VERSO JUVENTUS-INTER: ARBITRO E PROBABILI FORMAZIONI

 
Dopo la lunga pausa dedicata alle Nazionali, nei prossimi giorni riprenderà il Campionato di Serie A, con la Juventus impegnata nel derby d'Italia contro l'Inter. Le due squadre, attualmente separate da soltanto un punto, sono in piena corsa per un posto in Champions e a caccia del duo davanti Milan e Napoli. 

Per i bianconeri sarà una partita decisiva che potrebbe lanciarli al terzo posto e confermare i progressi apprezzati nelle ultime settimane, almeno in Campionato. Inoltre, sarà un test decisivo per misurare la reazione della squadra dopo la notizia del mancato rinnovo di Paulo Dybala e del fallimento della Nazionale, incapace di qualificarsi al prossimo Mondiale.

Per l'occasione, Allegri avrà gli uomini contati soprattutto a centrocampo, dove sarà ancora una volta convocato il giovane Miretti, reduce da alcune importanti prestazioni con l'Under23 e la Primavera. Zakaria, invece, pur lanciando messaggi positivi, potrebbe andare in panchina per rientrare la settimana prossima.



L'allenatore bianconero, dunque, dovrebbe schierare Szczesny in porta e una difesa con Chiellini e De Ligt centrali e Danilo e De Sciglio sulle fasce. A centrocampo, dovremmeo vedere ancora il trio Locatelli-Arthur-Rabiot, mentre in attacco spazio al tridente Morata-Dybala-Vlahovic, con Bernardeschi pronto a rilevare uno dei tre, in particolare l'argentino, vista la difficile situazione che sta vivendo.

Di seguito i probabili schierimenti delle due formazioni:

JUVENTUS: Szczesny, Danilo, De Ligt; Chiellini, De Sciglio, Locatelli; Arthur, Rabiot, Morata; Dybala, Vlahovic - All. Allegri

INTER: Handanovic, Skriniar, De Vrij; Bastoni, Dumfries, Barella; Vidal, Calhanoglu, Perisic; L. Martinez, Dzeko - All. S. Inzaghi 


Intanto, è stata annunciata la terna arbitrale che dirigerà l'incontro: l'arbitro sarà Massimiliano Irrati, coadiuvato da Ranghetti e Vivenzi, mentre al VAR ci sarà Mazzoleni.

Il match di andata, giocato a San Siro, si è chiuso sull'1-1, grazie all'iniziale vantaggio nerazzurro firmato da Dzeko e a un calcio di rigore di Dybala realizzato a pochi minuti dalla fine. 

A sostenere la Juventus, non ci sarà soltanto un Allianz Stadium con capienza, finalmente, al 100%, ma anche il grande ex Carlitos Tevez che, nelle ore scorse, ha informato sui social del suo "ritorno a casa".


QUALE FUTURO STA COSTRUENDO LA JUVENTUS?

 
Nonostante proseguano senza sosta le polemiche, soprattutto tra tifosi, scaturite dall'annunciato addio di Paulo Dybala alla Juventus al termine di questa stagione, il calciomercato impazza e tutti si chiedono quali mosse farà la società bianconera per sostituire l'argentino e rinforzare la squadra.

In queste ultime ore, sui giornali sono comparsi tantissimi nomi, da Salah a Zaniolo, da Pogba a Milinkovic-Savic fino a Joao Felix, il giovane portoghese in forza all'Atletico Madrid. Da qui a fine stagione, si parlerà più del dopo Dybala che dei risultati che la Juventus può ancora ottenere, ma ciò che incuriosisce di più è dove condurrà la strada intrapresa dalla dirigenza.

Dopo le tanto discusse dichiarazioni di Maurizio Arrivabene e quelle trapelate di Federico Cherubini, dalle quali si è evidenziato un atteggiamento davvero ostile nei confronti del numero 10 della Juventus, anche Pavel Nedved ha detto la sua sui giornali, specificando che l'obiettivo della società sarà di acquistare "giocatori come Locatelli e Vlahovic, ossia chi la Juventus l'ha cercata e voluta a tutti i costi".

In questo senso, il nome di Zaniolo, tifoso juventino doc, diventa, dunque, il più papabile per il futuro, ma la sua tenuta fisica non è molto più sicura e promettente di quella di Dybala. Il romanista, infatti, ha subito infortuni gravi, tra cui due volte la rottura del legamento del crociato e diversi problemi muscolari.


Nel focoso dibattito è intervenuto anche il grande ex Fabrizio Ravanelli, secondo il quale sarebbe giunto il momento di cambiare 7-8 giocatori della rosa bianconera. Una vera rifondazione che avrebbe del clamoroso, ma il cui risultato dipenderà dall'approccio stesso della società e dalle richieste, sempre molto importanti, di Massimiliano Allegri.

Da sempre, infatti, il mister ha dato prova di preferire giocatori pronti e non giovani da far maturare e crescere con pazienza e determinazione. Per questo, non è un caso che siano usciti nomi come quelli di Jorginho (32 anni), Rudiger (29) e Salah (30), a quanto pare segnalati proprio da Allegri.

Inoltre, rimarrebbe la contraddizione di un tanto decantato percorso di costruzione negli anni che farebbe a cazzotti con l'acquisto di giocatori di questa età e che, invece, se tale volesse davvero essere, dovrebbe puntare sui vari Fagioli, Soulé, Aké, Miretti e altri.

Insomma, il triste epilogo della faccenda Dybala non sta facendo altro che aumentare le nubi sul futuro della Juventus, a questo punto davvero indecifrabile. Dopo l'argentino, anche Bernardeschi potrebbe non rinnovare e poco si sa, ancora, degli altri calciatori in scadenza (Cuadrado, Perin e De Sciglio).


Come si dice, in questo momento (ma non da ora) sembrano esserci troppi galli nel pollaio e troppi fattori che cozzano tra di loro. Soprattutto, però, c'è la sensazione che manchi la figura in grado di fare ordine nel caos e se Arrivabene sembrava proprio destinato a questo, anche lui ha dato l'impressione di trovarsi in difficoltà.

La prossima Juventus dovrà, con tutta probabilità, fare i conti con diverse contraddizioni interne, per cui bisognerà trovare una soluzione o un compromesso, dal tanto desiderato tridente Chiesa-Vlahovic-Zaniolo all'altrettanto famoso equilibrio ricercato  in modo ossessivo da Allegri, dalla sua incapacità di lanciare i giovani alla volontà della società di puntare a sfornare calciatori promettenti dall'Under 23.

Ci troviamo di fronte a un vero enigma, un puzzle difficile da ricomporre e che sta letteralmente devastando il tifo juventino, probabilmente mai diviso come in questi giorni. 

Sui social sono giorni di guerra intestina, di odio, di insulti e di minacce, i cui responsabili sono tutti, dai giocatori all'allenatore fino alla società, fino a oggi incapaci di progettare seriamente i prossimi anni. 


(Marcello Gagliani Caputo)


JUVENTUS-DYBALA AI TITOLI DI CODA: L'ARGENTINO LASCERA' TORINO A GIUGNO

 
C'era molta attesa per l'incontro di stamattina tra la dirigenza della Juventus e l'entourage di Paulo Dybala, al centro del quale c'era il possibile rinnovo di contratto dell'argentino.

Ebbene, secondo quanto riportato da Sky Sport, l'accordo non sarebbe stato trovato e, dunque, il numero 10 bianconero lascerà Torino il prossimo giugno. Già l'uscita dal campo di ieri, contro la Salernitana, sapeva tanto di addio e oggi pare sia arrivata la conferma. 

Dopo mesi di trattative, rinvii e polemiche, la telenovela è giunta al suo termine, ma non si è certo trattato di un lieto fine. Dopo sette stagioni, Dybala e la Juventus si separano nel peggior modo possibile, visto che la società neppure potrà incassare il prezzo del cartellino.


Si tratta di un addio che in pochi avrebbero previsto e che, soprattutto durante questa stagione, ha sollevato polemiche e discussioni. Dall'arrivo di Cristiano Ronaldo, infatti, l'argentino non è stato più lo stesso, il suo rendimento è calato progressivamente e gli infortuni lo hanno perseguitato.

Sia con Sarri che, poi, con Pirlo, le sue prestazioni sono state altalenanti, come una lampadina che si accende e si spegne di continuo. Probabilmente, l'argentino si è sentito "tradito" dalla scelta della società di puntare sul portoghese e ha perso, progressivamente, fiducia e motivazioni

Il nuovo ruolo di "tuttocampista" disegnatogli da Allegri lo ha rimesso in discussione e ne ha evidenziato i limiti caratteriali, facendolo tornare a essere un giocatore come gli altri e non il campione ammirato in coppia con Higuain. 

Tutti fattori che hanno pesato come macigni nella decisione della Juventus, la quale gli avrebbe proposto un contratto che prevedeva una parte fissa addirittura inferiore a quella attuale, ma che, bonus compresi, avrebbe permesso a Dybala di raggiungere i fatidici 10 milioni netti a stagione.


Un epilogo figlio di tanti dettagli e piccoli fallimenti (come la finale di Cardiff) che non hanno fatto mai sbocciare del tutto l'amore tra l'argentino e l'universo Juventus. Lo stesso acquisto di Ronaldo, all'indomani di una delle migliori stagioni giocate da Dybala, può essere considerato come una bocciatura per lui (e per Higuain), ma, come abbiamo visto, i risultati non hanno, comunque, dato i frutti sperati, anzi. 

Arrivato a Torino appena ventunenne, alla Juventus Dybala è cresciuto e diventato uomo, ma salvo qualche acuto, non è mai riuscito a dare ciò che tutti si aspettavano da lui, da un vero numero 10. I confronti con Messi, le responsabilità troppo pesanti, gli acciacchi fisici, il gioco sparagnino di Allegri lo hanno limitato e gli hanno impedito di pesare realmente nell'economia della squadra. 

Tuttavia, proprio ieri l'argentino ha avuto l'occasione di entrare nella storia della Juventus, facendo la sua comparsa nella top 10 dei migliori marcatori juventini, a sole due lunghezze da Roberto Baggio, un altro campione mandato via tra le proteste di molti tifosi e che poi ha vissuto una seconda giovinezza lontano da Torino.

I giocatori vanno, la Juve resta, si dice sempre, ma quanto fa male ogni volta veder partire un campione?


JUVENTUS-SALERNITANA 2-0: COMMENTO E PAGELLE

 
Dopo la cocente eliminazione dalla Champions League e le polemiche, anche dentro lo spogliatoio, venute a galla, la Juventus ha ripreso il suo cammino in Campionato, nella speranza di non buttare all'aria anche la rincorsa al quarto posto.

Per l'occasione, Allegri ha rilanciato titolari Chiellini e Dybala e ha spostato Danilo a centrocampo, al posto di Locatelli fermato dal Covid-19. Vlahovic è rimasto al centro dell'attacco, anche lui impegno in una rincorsa, quella su Immobile, attualmente capocannoniere della Serie A.

Come accaduto anche con il Villareal, la Juventus è partita forte, ma stavolta la sfortuna non le ha messo i bastoni tra le ruote e dopo nemmeno cinque minuti, Dybala l'ha buttata dentro dopo un bel fraseggio con Vlahovic.

La Salernitana ha provato a frenare i bianconeri che, però, hanno mantenuto il controllo della partita senza troppe difficoltà. Dopo almeno altre due occasioni da gol, la Juventus ha raddoppiato con Vlahovic, raccogliendo, finalmente, quanto seminato nella prima mezz'ora di gioco. 

Nel primo tempo si è vista una Juventus concreta e cattiva, capace di segnare 2 gol e di tirare in porta ben 8 volte, di cui 4 nello specchio. Una vera boccata d'ossigeno per chi vuole vedere più intensità e maggiore precisione da parte degli undici di Allegri.


Come prevedibile, nel secondo tempo la Juventus ha rallentato il ritmo e ha pensato a gestire il vantaggio, affondando soltanto quando possibile. Una scelta, come sempre, molto discutibile, perché la squadra è andata in sofferenza, seppur davanti a un avversario dalle armi spuntate

Complice anche una Juve meno aggressiva, la Salernitana ha provato a rientrare in partita, ma le occasioni sono arrivate col gontagocce, tanto che sono stati i bianconeri ad andare più vicini al terzo gol. 

Soprattutto nel primo tempo, si è vista una Juventus vogliosa di giocare e divertirsi, mentre nei secondi 45 minuti di partita, i bianconeri hanno scelto di non continuare ad attaccare, ma di aspettare e ripartire in contropiede.

La squadra si è allungata e non ha giocato con la stessa compattezza del primo tempo, lasciando il pallino del gioco agli avversari, come, peraltro, già accaduto in altre occasioni. 

Tre punti fondamentali per arrivare con la giusta carica al match clou contro l'Inter, ormai staccata soltanto di un punto, seppur con una partita da recuperare. 

Con il gol di oggi, Dybala è entrato nella top ten dei marcatori di sempre della Juventus, a soltanto due lunghezze da un altro numero 10 bianconero, ovvero Roberto Baggio. Chissà se servirà per rinsaldare il rapporto tra l'argentino e la Juventus.



PAGELLE:

Szczesny 6.5: Viene impegnato giusto un paio di volte nel secondo tempo e si fa trovare sempre attento e reattivo. 

De Sciglio 6.5: Soprattutto nel primo tempo, spinge parecchio e serve il cross per il secondo gol della Juventus, poi arretra come la squadra. 

Chiellini 6: Rientra da titolare dopo oltre un mese e gioca una discreta partita, senza strafare. Un ottimo test in vista degli impegni in Nazionale. Dal 46' Rugani 6: Partita ordinata e coerente con il buon momento che sta vivendo.

De Ligt 6.5: Ha un avversario rognoso come Djuric che lo tiene sempre all'erta. Lui, in tutta risposta, gioca l'ormai consueta partita seria.

Pellegrini 6.5: Come De Sciglio, anche lui gioca e spinge soprattutto nel primo tempo, poi bada soprattutto a coprire e a rilanciare qualche contropiede. 

Danilo 6.5: Anche a centrocampo fa sentire il suo peso specifico, coprendo molto bene la difesa. Certo, non ha ancora la velocità di giocata di un centrocampista, ma la sua presenza è preziosa.

Arthur 6: Non "governa" il centrocampo come al solito, limitandosi a fare il compitini. A volte è troppo pigro, altre poco sveglio a verticalizzare la manovra. Dal 69' Bernardeschi 5: Non entra in partita e sbaglia molto. 

Rabiot 6.5: Dimostra si essere fisicamente in palla, perché corre molto, sia indietro sia in avanti. Spinge e fa ripartire diverse azioni ed effettua qualche ottima chiusura a centrocampo. 

Cuadrado 6: Nel primo tempo, insieme a Dybala, fa la differenza, mentre nel secondo cala vistosamente e dà l'impressione di essere distratto e poco reattivo. Dal 90' Miretti SV

Dybala 7: Gioca un primo tempo maiuscolo, agendo su tutto il versante d'attacco della Juventus. Recupera la palla, imbuca per i compagni, gestisce e segna. La sua imprevedibilità era mancata come il pane. Dal 57' Morata 6: Prova a dare un po' di freschezza, ma bada più a gestire la palla che ad affondare. 

Vlahovic 6.5: Viene sottoposto a una marcatura asfissiante a tutto campo, ma quando c'è da metterci la testa per il secondo gol, non si fa pregare. Partita molto dispendiosa come al solito, ma riesce a essere sempre pericoloso sotto porta. Dal 90' Kean SV

Allegri 6: Sorprende molti per la formazione iniziale, ma ottiene i frutti sperati. Non si saprà mai quanto è sua la responsabilità di un secondo tempo di contenimento e contropiede. 


JUVENTUS-SALERNITANA, ALLEGRI: «PER COSTRUIRE CI VUOLE TEMPO»

 
Ancora sotto choc per l'eliminazione dalla Champions League, la Juventus deve gettarsi alle spalle la delusione e affrontare il nuovo turno di Campionato per continuare a coltivare il sogno della rimonta e, soprattutto, per difendere il quarto posto.

Come di consueto, alla vigilia del match, si è tenuta la conferenza stampa dell'allenatore bianconero Massimiliano Allegri che ha così presentato la sfida di domani pomeriggio all'Allianz Stadium: «La Salernitana è diversa dall’andata, gioca meglio. Noi dobbiamo dimenticare la delusione di mercoledì, chiudere questo periodo nel migliore dei modi, per stare a contatto con l’Inter e poi giocarci lo scontro diretto».

Riguardo le scelte di formazione, il mister ha ancora diversi dubbi, anche grazie ai rientri dagli infortuni: «Ci sono un po' di giocatori che rientrano, capirò le scelte da fare. Arthur gioca domani e ultimamente gioca sempre. Doveva tornare in condizione ed è rientrato nel momento giusto anche per la squadra, con pazienza».


Sul delicato momento, invece, Allegri dispensa ottimismo per il futuro: «Stiamo mettendo delle buone basi insieme alla società, per costruire ci vuole tempo. Siamo sulla buona strada e abbiamo trovato una scorciatoia...»

Per l'allenatore sarà molto importante non mollare e non lasciarsi influenzare da quanto accaduto in coppa: «Il 6 gennaio alle 22.30 eravamo a -10 dall'Atalanta: adesso possiamo consolidare il quarto posto, arrivare a giocarci lo scontro diretto con l'Inter a una distanza molto più breve di prima. Non si deve e non si può salire sulle montagne russe».

Inevitabilmente, Allegri è tornato sulla partita contro il Villareal: «I giocatori non cambiano il loro valore dal mercoledì al giovedì. Abbiamo creato tante palle gol con il Villarreal. Poi bisogna anche essere fatalisti, anche se è normale che nessuno si aspettasse una sconfitta di questo tipo, anche durante la partita. Mercoledì la squadra aveva ripreso a giocare con ordine dopo il gol subito; purtroppo ci sono gli imprevisti e sul calcio d'angolo non siamo stati lucidi. L'unica cosa che ho chiesto ai ragazzi è di smaltire in fretta la delusione e rifarsi domani».


Di fronte alle critiche di tifosi e addetti ai lavori, il mister difende il proprio lavoro: «Al rientro abbiamo la possibilità di giocarci le ultime partite con tutta la rosa disponibile e anche in buona forma. E se sbaglio formazione, posso rimediare. Io devo guardare al piano che abbiamo con la Società, grazie alla quale abbiamo anche accorciato i tempi su un piano di crescita che abbiamo pensato in 4 anni. Se per i giornali il quarto posto è un fallimento, fanno bene a scriverlo».

Dolci parole anche per i suoi calciatori: «Non ho da rimproverare niente ai giocatori, sono orgoglioso di loro. Da ora a fine stagione dobbiamo fare il massimo e vedere dove arriviamo; non cambio le mie valutazioni su di loro: ormai, dopo qualche mese, li conosco. Si è creato un gran gruppo».

Infine, Allegri conferma che bisogna proseguire sulla strada intrapresa: «Sono contento di come stiamo lavorando, poi è normale che ogni anno la squadra vada sistemata e rimodellata ma il tutto va fatto con lucidità e senza ragionare "di pancia"; ripeto che ho molta fiducia in questo gruppo, che ha margini di miglioramento. A inizio campionato abbiamo avuto difficoltà, poi gradualmente abbiamo ritrovato fiducia. Dobbiamo continuare a fare un passo alla volta, ci sono ancora molti punti da fare per arrivare nelle prime quattro».




JUVE FUORI DALLA CHAMPIONS: COSA RISCHIA ALLEGRI?

 
Parafrasando uno degli slogan più amati dai giornalisti italiani, l'amarissima delusione di ieri sera porta, inevitabilmente, a riflessioni che vanno oltre l'ennesima eliminazione dalla Champions League.

Per la terza volta consecutiva, la Juventus è uscita agli ottavi di finale, per la terza volta consecutiva contro una squadra inferiore tecnicamente. Il Villareal visto ieri è, infatti, una brutta copia della peggiore Juve allegriana, fatta di difesa e contropiede. 

Proprio per questo, gli spagnoli hanno interpretato la partita nel modo giusto e più congeniale alle loro caratteristiche. Essendo consapevoli della loro inferiorità, hanno aspettato e hanno colpito in contropiede, proprio come Allegri ha fatto tante volte.

Il problema principale, dunque, sta proprio nell'incapacità della Juventus di cambiare pelle e di giocare da favorita. Qualunque sia l'avversario, Allegri imposta la partita nello stesso modo, ma se può essere giusto farlo con squadre superiori, è inammissibile scegliere questa tattica quando la partita devi vincerla e dominarla.


Ieri questo è stato fatto soltanto per un tempo, alla fine del quale i bianconeri avrebbero meritato di essere in vantaggio. L'errore è stato nel non insistere nei secondi 45 minuti di gioco, in cui si sarebbe dovuta vedere l'intensità giusta e, soprattutto, il furore agonistico che una gara di Champions impone.

In tutta la partita, la Juventus ha tirato in porta 5 volte e tutte nel primo tempo. Durante la seconda frazione di gioco è stato un stillicidio di passaggi orizzontali o all'indietro. Ciò che proprio non entra nella testa dell'allenatore è che in Europa la vittoria bisogna cercarla con forza e convinzione, rischiando anche qualcosa, ma gettando sempre il cuore oltre l'ostacolo.

Ieri abbiamo visto una squadra perennemente preoccupata di non scoprirsi, con giocatori bloccati e frenati, incapaci di un'accelerazione o di una verticalizzazione, perché terrorizzati di poter prendere l'infilata.

Questo atteggiamento non credo dipenda dalle capacità personali, ma da una mentalità che Allegri ha di nuovo inculcato nei giocatori, ovvero quella riassunta in maniera egregia da lui stesso durante la partita contro lo Spezia: "Calma che prima o poi il buco lo troviamo".

Se un ragionamento simile basta in Italia per vincere 1-0 contro una squadra in lotta per non retrocedere, è chiaro che in Champons sia un suicidio, soprattutto quando incontro squadre che giocano con la tua stessa mentalità.

Ieri ci voleva un cambio di marcia, per una volta la Juventus avrebbe dovuto togliersi di dosso la sua armatura e osare, alzarsi, pressare e rischiare anche di subire qualche contropiede. D'altronde, se si è in grado di fare due o tre gol, uno si può anche subire senza fare drammi.


Chi sperava di rivedere il furore agonistico della storica rimonta contro l'Atletico Madrid, è rimasto profondamente deluso da una squadra insicura e frenata dalla propria stessa mentalità di gioco. 

Ieri occorreva giocare con cattiveria e chiudere la pratica già durante il primo tempo. È vero, la fortuna non ci ha certo aiutati, ma, come si dice, "la fortuna aiuta gli audaci" e in campo, ieri, si sono visti soltanto "conigli bagnati", come avrebbe detto l'Avvocato. 

Rimarrà una delle peggiori sconfitte della storia recente juventina, un'eliminazione che brucia tantissimo, molto più di quella dei due anni precedenti, perché lì, almeno, la partita era stata onorata, vincendo e uscendo soltanto per la regola dei gol segnati fuori casa.

Non ci sono scusanti che reggono, non ci solo alibi di assenze o infortuni. Nelle ultime stagioni, la Juventus è stata violentata, maltrattata, tradita, sedotta e abbandonata. Dalla decisione di cambiare volto alla squadra, si è tornati indietro di tre anni, rimettendo tutto in discussione e disorientando tifosi e addetti ai lavori.

Urge una profonda riflessione da parte della dirigenza, maggiore responsabile dello scempio visto ieri sera e protagonsita di una gestione folle della rosa e dei singoli giocatori. 

Che fare con Allegri? Personalmente, rimango convinto che non abbia più nulla da dare al calcio e che sia ora che si dedichi ad altro. Il suo rifiuto e la sua incapacità di vedere oltre il proprio naso (o muso?) è un limite che la Juventus non può più permettersi.

La stagione può essere raddrizzata soltanto vincendo Scudetto e Coppa Italia, ma le speranze sono davvero al lumicino.


(Marcello Gagliani Caputo)


JUVENTUS-VILLAREAL 0-3: COMMENTO E PAGELLE

 
Dopo il pareggio dell'andata, la Juventus ha affrontato il match di ritorno degli ottavi di finale di Champions League contro il Villareal.

I bianconeri sono arrivati all'appuntamento in un ottimo momento della stagione, forti dei 15 risultati utili consecutivi e in piena rincorsa in classifica.

Per l'occasione, Allegri non ha apportato grandi modifiche alla formazione già vista in Campionato contro la Sampdoria, con l'unica eccezione di De Sciglio a sinistra e del rientro di Vlahovic al centro dell'attacco. 

In porta, dunque, Szczesny e in difesa Rugani, de Ligt, Danilo e De Sciglio; a centrocampo, solito trio Locatelli-Arthur-Rabiot e in avanti "tridente" Cuadrado-Vlahovic-Morata.

Dopo un inizio molto prudente di ambedue le squadre, più attente a non scoprirsi che ad attaccare, la Juventus ha preso il controllo della partita e ha costretto il Villareal a chiudersi nella propria metà campo e a ripartire soltanto in contropiede.

Seppur con un ritmo sempre molto basso, i bianconeri sono andati vicinissimi al gol in almeno tre occasioni, con Morata di testa e con Vlahovic che ha colpito una traversa e ha impegnato altre due volte il portiere avversario.

Nei primi 45 minuti, Szczesny è stato praticamente inoperoso, ma la Juventus non è riuscita a concretizzare le occasioni, penalizzata anche da un po' di sfortuna. Dal canto suo, il Villareal ha fatto la partita prevista, ovvero in totale contenimento e in attesa di trovare uno spazio utile per colpire. 

Tra gli undici di Allegri, bene quasi tutti, soprattutto Rugani, Vlahovic e Arthur, mentre male Cuadrado, autore di diversi errori e poco incisivo in avanti dove, secondo quanto detto dallo stesso allenatore, sarebbe dovuto essere l'ago della bilancia

Il problema, piuttosto, è stato un gioco molto lento e l'assenza pressoché totale di intensità fisica e di gioco. La palla ha girato quasi sempre in orizzontale e i giocatori si sono mossi poco sul campo. Chi si aspettava una Juve arrembante, aveva fatto i conti senza Allegri. 


Il canovaccio non è cambiato nel secondo tempo, con la Juventus incapace di mettere alle corde l'avversario e di alzare il ritmo. La squadra ha continuato nel suo torello a tratti stucchevole e non ha pressato il Villareal, permettendo agli spagnoli di continuare a difendersi con ordine e tranquillità.

Rispetto al primo tempo, i bianconeri non sono stati capaci di tirare in porta e, dunque, alla fine è arrivato il vantaggio degli spagnoli, grazie a un calcio di rigore causato da Rugani. 

Chi si aspettava una reazione d'orgoglio e di rabbia, ha, invece, visto una Juventus senza idee e spaventata, poco lucida e molla sulle gambe. Non sono arrivate occasioni da gol e i giocatori sono, letteralmente, usciti dal campo, permettendo al Villareal di dilagare.

Ennesima figuraccia europea per la Juventus e per Allegri. Eppure, dopo il primo tempo, a tutto avremmo pensato tranne che a un crollo del genere. Evidentemente, è mancata la cattiveria e il coraggio, la prudenza e la "halma" propinata dall'allenatore non hanno fatto altro che frenare i giocatori, incapaci di mettere in campo la giusta grinta.

Risultato pesantissimo, ben oltre i demeriti della Juve, ma che sottolinea, per l'ennesima volta quest'anno, i limiti di una squadra che in Europa non può e non deve giocare in questo modo. Il secondo tempo è stato il manifesto di una Juventus alla deriva, priva di una guida e di leader in campo.

Come giustamente sottolineato da Clarence Seedorf nel post partita "in Champions, la vittoria devi andare a prendertela, non puoi aspettare che te la regalano". Qualcuno lo riferisca ad Allegri



PAGELLE:

Szczesny SV: Non effettua alcuna parata, ma se ne torna a casa con tre gol al passivo. 

Danilo 6: Gioca bloccato all'indietro, impegnato a tenere la posizione e a coprire. Si sgancia soltanto per i calci d'angolo.

Rugani 5.5: Gioca un'ottima partita, ma rovina tutto con il fallo che causa il rigore che porta in vantaggio il Villareal. Un vero peccato. Dal 78' Dybala SV

De Ligt 6: Nel primo tempo viene impegnato poco, nel secondo naufraga con tutta la squadra.

De Sciglio 4.5: Ci era mancato il giocatore inutile e incomprensibile ammirato negli anni scorsi, stasera è tornato prepotente. 

Arthur 6.5: Nel primo tempo domina in lungo e largo, poi smette di giocare insieme a tutti i compagni di squadra.

Locatelli 6: Gioca un ottimo primo tempo, alternando il lavoro di copertura a quello di inserimento in avanti. Nei secondi 45 minuti cerca inutilmente di offrire opzioni ai compagni. Dall'83' Bernardeschi SV

Rabiot 6.5: Fino al gol del vantaggio del Villareal, è uno dei migliori, soprattutto in copertura. 

Cuadrado 4.5: Già nel primo tempo mostra di non essere in serata, sbaglia parecchio e non prova quasi mai a saltare l'uomo.

Morata 5.5: Si impegna, corre, va vicino al gol, ma poi non si vede più per tutto il secondo tempo. Dall'86' Kean SV

Vlahovic 6.5: L'unico che ci mette un briciolo di grinta e di voglia, ma nel secondo tempo la squadra lo supporta poco e lo abbandona a se stesso. 

Allegri 2: Gli "allegriani cortomusisti" lo difenderanno anche stasera, addossando la colpa ai giocatori, ma stasera il mister ha fatto l'ennesima figuraccia, facendo giocare alla squadra un secondo tempo vergognoso.


(Marcello Gagliani Caputo)


JUVENTUS-VILLAREAL, ALLEGRI: «DOBBIAMO AVERE L'AMBIZIONE E L'OBIETTIVO DI ARRIVARE FINO IN FONDO»


Alla vigilia della partita di ritorno contro il Villareal, valevole per gli ottavi di finale di Champions League, Massimiliano Allegri e Manuel Locatelli hanno partecipato alla consueta conferenza stampa.

Dopo l'1-1 dell'andata, la Juventus è costretta a vincere per continuare a coltivare il sogno di arrivare in fondo alla Champions League, ma gli spagnoli guidati da Emery non sono avversario facile, come già visto in Spagna.

Il primo a rispondere alle domande dei giornalisti è stato Locatelli che ha presentato così il match in programma domani sera all'Allianz Stadium: «Domani sarà fondamentale il nostro atteggiamento, è una partita che non possiamo sbagliare. Siamo cresciuti tanto, il gruppo sta facendo molto bene e siamo davvero felici. Il Villarreal gioca bene a calcio, sono forti: dovremo stare attenti nelle due fasi e fare una partita molto matura: saremo pronti, la Champions è qualcosa di diverso ed emozionante, ma abbiamo la giusta mentalità».

Riguardo alle sue prestazioni e alla posizione in campo, l'ex Sassuolo ha precisato che «mi trovo molto bene nella posizione in cui gioco, riesco ad attaccare gli spazi, ma tutti noi dobbiamo continuare in questo modo, perché stiamo facendo bene. In questi mesi la mentalità del club mi ha colpito, ti entra dal primo momento».

Il giovane centrocampista spiega anche il rapporto con Allegri: «Il Mister ci chiede di occupare al meglio gli spazi, abbiamo capito cosa vuole da noi, proviamo a metterlo in pratica e in questo periodo ci stiamo riuscendo. Ma possiamo e dobbiamo ancora migliorare tutti, abbiamo margini».

Infine, Locatelli dedica un pensiero ad Arthur, suo compagno di centrocampo: «Stimo molto Arthur, ci siamo trovati bene fin dal primo momento in cui ci siamo visti».


Arrivato il momento di Allegri, il mister ha messo subito in chiaro ciò che si attende domani: «Siamo nel momento decisivo della stagione, stiamo bene. Vogliamo arrivare alla sosta nelle migliori condizioni, adesso ci focalizziamo su domani. Dobbiamo avere l'ambizione e l'obiettivo di arrivare fino in fondo. E non dobbiamo avere mai rimpianti; domani è come una finale secca e la giochiamo in casa».

L'allenatore bianconero ha fatto anche un bilancio sugli infortunati e sui rientri, alcuni dei quali previsti già domani: «Rientrano Chiellini, Dybala e Bernardeschi. Tre rientri importanti, anche nell'ottica eventuale dei 120 minuti. Out ancora Bonucci, anche con Alex Sandro non voglio rischiare. Vediamo se Zakaria rientra giovedì».

Sulla formazione, invece, Allegri ha precisato che «Vlahovic gioca domani, Morata è in un ottimo periodo di forma; in questo momento tutti stanno facendo bene, siamo diventati un gruppo granitico. Ma non abbiamo ancora fatto niente. Occhio ai pericoli, pensiamo a domani».


Il mister ha le idee chiare anche sull'approccio alla partita: «Domani ci dev'essere un'atmosfera positiva, sarà una partita difficile, in alcuni momenti dovremo anche difendere. Questo è il momento che conta della stagione: è adesso che si deve essere "diversi" dal resto della stagione. Il Villarreal è una squadra esperta, con un allenatore molto bravo, concede poco e non esce dalla partita».

La parola d'ordine è passare il turno, come ha confermato lo stesso Allegri: «L'obiettivo unico di domani è ovviamente passare il turno, e questo capita interpretando al meglio i vari momenti della gara. All'andata abbiamo pagato una disattenzione, ma in ogni caso il turno non si sarebbe comunque deciso in Spagna».

L'allenatore bianconero si è soffermato, soprattutto, sul modo in cui i giocatori dovranno affrontare la partita e si è detto sicuro sull'affidabilità dei suoi uomini: «In questo momento c'è solo da giocare e da vincere. E la palla diventa più piccola e più pesante... Non ho preoccupazioni, la squadra ha trovato maturità, ci sarà da avere pazienza e interpretare bene la partita, con rispetto dell'avversario». 

Infine, un pensiero anche per qualche singolo, a cominciare dalla coppia d'attacco Morata-Vlahovic: «Morata deve far gol, come Vlahovic. Ma stanno facendo bene in tanti e siamo pronti. Pellegrini è cresciuto molto, è contento ma ha ancora margini di miglioramento».



CHIELLINI: «QUEST'ANNO POSSIAMO PROVARE A VINCERE LA CHAMPIONS»

 

In attesa di riprendere il suo posto al centro della difesa dove diverse settimane dall'infortunio al solito polpaccio, Giorgio Chiellini ha rilasciato una lunga intervista al "The Times", in cui ha parlato di se stesso, del  suo futuro e di quello della Juve.

Il pensiero fisso, naturalmente, è uno e si chiama Champions League, grande trofeo che manca nella bacheca del difensore e che significherebbe il coronamento di una carriera straordinaria: «La Champions è qualcosa che mi manca e che alla Juve manca dal 1996. Ci siamo andati molto vicini, ci proviamo ogni anno, ma è un torneo dove non sempre vince la squadra migliore. Negli ultimi tre anni siamo stati eliminati da Porto, Lione e Ajax. Non possiamo essere soddisfatti. Quest’anno possiamo provare a vincerla».

Per l'ennesima volta, il difensore ha spiegato cosa significhi giocare nella Juventus: «Ho imparato il significato di giocare per la Juventus. Questo è un club che cerca di dare tutto ai giocatori, in modo che possano solo giocare a calcio. Siamo fortunati ad avere, a vigilare sulle nostre teste, una famiglia, gli Agnelli che sono qui da quasi 100 anni. Per loro questo non è solo un investimento. Vogliono creare qualcosa e il verbo più importante è "vincere". Questo non significa che devi vincere tutto ma alla Juventus si punta sempre a vincere». 


Chiellini ha parlato anche della possibilità che Paul Pogba torni alla Juventus, squadra che lo ha lanciato e consacrato: «Lui è il LeBron James del calcio. Davvero, è fantastico com'è cresciuto. Quando lo vidi per la prima volta agli allenamenti dissi "Cosa? Non è vero". Sapevo che arrivava dal Manchester United, quindi mi aspettavo di vedere un ottimo giocatore, ma il fatto che fosse andato via da lì mi faceva pensare che non fosse un top player. Invece lo era. Ora mi dispiace che non riesca a far vedere completamente tutte le sue qualità».

Un pensiero anche per Cristiano Ronaldo, considerato dal capitano juventino un alieno: «Sono stato fortunato a giocare tre anni alla Juventus con Cristiano. Nei momenti decisivi, quando hai bisogno, lui c'è sempre». 

Riguardo alla sua carriera, Chiellini racconta così la sua crescita e la sua maturazione che lo hanno portato a diventare uno dei difensori più forti del mondo: «Quando ero più giovane ero più "acceso", avevo bisogno di un nemico e non avevo un buon rapporto con gli altri attaccanti. Adesso invece mi piace parlare con loro durante le partite, mi piace condividere sensazioni e discutere di ciò che sta succedendo durante un match. Con loro scherzo anche, a volte. Non sono aggressivo: adesso il "nemico" non è un nemico, ma un amico che gioca contro di me, e ho capito che se non disperdo le mie energie "combattendo" come facevo prima, potevo diventare più lucido e più concentrato. Così le mie prestazioni sono migliorate». 


Per il numero 3 della Juventus, il difensore è uno dei ruoli più complicati da gestire, perché «è un ruolo che devi sentirti dentro. Bisogna essere felici di non permettere all'attaccante di fare la giocata che vuole. È un ruolo di studio, perché bisogna capire l'avversario e cogliere la sua intenzione. E poi è anche un ruolo emotivo. Voglio dire, toccando prima del cross o del lancio alto cominci a sentire la connessione con l'avversario. Devi impressionarlo con la tua superiorità, renderlo nervoso. Fagli capire che non riceve la palla, riceve una spinta prima di ricevere la palla».

Il capitano bianconero è tornato a parlare del successo allo scorso Campionato Europeo, in casa dell'Inghilterra: «Loro avevano molta più pressione di noi e a volte la pressione ti dà energia, ma a volte è un ostacolo. Noi abbiamo percepito questa paura. Forse non paura, ma il loro nervosismo, la loro tensione. A fine primo tempo, con l’Inghilterra in vantaggio 1-0, nel nostro spogliatoio c’era tranquillità. Eravamo sicuri che se avessimo tenuto la palla, avremmo segnato. Sicuramente avremmo trovato la soluzione per farlo. Tenere i nervi saldi è stata la cosa più importante e poi siamo stati fortunati ai rigori. Un pareggio è stato il risultato più giusto per quella partita».

Infine, una battuta sul suo ritiro, più volte annunciato dai giornali ma sempre rimandato: «Un pensiero al ritiro? Forse devo chiamare Zlatan (Ibrahimovic, ndr) e decidere insieme a lui. Potremmo fare un video per Sky in cui ci diciamo: "Cosa vuoi fare?", "No, tu cosa vuoi fare?", "Ok, possiamo decidere insieme"». 


SAMPDORIA-JUVENTUS 1-3: COMMENTO E PAGELLE

 
In attesa del ritorno degli ottavi di finale di Champions League, la Juventus è scesa in campo a Genova, contro la Sampdoria, partita valida per la 29ma giornata di Campionato.

L'obiettivo degli undici di Allegri era difendere il quarto posto e, possibilmente, accorciare sulle squadre davanti, mentre la formazione di Giampaolo puntava a dare continuità alle ultime prestazioni casalinghe.

Per l'occasione, l'allenatore della Juventus ha deciso di concedere un turno di riposo a Dusan Vlahovic e ha affiancato Kean a Morata, confermando il centrocampo a quattro visto contro lo Spezia.

Nonostante i tentativi della Sampdoria di dare ritmo alla partita e di comandare le oprrazioni, la Juventus ha giocato un primo tempo cinico e spietato, tanto che, senza nemmeno sporcare i guanti al portiere avversario, è riuscita ad andare negli spogliatoi con due gol di vantaggio, uno arrivato su autogol e l'altro su calcio di rigore

Sugli scudi Arthur e Morata, l'uno ormai padrone del centrocampo bianconero e difensore aggiunto, l'altro fisicamente devastante e freddissimo dal dischetto. La Juventus ha raccolto il  massimo risultato con  il minimo sforzo, sintomo di fiducia e sicurezza, ma soprattutto di un'identità che, seppur poco piacevole all'occhio, sta portando ottimi risultati.  


Forte del robusto vantaggio, nel secondo tempo la Juventus ha badato, giustamente, a risparmiare energie e a gestire la partita. Tuttavia, ogni qualvolta se n'è presentata l'occasione, ha provato ad affondare per alleggerire la pressione, mai comunque asfissiante, della Sampdoria.

Anche con la complicità di un avversario mai in grado di creare grossi pericoli a Szczesny, i bianconeri hanno giocato un secondo tempo ordinato. La squadra ha mantenuto il controllo della partita, a tratti difendendo senza mai andare in affanno e palleggiando per rallentare il ritmo. 

Perfino dopo il gol dell'1-2, la Juventus non si è scomposta e, anzi, ha ripreso a macinare gioco finché non ha trovato il terzo gol, ancora con Morata, grande protagonista da una parte e dall'altra. 

Rispetto a molte delle precedenti partite, la Juventus ha giocato sì nella stessa maniera, ma non è vista la solita apatia che aveva suscitato critiche e perplessità. Stavolta, la squadra è stata compatta e unita e ogni giocatore ha fatto il proprio dovere, mettendosi al servizio dei compagni. 

Si portano a casa altri tre punti pesantissimi e, stavolta, anche in maniera convincente, seppure più nell'atteggiamento che nel gioco. Un'ottima prova in attesa della Champions che ha dato incoraggiamenti indicazioni anche sulla condizione fisica dei giocatori.


PAGELLE:

Szczesny 8: Non corre molti rischi, ma para il rigore che avrebbe potuto cambiare le sorti della partita. Non può fare nulla sullo sfortunato autogol di Morata.

Danilo 6.5: Pensa soprattutto a dare il suo contributo alla fase difensiva e fa sentire il suo peso e la sua esperienza.

De Ligt 7: Controlla ottimamente gli attaccanti avversari, sempre in modo pulito e preciso.

Rugani 7: Conferma le buine impressione delle precedenti partite. Sembra un nuovo giocatore rispetto al passato, forse sta trovando la sua vera maturità. 

Pellegrini 6.5: Generoso e sempre pronto ad affondare, ma migliora anche in difesa e nella gestione della palla. Dall'84' De Sciglio SV

Arthur 7.5: Un vero metronomo, con lui il centrocampo gira bene, anche se non sempre in avanti. Inoltre, effettua alcune preziosissime chiusure difensive. 

Locatelli 6.5: In coppia con Arthur gioca più libero da compiti di impostazione, per cui riesce a esprimersi al meglio. 

Rabiot 5.5: Non gioca la sua peggiore partita, ma rischia di rimettere in gioco la Sampdoria con il fallo di mano che procura il rigore. Dal 75' Alex Sandro SV

Cuadrado 7: Ormai gli autogol su un suo cross stanno diventando un classico. Quando affonda lui, la Juventus è sempre pericolosa. 

Morata 7: Dopo un primo tempo eccelso, in cui corre, segna e vince tantissimi contrasti, nel secondo gestisce le forze. 

Kean 7: Gioca, probabilmente, la miglior partita della stagione. Seppur non andando in gol, il giovane attaccante è stato sempre al centro della manovra d'attacco, si è procurato il rigore dello 0-2 e ha retto fisicamente in maniera ottima. Dal 64' Vlahovic 6: Si batte, ma la sensazione è che non voglia rischiare nulla in vista della Champions.

Allegri 6.5: Stasera la fortuna lo ha aiutato sicuramente, ma la sua mano comincia a vedersi chiaramente, soprattutto nel modo cinico in cui la Juventus ha vinto.


SAMPDORIA-JUVENTUS: ARBITRO E PROBABILI FORMAZIONI

 
In attesa dell'importantissimo match di Champions League della prossima settimana, la Juventus è attesa a Genova per l'impegno di Campionato contro la Sampdoria.

Dopo la vittoria contro lo Spezia e la conquista reale del quarto posto in classifica, gli undici di Allegri devono proseguire la loro marcia, sempre sperando in qualche passo falso delle squadre che li precedono.

Dopo il recupero di Rugani e Bernardeschi, l'infermeria juventina va svuotandosi molto lentamente e oltre al rientro di De Sciglio e Alex Sandro, Dybala potrebbe accomodarsi in panchina, provando a recuperare per il Villareal.

In porta, Allegri confermerà Szczesny, mentre in difesa agiranno ancora Rugani e de Ligt al centro e Danilo e Pellegrini sulle fasce.



A centrocampo, vedremo ancora il terzetto Arthur-Locatelli-Rabiot, infine, in attacco, ci sarà ancora il tridente Cuadrado-Morata-Vlahovic, anche se Kean potrebbe avere una chance.

Di seguito i probabili schieramenti delle due squadre:
SAMPDORIA: Falcone, Bereszynski, Yoshida, Colley, Augello, Candreva, Thorsby, Rincon, Sabiri, Caputo, Quagliarella - All. Giampaolo

JUVENTUS: Szczesny, Danilo, De Ligt, Rugani, Pellegrini, Locatelli, Arthur, Rabiot, Cuadrado, Vlahovic, Morata - All. Allegri


A dirigere la partita, ci sarà Paolo Valeri di Roma, coadiuvato da Di Vuolo e Bottegoni, mentre al VAR opererà Aureliano.

Il match sarà il numero 138 tra le due squadre e il bilancio parla di 27 vittorie della Sampdoria, 37 pareggi e 73 vittorie della Juventus.

La partita si giocherà sabato 12 marzo alle ore 18.00 e verrà trasmessa, in esclusiva, su DAZN.


RINNOVO DYBALA: CI SIAMO?

 
Dopo settimane di attese, accuse, recriminazioni e illazioni, la telenovela del rinnovo di Paulo Dybala sta volgendo, forse, al termine e scopriremo se il numero 10 della Juventus resterà a Torino o proseguirà la sua carriera in altri lidi

L'incontro decisivo dovrebbe tenersi questa settimana, probabilmente domani stesso, come anticipato da molti giornali, ma non si sa ancora quale sarà la conclusione della trattativa.

Tutto dipenderà dalla volontà del calciatore che sta vivendo una delle stagioni più complicate degli ultimi anni, vittima di infortuni e messo continuamente in discussione dai tifosi.

Ormai gli scontri tra "dybaliani" e "anti-Dybala" sono all'ordine del giorno e le questioni riguardano quasi sempre la richiesta economica del giocatore, da molti considerata eccessiva soprattutto alla luce del suo rendimento.


Dal canto suo, la Juventus sembra avere le idee chiare e proporrà all'argentino un rinnovo "ragionato", ovvero che terrà in considerazione sia il momento delicato delle casse della società sia l'apporto che Dybala stesso sta dando e può ancora dare alla squadra.

Insomma, la somma fissa non dovrebbe scostarsi da 7-7,5 milioni all'anno, mentre verrà data molta più importanza alla parte dei bonus, legati proprio alle prestazioni del numero 10 bianconero.

Siamo davanti a una situazione molto intricata che tutti speriamo si possa risolvere con la soddisfazione delle due parti e con la prosecuzione di un matrimonio ormai lungo e stabile tra Dybala e la Juventus. 


Un suo addio, infatti, potrebbe portare a un indebolimento della rosa e, soprattutto, all'assenza di un calciatore in grado di dare quella creatività e quella imprevedibilità che quest'anno sono mancate tantissimo alla squadra di Allegri.

Come per ogni storia d'amore, però, il sentimento e l'impegno devono essere presenti da entrambe le parti, per cui dipenderà da Dybala se fare una scelta di cuore o una di convenienza. 

Negli ultimi giorni, infatti, sono rimbalzate notizie di un'offerta dell'Inter e di altre squadre europee, ma l'argentino ha sempre dichiarato di voler dare precedenza alla Juventus, pertanto non resta che attendere la sua decisione definitiva


(Marcello Gagliani Caputo)


JUVENTUS-SPEZIA 1-0: COMMENTO E PAGELLE


Per la 28ma giornata di Campionato, la Juventus ha ospitato lo Spezia all'Allianz Stadium, con l'obiettivo di vincere per staccare l'Atalanta e mirare ad accorciare sulle squadre di testa.

Per l'occasione, Allegri ha recuperato un paio di giocatori, tra i quali Daniele Rugani che è tornato in difesa a fare coppia con De Ligt. A centrocampo, la zona più penalizzata dagli infortuni, confermato il trio Arthur-Locatelli-Rabiot, mentre in avanti, tridente Cuadrado-Morata-Vlahovic, quest'ultimo a caccia di gol per rafforzare la leadership nella classifica cannonieri.

L'approccio della Juventus alla partita non è stato molto diverso da quello visto in passato, ovvero molto attendista e lento. I giocatori hanno tenuto il ritmo basso, in attesa di trovare lo spazio giusto per affondare, ma lo Spezia si è dimostrato sempre molto attento.  

Non a caso, i bianconeri hanno trovato il vantaggio soltanto su un errore del portiere spezzino che ha sbagliato il rinvio coi piedi. Dopo il gol di Morata, la Juventus è sembrata più sciolta ed è riuscita a costruire altre occasioni e a dare continuità alla manovra d'attacco, ma non ha trovato il guizzo necessario per chiudere il match.

Nel primo tempo, lo Spezia ha provato a giocare con attenzione e per buona parte del match è riuscita a limitare gli attacchi della Juve che, dal canto suo, ha peccato, ancora una volta, di cattiveria e convinzione.

Per l'ennesima volta, infatti, gli undici di Allegri avrebbero potuto mettere una seria ipoteca sulla partita già nei primi 45 minuti, ma troppo spesso hanno preferito il possesso palla e una manovra troppo astrusa e poco scorrevole


Nel secondo tempo, lo Spezia è sceso in campo con molta più aggressività e ha messo un paio di volte in difficoltà Szczesny, mentre la Juventus ha continuato a giocare con flemma e poca velocità.

I giocatori hanno dato l'impressione di essere frenati, perfino nelle occasioni in cui avrebbero potuto affondare, hanno scelto di rallentare il ritmo e di passare, magari, la palla indietro anziché verticalizzare.

La squadra si è allungata e le distanze tra l'attacco e gli altri reparti è aumentata. Complice l'atteggiamento dello Spezia e le scelte di Allegri, la Juventus ha perso il controllo della partita e si è abbassata troppo, lasciando il pallino del gioco agli avversari e agendo soltanto in contropiede

Bene la Juventus nel primo tempo, inguardabile nel secondo. Un'involuzione a cui dovremmo essere ormai abituati, ma che, ogni volta, ci lascia l'amaro in bocca, soprattutto perché sembra una scelta voluta e non casuale.

Gli ossessionati dallo slogan "conta solo vincere" staranno festeggiando coi botti, al contrario dei poveri tifosi che erano allo stadio e che hanno dovuto assistere all'ennesima prestazione appena al di sopra della decenza.

Sono arrivati altri tre punti importanti che allungano la striscia positiva, ma qualcosa in più, soprattutto in occasioni come questa, era legittimo (e doveroso) aspettarsela. 


PAGELLE:

Szczesny 6.5: Sarebbe potuta essere una partita senza voto, ma il polacco ha dimostrato di essere attento in quelle poche occasioni che lo Spezia è arrivato nell'area avversaria.

Danilo 6.5: In difesa non deve faticare molto, per cui si propone spesso in appoggio e a inizio manovra. Partita dopo partita, diventa sempre più importante per la squadra.

Rugani 6.5: Molto attento dietro, ha il merito di intercettare il rinvio sbagliato di Provedel e metterla sui piedi di Vlahovic per dare via all'azione del gol di Morata.

De Ligt 6.5: Anche per lui partita tranquilla, anche se non secondo tempo qualche situazione ha dovuto sbrigarla.

Pellegrini 6.5: Spinge con continuità ed è sempre tra i primi a proporsi in avanti. Dimostra di avere la mentalità e lo spirito giusto. Dal 62' Bernardeschi 5: Entra e si fa ammonire, tra l'altro già diffidato.

Locatelli 6.5: Soprattutto dopo il gol del vantaggio, sale in cattedra e oltre a orchestrare il centrocampo con Arthur, si concede diverse incursioni. Nel secondo tempo soffre insieme alla squadra. 

Arthur 5: Meno preciso del solito, commette qualche errore di troppo e tiene eccessivamente la palla, rischiando inutilmente.

Rabiot 5: Ancora una volta, di fatica a capire il suo ruolo nella squadra e l'apporto che può dare.

Cuadrado 6.5: Più in palla rispetto alle scorse partite, finalmente torna a saltare l'uomo e a proporsi in area di rigore. 

Morata 6.5: Stavolta, il suo sacrificio viene premiato dal gol che gli mancava da ormai troppo tempo.

Vlahovic 6: Ha pochi palloni da poter trasformare in tiri in porta, però si muove su tutto il fronte d'attacco e prova a tenere la squadra alta, sempre poco supportato. Dall'85' Kean SV 

Allegri 5: Come al solito, deve lasciare la sua traccia sulla partita, decidendo, a mezz'ora dalla fine, di passare al 4-4-2, così da coprirsi e difendere l'1-0.


(Marcello Gagliani Caputo)