e ringraziare. L'unico rimpianto è stato non aver avuto il pubblico per un anno e mezzo sui tre. Ma ha ragione Morata quando, pochi giorni prima dell'addio di Ronaldo, ha detto: è la maglia della Juventus che richiede responsabilità, non i compagni. È giusto. Non sono i miei colleghi, ma ciò che significa la società per la quale lavoro che richiede il massimo dell'impegno. E la società è più grande di chiunque abbia avuto l'onore di partecipare al percorso dal 1897 in poi. La Juventus viene prima di qualsiasi persona. E dobbiamo sempre pensare i valori di questa città: lavoro, abnegazione, sacrificio e disciplina: questo lo dobbiamo vedere sia in campo che fuori dal campo».


VERSO VERONA-JUVENTUS: LE PROBABILI SCELTE DI ALLEGRI

 

Dopo l'inaspettata sconfitta casalinga contro il Sassuolo, la Juventus si rituffa in Campionato con l'insidiosa trasferta di Verona.

La squadra dell'ex Igor Tudor viene dal buon pareggio raccolto a Udine e ha vinto le ultime tre gare in casa, mentre i bianconeri stanno attraversando un momento di preoccupante involuzione che ha portato a un solo punto in due partite.

Massimiliano Allegri dovrebbe cambiare, ancora una volta, gli undici in campo proseguendo nella rotazione degli uomini, alla ricerca di una formazione affidabile e in grado di assicura una certa continuità di gioco.


In porta rientrerà Szczesny dopo la buona prova di Perin contro il Sassuolo. In difesa, Chiellini dovrebbe concedere un turno di riposo a Bonucci e giocare al fianco del confermato de Ligt, mentre sulle fasce agiranno Danilo e Alex Sandro, viste anche le poche alternative.

A centrocampo, dovrebbe essere il turno di Arthur titolare, al fianco di Locatelli, seppure quest'ultimo sia apparso stanco. Sulle fasce, dovrebbero agire Cuadrado e Chiesa. Bernardeschi dovrebbe partire dalla panchina, ma non possiamo escludere che, come accaduto con Rabiot nel match contro il Sassuolo, possa essere l'allegrata di turno.

Infine, attacco confermato con la coppia Dybala-Morata, nonostante la pessima prova dello spagnolo contro il Sassuolo. In panchina, lo scalpitante Kaio Jorge, sempre in attesa della sua prima da titolare, mentre il rientro di Kean è rinviato a dopo la Champions.

La partita si giocherà allo stadio Bentegodi domani 30 ottobre alle ore 18.00. Verrà trasmessa, in esclusiva, su DAZN.


JUVENTUS-SASSUOLO 1-2: I NUMERI DELLA PARTITA

 

Per la Juventus, lo stop inatteso di ieri sera in casa contro il Sassuolo rappresenta una mazzata difficile da accettare e digerire.

Tuttavia, può essere considerata la logica conseguenza della partita giocata a Milano contro l'Inter, dove già alcune lacune, diventate voragini ieri sera, si erano viste chiaramente.

Per cercare di trovare una spiegazione plausibile alla sconfitta con il Sassuolo, ci viene in soccorso il report match dell'incontro, in cui alcuni dati sono davvero esemplificativi del difficile momento della Juventus.

Partiamo dal possesso palla, nettamente a favore dei bianconeri che l'hanno gestita per il 56,4% contro il 43,6% degli emiliani. Numeri che confermano il dominio territoriale della Juventus (505 passaggi contro i 397 del Sassuolo), ma che sottolineano come questo possesso sia stato, per gran parte del match, sterile.

Un altro dato molto interessante è sul numero dei fuorigioco: 8-0 per i bianconeri. Si tratta della conferma sia della pessima partita di Morata sia dell'incapacità di far girare la palla velocemente

Se, infatti, un giocatore, soprattutto l'attaccante, va così tante volte in fuorigioco, significa anche che non riceve la palla coi tempi giusti, ma sempre con quel pizzico di ritardo decisivo.


Andiamo avanti col dato sulla precisione dei cross, ancora una volta a favore nettamente dei bianconeri con un 25% rispetto all'8,3% del Sassuolo. Ieri, dunque, le palle in area sono arrivate, ma ne è stata sfruttata soltanto una, ovvero quella del gol

Questo ci riporta, ancora una volta, al problema attaccanti che, pur nella possibilità di ricevere una quantità accettabile di palloni in area, non capitalizzano

Inoltre, a conferma di questo limite ci sono anche i tiri effettuati: 14 a 8 per la Juventus, di cui 10 da dentro l'area di rigore per i bianconeri contro i 4 del Sassuolo. 

Sempre riguardo alla sterilità in zona gol, un dato fondamentale è la precisione al tiro: la Juventus si ferma a un modestissimo 21,4% contro il 50% dei giocatori di Dionisi che, infatti, con due tiri in porta hanno vinto la partita. 

Il dato così basso dei bianconeri può essere fatto risalire alla poca lucidità sotto porta di alcuni giocatori, in primis Dybala e Chiesa che ieri, come in altre partite, sono stati costretti ad abbassarsi spesso.

Così facendo, le energie sprecate nei continui ripiegamenti, vengono sottratte alla necessaria lucidità del tiro in porta o dell'ultimo passaggio.

Il lavoro che attende Allegri e i giocatori è davvero lungo e complicato, ma questi numeri potrebbero essere un valido aiuto per capire quale sia la strada giusta da intraprendere. 


(Marcello Gagliani Caputo)


JUVENTUS-SASSUOLO 1-2: COMMENTO E PAGELLE


Nel turno infrasettimanale valevole per la decima giornata di Campionato, la Juventus incappa in una sconfitta pesantissima che, probabilmente, mette una pietra sopra le speranze di rimonta dei bianconeri.

Dopo il pareggio ottenuto a San Siro, per gli undici di Allegri era una partita assolutamente da vincere, così da non perdere ulteriore terreno dalle altre squadre di testa, ma come già successo con l'Inter, è stata giocata nel modo sbagliato.

Nel primo tempo, la Juventus è partita bene, creando qualche occasione e colpendo un palo con Paulo Dybala, ma il gol lo ha segnato il Sassuolo che ha bucato una difesa troppo pigra e disattenta.

In tutti i primi 45 minuti sono emersi i limiti ormai noti dei bianconeri che continuano a giocare soltanto a sprazzi, passeggiando sul campo e lasciando Morata troppo isolato in avanti. 

Nonostante il "tridente" con Dybala e Chiesa, sia l'argentino che l'ex viola sono stati costretti a giocare bassi. Il numero 10 per avere qualche palla giocabile e Chiesa per recuperare il pallone e ripartire in contropiede. 

Nel secondo tempo c'è stato un sussulto d'orgoglio, ma il modo di giocare è rimasto uguale, ovvero confuso, nevrotico e con ardore inesistente. Non è un caso, infatti, che il pareggio sia arrivato su calcio piazzato, esattamente come successo a San Siro.

Il gioco di questa Juve è preoccupatamente involuto, il centrocampo è incapace di fornire una quantità accettabile di palloni agli attaccanti. Proprio per questo motivo,  Dybala che dovrebbe giocare da seconda punta, è stato, invece, costretto a costruire il gioco per provare a dare una scossa.

Come già accaduto fin troppe volte, la Juventus ha lasciato un tempo intero agli avversari, reagendo soltanto quando è andata sotto. L'atteggiamento è davvero preoccupante, come anche alcune "allegrate"

Già con l'Inter era scesa in campo una formazione a dir poco discutibile e anche stasera sono state fatte scelte strane, come quella di Rabiot titolare al rientro dal Covid.

Ciò che, però, preoccupa di più è che, a tratti, è sembrata una Juve già rassegnata, i calciatori non danno mai l'impressione di giocare con il sangue agli occhi e con la ncessaria fame. Tutti, nessuno escluso, si limitano a fare il proprio compitino e nessuno, in questo momento, sembra poter cambiare le cose.

Una sconfitta pesante, se non nel risultato lo è sicuramente nella prestazione e nella classifica e davvero incomprensibile perché avvenuta a pochi secondi dalla fine e in contropiede




PAGELLE:

Perin 6: Non viene impegnato molto e nulla può fare sui due gol del Sassuolo. Poteva essere una serata da spettatore e invece è finita diversamente. 

Danilo 5: Sembra chiaro che il brasiliano stia passando un momento di appannamento, perché non riesce a giocare in maniera ordinata e in difesa si trova spesso nella posizione sbagliata. Dall'80' Kulusevski SV

De Ligt 5.5: Cerca di tenere la squadra alta, ma sbaglia più del solito e soffre maledettamente la velocità e la reattività degli attaccanti del Sassuolo. 

Bonucci 5: Anche per lui serata storta, gioca troppo spesso in maniera superficiale e sbaglia più del solito. 

De Sciglio SV: La sua partita dura dieci minuti, poi esce a causa di un infortunio, l'ennesimo. Dall'11' Alex Sandro 5: Entra in campo a freddo e non riesce a carburare, neppure nel secondo tempo. Anche lui sbaglia tanto e passa troppe palle all'indietro.

Locatelli 5: Un'altra partita sottotono, con poco coraggio, troppi errori e poca grinta. Dalla sua parte avrebbe l'alibi dell'ex, ma fino a oggi ci aveva abituati bene. Dall'80' Arthur 6: Con lui il centrocampo gira meglio, presto ci sarà bisogno di lui fin dall'inizio.

McKennie 6.5: Ci mette tanta grinta e segna il gol del pareggio con uno splendido stacco di testa. Tuttavia, è ancora un po' confusionario e sbaglia diversi passaggi e appoggi facili. 

Rabiot 5.5: Appena rientrato dal Covid, Allegri decide di schierarlo subito titolare, ma il francese dimostra di non essere ancora pronto e non permette alla squadra di sfruttare a dovere la fascia sinistra. Dal 46' Cuadrado 5.5: Entra per dare la spinta sulla fascia mancata per tutto il primo tempo, ma si vede che non è brillante come al solito.

Chiesa 6: Nel primo tempo rincorre tutti e recupera tanti palloni, sostituendosi a qualche compagno svagato e pigro. Nel secondo cala di intensità e tende a sparire nel caotico finale. 

Dybala 6.5: Questa partita conferma che è lui l'unico a poter dare un po' di frizzantezza alla manovra della squadra, ma non può coprire tutto il campo da solo. Scende a centrocampo per costruire, colpisce un palo, serve l'assist a McKennie per il gol. Appena rientrato dall'infortunio non poteva fare di più.

Morata 5: In avanti rimane molto isolato, ma stavolta non ci mette nemmeno il solito impegno. Viene puntualmente anticipato dai difensori del Sassuolo e gioca sempre di spalle alla porta. Dal 63' Kaio Jorge 6: Ci mette tanta voglia e tanta freschezza, muovendosi meglio di Morata, ma non riesce mai a essere pericoloso. 

Allegri 5: Dopo le scelte di San Siro, anche stasera ha diverse responsabilità per gli undici iniziali. Tuttavia, la sua maggiore colpa rimane quella di non far giocare alcuni calciatori nella loro posizione naturale, nel nome di un presunto equilibro che stasera ha fatto acqua da tutte le parti. 


(Marcello Gagliani Caputo)


È ARRIVATO IL MOMENTO DI DIRE BASTA!


Prima di tutto lasciatemi ringraziare Luca Gramellini per avermi ispirato questo post. È grazie a lui, infatti, se ho deciso di scrivere la mia sulla situazione ormai inaccettabile che si è creata attorno alla Juventus.

All'indomani di un episodio da manuale, ovvero l'intervento del VAR dopo l'errore di Mariani che non si era accorto del fallo da rigore su Alex Sandro, si è scatenato il solito vespaio di polemiche, come sempre dopo un episodio a favore della Juventus.

Piogge di post indignati sui social, prime pagine urlate sui giornali, denunce, richieste di revisioni del regolamento e solito servizio spazzatura delle Iene, mancava soltanto la classica interpellanza parlamentare, come già successo in passato.

Chiunque, dai politici agli ex giocatori, dai giornalisti fino agli uomini dello spettacolo ha detto la sua e, naturalmente, la maggioranza ha gridato al furto. Un canovaccio che si ripete con regolarità a dir poco imbarazzante. 



L'ex Presidente dell'Inter, Massimo Moratti, ormai in là con gli anni, ha perfino detto che quel "rigorino" ha rovinato la partita e offeso la sensibilità di chi va allo stadio. Un po' come il bambino che, messo in panchina, si prende il pallone e va via.

Inutile descrivere la festa dei giornalisti (o presunti tali) antijuventini, per i quali adesso il VAR non va più bene o, meglio, deve essere uno strumento da usare a intervalli e, senza nemmeno dirlo, sempre a sfavore della Juventus.

Ricordiamo ancora tutti quella prima partita in cui debuttò il VAR e quel rigore proprio contro la Juve fischiato grazie all'ausilio della tecnologia. Guarda caso, Buffon lo parò (questo avrebbe dovuto far capire tanto a molti), ma il giorno dopo era un'esaltazione del VAR mai vista. 

Finalmente la moviola in campo! Finalmente con il VAR la Juve non ruberà più le partite! Sembrava la scoperta del secolo, la svolta storica di un calcio pulito... almeno finché i brocchi non si sono resi conto che il regolamento non vietava l'uso del VAR anche a favore della Juventus

Sono trascorsi anni, eppure nulla sembra cambiato dai tempi pre-VAR, perché tutti continuano a parlare di favori arbitrali alla Juventus, di episodi dubbi, di arbitri comprati e vetrine social chiuse per mafia.

Insomma, non andavano bene gli arbitri e non va bene nemmeno il VAR, perché quest'ultimo non può essere usato a favore della Juventus. Domenica sera, Guida avrebbe dovuto fare finta di niente, per alcuni soltanto perché Mariani non si era accorto del contatto falloso. 

Infatti, secondo l'ultima e sempre più perversa teoria, quando l'arbitro non si accorge del fallo, il VAR non deve intervenire. Questo, naturalmente, soltanto quando l'episodio è a favore della Juve, perché se ci sono da dare 20 rigori al Milan, come successo la scorsa stagione, oppure bisogna assegnare un calcio di rigore all'Inter dopo dieci minuti dal fallo, allora il VAR è la salvezza di tutti.

Tra domenica e lunedì, intere trasmissioni non hanno parlato di altro, i giornali hanno messo sotto processo il VAR, i social sono stati inondati da sondaggi sull'argomento.

Un'alzata di scudi che non si era mai vista in altre occasioni, neppure quando sono stati commessi errori grossolani. Stavolta, in occasione di un uso da manuale del VAR, questo viene messo sotto accusa



Siamo al paradosso, siamo nell'irrazionalità più sfrenata, ma soprattutto noi juventini siamo stanchi, ma guai a fare vittimismo, perché non è questo che vogliamo

Tutto ciò che chiediamo è obiettività, vorremmo che la Juventus non fosse più strumentalizzata per interessi personali o per campanilismo calcistico, non fosse più l'alibi di Presidenti incapaci o allenatori e giornalisti falliti

Ogni anno, prima delle partite tra Juventus e Inter, i giornali dedicano pagine e interviste al famigerato fallo di Iuliano su Ronaldo, come prima dei match contro la Roma, si parla solo del gol di Turone.

Eppure, con gli episodi dubbi a favore di altre squadre ci sarebbe da scrivere un libro, dai famigerati caffé di Herrera fino ai furti dell'Inter di Mancini e Mourinho (a Roma si ricordano ancora del gol di Maicon a Siena, in fuorigioco di quattro metri). Oppure, rimanendo sempre in tema Inter, il gol di Vieri in un Inter-Juventus 1-1 del 2002, arrivato al 95° e viziato da una vistosissima carica su Buffon. 

I più vecchi ricorderanno sicuramente la famigerata monetina di Alemao, le urine truccate di Maradona e il gol regolarissimo annullato a Laudrup nel ritorno dei quarti di finale di Coppa UEFA contro il Napoli. Senza dimenticare il nubifragio di Perugia che costò lo scudetto alla Juventus di Ancelotti e il regolamento sugli extracomunitari cambiato alla vigilia dello scontro scudetto tra Juventus e Roma per permettere ai giallorossi di far giocare Nakata (poi decisivo per il pareggio 2-2).  

Ce ne sarebbero molti altri da citare, da farci un vero dossier, ma non voglio annoiare nessuno, come nessuno sembra ricordarsi di tutti questi episodi che, in un modo o nell'altro, hanno falsato un Campionato. Tutti a parlare del gol fantasma di Muntari, ma nessuno che ricorda che, in quella stessa partita, fu annullato un gol regolarissimo a Matri.

C'è sempre stata una malafede insopportabile contro la Juventus, figlia di un pregiudizio che affonda le radici troppo lontano per essere anche soltanto compreso

Ciò che, però, è ancora più pericoloso è che questo odio ingiustificato aumenta giorno dopo giorno, anche grazie all'eco dei social e a giornalisti che ormai da decenni campano sparlando della Juventus. 

Chi non si ricorda "l'operazione simpatia" lanciata dai giornali quando la Juventus fu mandata in Serie B

Tutti, improvvisamente, ne parlavano bene, nessuno si lamentava più di furti e di arbitri comprati, ma nel momento in cui le cose sono cambiate e i bianconeri sono rinati e tornati al vertice, la pellicola si è riavvolta ed è ripresa la tradizionale caccia alla strega.

Il nemico era di nuovo lì, in vetta, aveva costruito uno stadio di proprietà (e anche lì polemuche e veleni), ha dato valore al settore femminile e ha creato l'Under 23.

Davvero troppo in un Paese provinciale come l'Italia, così sotto, di nuovo, con i sospetti e le accuse di furti e di complotti di palazzo. Le squadre minori si scansavano per far vincere la Juve e ottenere chissà quali favori in cambio, nonostante l'avvento del VAR a sparigliare le carte. 

In molti si saranno trovati spiazzati in quei giorni, chiedendosi come avrebbero fatto a continuare ad accusare la Juve ora che gli arbitri avrebbero avuto la possibilità di rivedere ogni azione. Ma come si dice, fatta la legge trovato l'inganno, così si sono rimboccati le maniche e hanno ideato nuove teorie del complotto. 

Dall'arbitro comprato si è passati alla sudditanza psicologica, oh mamma che paura che mi fa la Juventus! Chi diceva che il VAR doveva essere usato per ogni episodio dubbio ("Ma vallo a rivedere, no!"), adesso chiede agli arbitri di spiegare quando il VAR deve essere usato.

Un vero tourbillon di teorie contrastanti tra loro, di tutto il contrario di tutto, nel nome di una ardente volontà di giustificare anche l'ingiustificabile, ciascuno col proprio obiettivo e un nemico comune, ovvero la Juventus.



A completare il quadro, la notizia che, dopo nove anni di finali in campo neutro tra Italia e località estere, da questa stagione la Supercoppa Italiana tornerà a giocarsi nello stadio di chi ha vinto lo scudetto.

Per carità, sarà stata una decisione accettata anche dalla Juventus, ma la coincidenza è davvero beffarda, sia perché in nove anni di scudetti i bianconeri non hanno mai avuto l'occasione di giocare la partita a Torino, sia per il possibile rinvio di Juventus-Napoli del 6 gennaio, che acconterebbe i partenopei che non avrebbero potuto schierare i giocatori impegnati in Coppa d'Africa

Di fronte a tutto questo la società bianconera ha assunto sempre un atteggiamento di totale noncuranza, d'altronde, come si dice, "lasciali cuocere nel loro brodo", ma per noi tifosi e addetti ai lavori sta diventando sempre più difficile.

Tutti noi vorremmo una presa di posizione, una risposta, un batti e ribatti che rispedisse al mittente le tante, troppe, cazzate che siamo costretti a leggere ogni giorno sui giornali e ad ascoltare in TV.

Tuttavia, sarà molto difficile che questo accadrà, per cui non ci resta che combattere la nostra battaglia con i mezzi che abbiamo, giorno per giorno, post dopo post, cercando di essere sempre obiettivi e intellettualmente onesti.


(Marcello Gagliani Caputo)


JUVENTUS-SASSUOLO: LA CONFERENZA STAMPA DI MASSIMILIANO ALLEGRI

 

Alla vigilia della decima giornata di Campionato, l'allenatore della Juventus Massimiliano Allegri ha presentato la sfida di domani sera contro il Sassuolo.

Dopo il pareggio ottenuto a San Siro contro l'Inter, i bianconeri sono chiamati alla vittoria per proseguire la ricorsa alle posizioni di vertice.

La prima notizia comunicata da Allegri è l'assenza di Bernardeschi e Kean e il recupero di Rabiot, il quale, però, non partirà titolare.

Riguardo al Sassuolo, il mister ha detto che "il Sassuolo è una squadra che sa giocare bene a calcio. Domani è una partita da vincere, altrimenti il punto di Milano non avrebbe senso. I ragazzi lo sanno".

Sulla formazione, invece, Allegri ha confermato che ci saranno diversi cambi, perché "i ragazzi non sono motorini, che li accendi e partono. Ogni tanto hanno bisogno di recuperare, non solo fisicamente, ma anche mentalmente. Altrimenti a gennaio sono da buttare".

Dopo aver confermato il rientro di de Ligt, il mister ha commentato le chance di Kaio Jorge di partire titolare dopo gli spezzoni giocati nelle ultime settimane: "Non so se Kaio Jorge giocherà dall'inizio. Ha lavorato bene, sta crescendo. Ha tecnica, è sveglio e conosce bene come si gioca a calcio".



Su Arthur, invece, l'allenatore ha detto che "per caratteristiche può sostituire Locatelli, ma possono giocare anche insieme. Il centrocampo lo deciderò domani mattina".

Nessun dubbio, invece, su chi giocherà in porta e sul "tridente" d'attacco: "Giocano Dybala, Chiesa e Morata. Gioca Mattia Perin al posto di Szczesny".

Sul momento di appannamento dell'ex Fiorentina e sulla scelta di farlo partire dalla panchina contro l'Inter, Allegri ha voluto precisare che "Chiesa è un giocatore di livello internazionale. Veniva da tanti impegni ravvicinati. Domenica non è andato in panchina per demerito, ma pensavo la partita sarebbe andata in un certo modo".

Infine, un pensiero sul match pareggiato contro l'Inter: "L'Inter è la favorita per lo Scudetto. E noi a San Siro abbiamo fatto una partita in crescendo". 


VERSO JUVENTUS-SASSUOLO: ARBITRO E PROBABILI FORMAZIONI

 

Non c'è  tempo di fermarsi e tirare il fiato per la Juventus, attesa domani dal turno infrasettimanale di Campionato che chiuderà un vero e proprio tour de force.

Dopo il pareggio ottenuto a San Siro contro l'Inter, la squadra di Allegri deve riprendere l'inseguimento alla zona Champions, fallito proprio contro i nerazzurri.

Rispetto agli undici scesi in campo a Milano, dovrebbero esserci diversi cambiamenti, a cominciare dalla porta dove dovrebbe entrare Mattia Perin.

In difesa dovrebbe essere il turno di de Ligt a fianco di Bonucci, mentre De Sciglio tornerà a sinistra, con Danilo confermato a destra.

A centrocampo, Locatelli rimane l'insostituibile e dovrebbe tornare a far coppia con Bentancur. Spazio anche per Cuadrado, mentre è ancora in dubbio il rientro di Rabiot dopo il Covid, al posto del quale potrebbe giocare di nuovo McKennie.

In avanti confermatissimi Dybala e Chiesa che, contro l'Inter, hanno cambiato la partita e permesso alla Juventus di uscire indenne da San Siro. 



Ad arbitrare la partita sarà Juan Luca Sacchi, coadiuvato da Bottegoni e Rossi e da Ghersini al VAR. I precedenti con la Juventus sono favorevoli, visto che nelle due volte che Sacchi l'ha arbitrata, i bianconeri hanno vinto.

Il match si giocherà mercoledì 27 ottobre alle 18.30 e sarà trasmesso in esclusiva su DAZN.

Nel frattempo, sono arrivate anche notizie sulla finale di Supercoppa Italiana che, dopo le voci riguardo a una trasferta in terra araba, si giocherà, invece, a San Siro tra Inter e Juventus il 5 gennaio 2022.


QUALI INDICAZIONI SONO ARRIVATE DA INTER-JUVENTUS?

 

Il pareggio ottenuto in extremis ieri sera contro l'Inter, ha diviso i tifosi juventini, tra chi lo considera un risultato deludente, soprattutto in ottica prestazione e chi, invece, pensa sia un punto guadagnato con merito.

Al netto di queste considerazioni che sono destinate a lasciare il tempo che trovano, il derby d'Italia ha confermato due elementi essenziali che possono spiegare il momento difficile della Juventus. Uno è la difficoltà a segnare, il secondo è che i bianconeri non hanno vinto neppure uno scontro diretto con le più accreditate avversarie per lo scudetto.

A Napoli, infatti, la Juventus ha perso 2-1, contro il Milan, in casa, ha pareggiato 1-1 e ieri, a San Siro, ha ottenuto lo stesso risultato. L'unica vittoria di prestigio rimane, dunque, quella contro la Roma, la quale, però, difficilmente rimarrà in lizza per i primi quattro posti in classifica.

Dunque, sembra evidente che i bianconeri di Allegri abbiano ancora diversi problemi da risolvere, soprattutto in Campionato, visto che in Champions, fino a oggi, hanno soltanto vinto. Resta da capire se si tratta di una scelta (ma pare un'ipotesi remota, visto che siamo ancora a inizio stagione), oppure ci sia qualcosa di più sotto.



Sulla difficoltà ad andare in gol, le ultime partite hanno dato diverse indicazioni e sembra che, più che altro, sia un problema di sviluppo della manovra e non di attaccanti scarsi. In molti, infatti, inneggiano a nomi come quello di Dusan Vlahovic, considerandolo il salvatore della patria, ma siamo certi che sia questa la soluzione?

Per ciò che si è visto fino a ora, il problema principale della Juventus non sono gli attaccanti, ma l'incapacità della squadra di metterli in condizione di segnare. 

Anche ieri sera Morata si è dovuto spesso abbassare fino al centrocampo per avere qualche pallone giocabile e con Chiesa in panchina, i rifornimenti sono arrivati con il contagocce.

Quando lo stesso Chiesa è entato in campo insieme a Dybala, la squadra è sembrata scuotersi e il baricentro si è alzato, con il conseguente vantaggio di portare pericoli alla porta di Handanovic. 

La speranza, dunque, è che, quando l'argentino sarà di nuovo a pieno servizio e l'ex viola supererà il momento di appannamento, il gioco della Juventus possa migliorare e le occasioni da gol possano aumentare

Per quanto riguardo, invece, gli scontri diretti, la soluzione sembra più semplice e banale, ovvero sono arrivati tutti troppo presto e hanno impedito alla Juventus di presentarsi nelle condizioni migliori.

In proposito, poi, Allegri ha sempre sostenuto che gli scudetti si vincono con le piccole, ma qualche buon risultato con le dirette pretendenti al titolo non sarebbe male, vista anche la posizione in classifica. 

In quest'ottica, è chiaro come, ancora oggi, i bianconeri stiano pagando lo scotto di un'estate (e di una preparazione) stravolta dalla partenza improvvisa di Cristiano Ronaldo e ci vorrà ancora del tempo prima di ritrovare il bandolo della matassa.

Per questo motivo, nonostante qualche prova incolore, compresa quella di ieri sera, è necessario guardare al futuro con ottimismo, perché se il Napoli, il Milan e anche l'Inter in questo momento stanno correndo al massimo, la Juventus deve ancora carburare e davanti a sé ha soltanto discesa.


(Marcello Gagliani Caputo)


INTER-JUVENTUS 1-1: COMMENTO E PAGELLE

 

Dopo una palpitante attesa, Inter e Juventus si sono sfidate nel derby d'Italia numero 242 allo stadio Giuseppe Meazza di Milano e si sono divise la posta dopo una partita,   quasi sempre, dalla parte nerazzurra. 

Come spesso accaduto nelle ultime uscite, la Juventus è partita molto bassa, con Morata isolato in avanti e Kulusevski, preferito a sorpresa a Federico Chiesa, impegnato nella marcatura a uomo su Brozovic. 

Il pallino del gioco è stato sempre in mano all'Inter e i bianconeri hanno dato qualche cenno di ripresa soltanto dopo il gol del vantaggio della squadra di Inzaghi.

Tuttavia, i nerazzurri sono rimasti più aggressivi e reattivi, arrivando quasi sempre per primi sulle cosiddette "seconde palle", mentre la Juve ha continuato a trovare grandi difficoltà in fase di impostazione. 

Pessimo primo tempo di una Juventus rinunciataria e molle, mai capace di imporre il proprio gioco o di dare la giusta intensità alla manovra, troppo lenta e prevedibile

Nel secondo tempo, il canovaccio non è cambiato granché, anche perché la Juventus ha dimostrato di non essere dentro la partita con la testa e di non riuscire a cambiare il proprio modo di giocare, molto passivo e attendista.

Con l'ingresso di Dybala e Chiesa si è vista qualche fiammata, ma è stata tutta la squadra a dare l'impressione di non voler vincere la partita. Non c'è mai stato il cambio di marcia, né l'assalto finale, ma sempre un'incomprensibile e irritante flemma. 

Stasera solo un episodio poteva permettere alla Juventus di non uscire dal campo sconfitta e, infatti, è arrivata l'ingenuità di Dumfries che ha causato il calcio di rigore poi trasformato da Dybala.

I bianconeri sono stati deludenti, soprattutto tenuto conto delle precedenti prestazioni e non approfittano dell'occasione di agganciare l'Inter al terzo posto



PAGELLE:

Szczesny 6: Oltre al gol, non corre altri rischi, tanto che nel secondo tempo fa da spettatore non pagante. 

Danilo 5.5: Stranamente abulico, gestisce la partita senza dare mai l'impressione di voler cambiare ritmo.

Bonucci 6: Ha giocato un match normale, senza alti né bassi, in linea con la prestazione appena sufficiente della squadra.

Chiellini 6: Ha provato a dare l'esempio, proponendosi spesso in avanti e tenendo la squadra alta, soprattutto nel secondo tempo, ma i suoi limitati mezzi tecnici ne hanno inficiato spesso l'efficacia.

Alex Sandro 6: Ha il merito di essersi procurato il calcio di rigore e prova a mettere tante palle in area di rigore, ma non riesce a essere incisivo.

Locatelli 5.5: Stranamente non prova mai la giocata, limitandosi al compitino e senza metterci nemmeno l'ardore giusto. Dall'82' Arthur 6: Entra e dà un po' d'ordine al centrocampo, gestendo meglio la palla. 

McKennie 4: Sembra ormai un giocatore perso e forse ha già capito che la sua avventura a Torino si sta avviando verso la conclusione. Dall'82' Kaio Jorge SV: si muove bene, ma ha poche possibilità di mettersi in mostra.

Bernardeschi 4.5: Gioca solo quindici minuti, ma per l'ennesima volta si dimostra poco preciso e approssimativo. Inoltre, ha la responsabilità di aver lasciato la squadra in dieci proprio in occasione del gol del vantaggio dell'Inter. Dal 17' Bentancur 5: Mette in evidenza, ancora una volta, i suoi limiti, ovvero la continuità. Dopo le ultime incoraggianti prove, gioca sottotono, passeggiando per il campo.

Cuadrado 4: Irriconoscibile. Non entra mai in partita e sbaglia tanto, molto più di quanto gli è concesso. Dal 64' Chiesa 6: Entra per dare un po' di verve in avanti e mettere in difficoltà i difensori nerazzurri con le sue accelerazioni, ma non ha molte chance di incidere. 

Kulusevski 4.5: Sacrificarlo in copertura su Brozovic sarà forse una decisione su cui Allegri rifletterà. Il ragazzo, infatti, non gioca con la mente libera, risultando confuso e approssimativo in quasi tutte le giocate. Dal 64' Dybala 6.5: Entra in campo deciso e convinto di dare il suo contributo e ci riesce segnando il rigore e creando pericoli per la difesa dell'Inter. 

Morata 6: Gioca la sua solita partita di "sporca", con tanti sacrifici e abbassandosi spesso per avere qualche palla giocabile, visto che di rifornimenti non se ne vedono. 

Allegri 5: Sbaglia la formazione iniziale, puntando ancora su Bernardeschi e chiedendo a Kulusevski di sacrificarsi marcando a uomo Brozovic. Per fortuna, ha la panchina dalla sua parte. 


(Marcello Gagliani Caputo)