LA RIVINCITA DI ALLEGRI

 

La partita di ieri sera potrebbe significare molto per la stagione della Juventus. In primis perché con 6 punti dopo due partite, 4 gol segnati e 0 subiti, la qualificazione agli ottavi di finale in Champions League è in discesa.

Tuttavia, il motivo principale è perché si è rivista la Juve dei nove scudetti consecutuvi, una squadra tornata tale, dove i giocatori sanno esattamente cosa fare, dove stare e come aiutarsi a vicenda. 

In una recente intervista, Leonardo Bonucci ha dichiarato che, quando c'era Cristiano Ronaldo in squadra, tutti loro tendevano a credere che dandogli la palla si sarebbe vinta la partita. Una sorta di deresponsabilizzazione che ha fatto malissimo alla Juventus e che adesso Allegri sta cercando di curare.

Ieri è stato soltanto il primo passo, perché la partita l'ha vinta lui, senza ombra di dubbio. Possiamo criticarlo, può non piacerci il suo gioco sparagnino oltre ogni limite, con tanto di teoria del "corto muso", ma finisce spesso per aver ragione lui.


Anche ieri sera, la Juventus sembrava essere scesa in campo timida e spaventata, i giocatori stavano in undici dietro la linea della palla, ma, alla lunga, è stata una strategia vincente, seppur sofferta fino all'ultimo.

Se, di solito, l'apporto dell'allenatore in una partita è inferiore a quello della squadra, contro il Chelsea è stato, invece, Allegri a fare la differenza, rischiando ma venendo premiato per la sua sagacia tattica

Sono stati annullati campioni come Lukaku e Jorginho, il Chelsea ha avuto una sola occasione davvero pericolosa sotto porta. Ha tenuto tanto la palla, ma in modo sterile e ripetitivo, proprio grazie allo schieramento in campo degli juventini, capaci di chiudere ogni varco e di ripartire, letali, in contropiede. 

Sui social, Ezio Greggio, grande tifoso bianconero, ha definito il match di ieri sera non "una bella partita", ma "una grande partita". Ed è ciò che Allegri ha quasi sempre offerto alla Juve pre-Ronaldo, ovvero tanta concretezza, tanto equilibrio ma poco spettacolo.

Se è questo il destino della Juventus, se è questo l'unico modo per vincere, se è questo il vero spirito Juve, allora dobbiamo dare ad Allegri ciò che è di Allegri e tornare a vedere una squadra meno votata all'attacco e allo spettacolo, ma più solida ed equilibrata.


(Marcello Gagliani Caputo)


JUVENTUS-CHELSEA 1-0: COMMENTO E PAGELLE

 

Nel secondo turno del girone H di Champions League, la Juventus batte il Chelsea per 1-0 e vola in testa alla classifica a punteggio pieno.

È stata una partita particolare, già dalla scelta iniziale di Allegri di rinunciare a una punta vera per schierare una sorta di "falso tridente" con Chiesa-Bernardeschi e Cuadrado.

Nel primo tempo, i bianconeri hanno lasciato l'iniziativa al Chelsea che ha tenuto palla per circa il 70%, ma è stata proprio la Juve ad avere le migliori occasioni in contropiede.

In certi momenti, gli undici di Allegri hanno giocato in undici dietro la linea della palla, ma anche grazie all'eccessiva macchinosità e leziosità degli inglesi, sono riusciti a partire in contropiede e a rendersi pericolosi. 

Nel secondo tempo, la Juventus è parsa più sicura dei propri mezzi e ha preso coraggio subito, grazie al gol lampo di Chiesa che ha messo la partita nella direzione desiderata.

Una volta in vantaggio, la squadra è tornata ad abbassarsi e a fare muro davanti alla difesa, ma si è mostrata sempre ordinata e pronta a sorprendere gli avversari in contropiede. 

Nonostante le perplessità e l'inizio molto timido, Allegri è riuscito a organizzare una partita che ha messo in grande difficoltà il Chelsea, mai in grado di giocare come è solito fare. 

Tutti i giocatori juventini hanno disputato una gara seria e precisa, proprio come chiesto dall'allenatore alla vigilia e si è rivisto il vero spirito di squadra della Juventus. 



PAGELLE:

Szczesny 7: Non corre molti rischi, ma ha il merito di farsi trovare sempre pronto nelle uscite e dà sicurezza a tutta la difesa.

Danilo 6.5: Mette ordine e attenzione in ogni giocata, senza trascendere ma facendo il suo con grande abnegazione.

Bonucci 7: Domina in difesa, formando un muro invalicabile con de Ligt e si concede anche qualche sgroppata in avanti.

De Ligt 7.5: Annulla Lukaku, vincendo quasi tutti i duelli e facendosi trovare pronto all'anticipo. Quando decide di far sentire la sua fisicità, non ce n'è per nessuno.

Alex Sandro 7: Altra partita di grande livello del redivivo brasiliano, ora di nuovo punto di riferimento della squadra.

Bentancur 6.5: Partita molto dinamica dell'uruguaio che corre dietro a tutti e recupera tanti palloni, ma sbaglia anche molti appoggi, soprattutto quelli in verticale. Dall'82' Chiellini 6: Entra per chiudere ogni varco rimasto agli attaccanti del Chelsea e lo fa sempre con la solita grinta.

Locatelli 6.5: L'ex Sassuolo continua il suo cammino di crescita, dando dimostrazione di essere pronto anche a questi grandi appuntamenti. È preciso e ordinato e ha l'intelligenza di non strafare mai. 

Rabiot 6: Allegri continua a stuzzicarlo, cercando di risvegliare in lui una reazione, ma il francese non sembra voler compiere il definitivo salto di qualità. Corre molto, ma sbaglia troppo. Dal 75' McKennie 6: Butta in campo la sua grinta per tenere indietro gli avversari nel concitato finale. 

Cuadrado 6.5: Partita oscura ma importante per il colombiano che è presente in ogni parte del campo e si fa sempre trovare pronto al sacrificio e alla ripartenza.

Bernardeschi 6.5: All'ennesimo banco di prova, dà finalmente delle risposte, giocando a tutto campo e servendo un assist al bacio per il gol di Chiesa. Tuttavia, ha sulla coscienza il mancato gol del 2-0. Dal 65' Kulusevski 5.5: Cerca di tenere la palla per far passare il tempo, ma non riesce mai a essere incisivo. 

Chiesa 8: Imprendibile. Fa impazzire da solo tutta la difesa del Chelsea, segnando anche il gol decisivo da vero centravanti. Ripiega indietro ed è sempre pronto a strappare in velocità, una vera furia. Dal 75' Kean 6: Combatte su ogni palla e tiene alta la squadra, facendo trascorrere i minuti finali. 


FEDERICO CHIESA: "HO ANCORA TANTA FAME"

 

Alla vigilia dell'importantissimo match di Champions League, Federico Chiesa ha rilasciato una lunga intervista al Daily Telegraph, dove racconta la sua vita e il suo rapporto con il calcio.

Riguardo il suo avvicinamento al mondo del calcio, il giocatore della Juventus ha confermato quanto sia stato importante l'appoggio della famiglia«Non giocavo nelle giovanili della Fiorentina, quindi ho pensato "smettiamola e proviamo qualcos’altro". Ma con l’aiuto della mia famiglia mi sono spinto ad allenarmi più duramente e a far crescere il mio corpo perché ero davvero piccolo e magro. [...] La mia famiglia mi ha aiutato a trovare un’altra opzione se non avessi giocato e quella era la scuola».

Naturalmente, Federico riconosce gran parte del merito al padre Enrico, ex calciatore del Parma e alla madre Francesca: «È stato un grande momento per la mia famiglia portare il nostro nome in tutto il mondo e nella storia del calcio. Io ho sempre detto che non c’era alcuna pressione perché mio padre mi ha aiutato ad arrivare al punto in cui sono oggi e lo ha fatto quando non giocavo nelle squadre giovanili. Ero concentrato solo sul tentativo di realizzare il mio sogno, di giocare in Serie A, e mio padre mi ha aiutato. Il confronto viene fatto ogni giorno. Ma lui era un attaccante, io sono un’ala. Sono arrivato al punto in cui posso dirlo: a destra o a sinistra non importa. [...] Mia mamma mi ha sempre detto che se hai buoni voti a scuola avrai buone prestazioni nel calcio e se hai buone prestazioni nel calcio allora avrai buoni voti a scuola. Sono complementari. Nel mondo moderno l’istruzione è fondamentale. Ti aiuta a superare la pressione dei media, nel mio caso perché sono un calciatore. Sono in grado di razionalizzare le cose. Riesco a tenere la testa dritta e concentrata sulle questioni reali. L’istruzione aiuta a darti questo. Per esempio, sono su Instagram ma non lo uso. A volte lo controllo ma non ce l’ho sul telefono. Non rappresenta la realtà».


Inevitabile un pensiero ai recenti Campionati Europei, nei quali Chiesa ha vinto il suo primo importante trofeo internazionale da protagonista: «È stata una finale fantastica, forse la notte migliore della mia vita. Subire subito gol ci ha lasciato un po’ spaventati perché sembrava strano. Di solito non concedevamo e farlo presto in una finale è stata dura. Ma la nostra umiltà, la nostra mentalità ci hanno aiutato a farcela. L’Inghilterra è stata fantastica e la finale era 50/50. È finita ai rigori e Donnarumma è stato il miglior giocatore, parando due rigori. Voglio dire, si è meritato il premio di migliore in campo! L’esultanza finale? La metà dei giocatori piangeva e l’altro 50 per cento correva per il campo cercando di abbracciare Donnarumma. Ma poi tutti piangevano. Tutti erano pieni di emozione. Un sogno che si avvera».

Un pensiero, Federico lo dedica a Jorginho, suo compagno in Nazionale, ma avversario in Champions League: «È un giocatore straordinario. Spesso quando non ha la palla sta facendo un sacco di "lavoro sporco" per la sua squadra. Ha una grande conoscenza del calcio, in campo e anche fuori perché aiuta gli altri giocatori a capire cosa dice l’allenatore».

Infine, non può mancare il capitolo Juventus, con la quale l'inizio stagione non è stato il linea con «gli standard della Juventus del passato. Sapevo che dopo aver vinto gli Europei ci sarebbe stata più pressione su di me e sui miei compagni di squadra, ma è quello che vogliamo. Ecco perché ho deciso di venire qui. Le richieste sono più alte alla Juve perché vogliamo vincere tutto e quella pressione è il prezzo da pagare. Mi sento diverso? Ero così felice l’anno scorso quando sono arrivato qui per la prima volta e so come Giorgio, Leo, tutti i giocatori, lo staff, il presidente, qual è la mentalità della Juventus. È stato fantastico e lo è ancora adesso. Si tratta di vincere. Non c’è nient’altro. Il fatto di aver vinto un torneo importante con l’Italia mi rende ancora più entusiasta di vincere di più. Ho 23 anni. Ho appena vinto l’Europeo con il mio Paese e gioco con la Juve! Ma, sai, ho tanta fame di vincere di più, di mostrare di più e di dimostrare di più a tutti e a me stesso e di migliorare ogni anno. E ora concentriamoci su mercoledì e affrontiamo il Chelsea che è un avversario molto, molto grande».


JUVENTUS-CHELSEA: LA CONFERENZA STAMPA DI MASSIMILIANO ALLEGRI E GIORGIO CHIELLINI

 

Alla vigilia dell'importante match di Champions League contro il Chelsea, Massimiliano Allegri ha tenuto la consueta conferenza stampa, stavolta in compagnia del capitano Giorgio Chiellini.

Prima di entrare in sala stampa, però, i due si sono intrattenuti coi giornalisti, rispondendo ad alcune domande. La prima è stata per il difensore bianconero che ha confermato l'intenzione della squadra di affrontare il Chelsea "con rispetto ma con voglia di fare bene". 

Inoltre, Chiellini si è soffermato sui calciatori più pericolosi della squadra inglese, ovvero Romelu Lukaku e Jorginho, definendo quest'ultimo "il faro di questa squadra".

Allegri, invece, ha spiegato che per affrontare una compagine solida come il Chelsea, servirà "una partita  tecnica e di precisione". Sugli undici da schierare in campo, il mister ha detto di avere ancora diversi dubbi e di essere pronto a stravolgere la squadra rispetto al match vinto contro la Sampdoria.

Inoltre, l'allenatore bianconero ha ribadito quanto sia importante essere più squadra, soprattutto in determinati momenti della partita, aspettandosi dei miglioramenti già dalla sfida di domani sera.


Anche la prima domanda della conferenza stampa è stata per capitan Chiellini che ha descritto la partita di domani "bella ma allo stesso tempo difficile" e che la squadra dovrà "avere pazienza ed essere compatta, stando attenti alle ripartenze".

Inoltre, il difensore si è soffermato sull'importanza di questi grandi appuntamenti: "Giocare contro i migliori è importante, permette di alzare il livello. Solo disputando certe partite si cresce, il nostro obiettivo è passare il turno".

Chiellini ha dedicato un pensiero a Paulo Dybala, uscito malconcio e in lacrime contro la Sampdoria: "Dybala è fondamentale per noi, ma siamo comunque forti. E uno dei pregi di Allegri è cercare sempre nuove soluzioni".

Infine, il capitano juventino ha sottolineato come sia importante, per la squadra, ritrovare l'autostima: "Bisogna ritrovare il filo conduttore che ha portato la solidità del passato e che ci ha fatto restare per anni ai massimi livelli."

Per quanto riguarda Massimiliano Allegri, il mister ha comunicato che l'unico giocatore indisponibile, oltre ai lungo degenti, è Aaron Ramsey, ma che ha ancora molti dubbi sulla formazione, a cominciare dalla difesa, se disporla a tre o con altro modulo. 

Riguardo, invece, al reparto offensivo, Allegri si è detto intenzionato a schierare due o tre attaccanti, uno dei quali sarà sicuramente Moise Kean. Gli altri potrebbero essere Kulusevski e Bernardeschi. A centrocampo, invece, è recuperato Adrien Rabiot, sul quale l'allenatore si è soffermato ancora una volta: "Fossi in lui, sarei arrabbiato. I giocatori alla Juve sono tutti tecnicamente validi. La differenza passa in quello che hai nella testa, nella voglia di mettersi in discussione e migliorarsi".

Sollecitato dai giornalisti, il mister si è lasciato sfuggire quattro sicuri titolari, ovvero Szczesny, Danilo, Alex Sandro e Locatelli, per il resto la formazione è tutta da studiare: "Domani voglio vedere una partita tecnicamente pulita, dovremo avere pazienza ma anche il gusto di giocare queste sfide".

Poi è tornato  su Moise Kean: "Moise sa fare gol, attacca la profondità e chiude bene l'azione. Deve migliorare nel gioco di squadra e nella tecnica individuale, ma ha già una buona esperienza".

Qualche parola anche per Rodrigo Bentancur, spesso nell'occhio del ciclone: "Bentancur è cresciuto molto, ma da solo non può fare il regista. Ha bisogno di collaborare e Locatelli può essere il compagno di reparto giusto per lui".

Notizie fresce anche su Arthur che, però, "è ancora molto indietro fisicamente. Nella sosta giocheremo due amichevoli per metterlo in condizione".

Non poteva mancare una riflessione su Federico Chiesa: "Da lui mi aspetto quello che sta facendo ora e anche meglio. [...] Per lui quest'anno è importante e più difficile. Deve imparare tante cose".

Infine, un pensiero Allegri lo dedica anche alla tanto ricorsa Champions League: "Ho l'ambizione di vincere la Champions. E' un desiderio, una passione, un'emozione. Poi, non so se ci arriveremo, ma l'obiettivo è laggiù e bisogna andarlo a prendere". 


JUVENTUS-CHELSEA: PRECEDENTI E PROBABILI FORMAZIONI

 

Domani sera Juventus e Chelsea si incontreranno per la quinta volta nella loro storia. Negli scontri diretti, i bianconeri hanno vinto una sola volta, pareggiato in due occasione e perso in una, segnando 7 gol e subendone 5.

La prima partita tre le due compagini si è giocata il 25 febbraio del 2009, in occasione dell'andata degli Ottavi di Finale della Champions League. A Londra, il match finì 1-0 per il Chelsea che, al ritorno, costrinse la Juventus sul 2-2, estromettendola dalla Coppa.

Nella partita più recente, invece, si è registrato un netto 3-0 per i bianconeri, nella quinta giornata del girone eliminatorio della Champions League. Allo Juventus Stadium, i giocatori allenati da Antonio Conte si sono imposti grazie alle reti di Quagliarella, Vidal e Giovinco.


Per la nuova Juventus di Allegri non si preannuncia un appuntamento facile, tenuto soprattutto conto delle pesanti assenze di Paulo Dybala e Alvaro Morata, protagonisti di un ottimo avvio di stagione.

Al loro posto, dovrebbero giocare Kulusevski e Kean, a meno di sorprese in serbo da parte dell'allenatore livornese, mentre al centro della difesa dovrebbe rientrare il capitano Giorgio Chiellini.

Il match è in programma domani 29 settembre alle ore 21.00 e verrà trasmesso, in diretta e in esclusiva, su Amazon Prime Video

Di seguito le probabili formazioni delle due squadre:

JUVENTUS: Szczesny; Danilo, Bonucci, de Ligt, Alex Sandro; Cuadrado, Bentancur, Locatelli, Chiesa; Kean, Kulusevski. - All. Allegri

CHELSEA: Mendy; Christensen, Thiago Silva, Rudiger; Azpilicueta, Kovacic, Jorginho, Kante, Alonso;  Werner, Lukaku. - All. Tuchel




INFORTUNI MENO GRAVI DEL PREVISTO PER DYBALA E MORATA

 
Dopo una mattinata di attesa e preoccupazione, sono stati resi noti i risultati degli esami clinici a cui si sono sottoposti Paulo Dybala e Alvaro Morata, dopo gli infortuni di ieri durante la partita contro la Sampdoria, in seguito ai quali hanno dovuto lasciare il campo anzitempo.

Particolarmente toccante è stata l'uscita del capitano juventino, in lacrime dopo l'ennesimo problema muscolare e che non lasciava intravedere nulla di buono riguardo la diagnosi.

Già ieri, nel dopopartita, Massimiliano Allegri aveva annunciato che i due sarebbero stati assenti sia nell'impegno di Champions League contro il Chelsea sia nel derby contro il Torino. 


Tuttavia, gli esami hanno dato risultati meno gravi del previsto. Come si legge nel comunicato ufficiale rilasciato dalla Juventus, per Dybala si è trattato di "elongazione del muscolo semitendinoso della coscia sinistra", mentre Morata ha subito una "lesione muscolare di basso grado del bicipite femorale della coscia destra".

Nel comunicato, la Juventus aggiunge che i due torneranno disponibili dopo la pausa per gli impegni delle Nazionali, ma vederli subito in campo sarà difficile. 

Dunque, dopo aver saltato Chelsea e Torino, Dybala potrebbe rientrare il 17 ottobre per il match contro la Roma o, al massimo, il 20 nell'impegno di Champions con lo Zenit San Pietroburgo.

Per quanto riguarda, invece, Morata, si parla di qualche giorno in più, quindi o il 24 ottobre contro l'Inter o il 27 in occasione di Juventus-Sassuolo

Insomma, dopo la preoccupazione di ieri, tutti i tifosi della Juventus possono tirare un sospiro di sollievo


LA METAMORFOSI DI... ALLEGRI

 

L'inizio della stagione della Juventus è stato difficile, forse il più difficile degli ultimi dieci anni, ma i bianconeri sembrano migliorare e carburare partita dopo partita e le due vittorie in una settimana, contro Spezia e Sampdoria, ne sono la prova. 

In queste ultime settimane, però, tifosi e addetti ai lavori si sono affannati alla ricerca di una spiegazione di queste inaspettate difficoltà, tirando in ballo ipotesi di ogni tipo. Tuttavia, a nessuno è forse venuto in mente di analizzare i numeri della nuova Juventus di Allegri 2.0 e, soprattutto, quelli dei gol e dei realizzatori. 

Certo, con il ritorno del mister livornese è cambiato molto, soprattutto se pensiamo alle rivoluzioni provate prima con Sarri e poi con Pirlo. In tre anni, la Juventus ha dovuto cambiare modulo di gioco, abitudini, tipo di allenamento e i giocatori sono, pressoché, gli stessi dell'ultimo anno di Allegri.

Uno degli assenti è Cristiano Ronaldo che, fino all'anno scorso, calamitava su di sé tutte le attenzioni e segnava gol a valanga. Quest'anno, quindi, i cambiamenti sono stati ancora più profondi rispetto al passato e ciò viene evidenziato chiaramente dai gol segnati dopo le prime sette partite della stagione.



Facendo, infatti, un confronto con la stagione passata, dai numeri dei gol e dai realizzatori, si può forse capire quanto sia profonda e complicata questa metamorfosi bianconera.

Dopo sette partite, l'anno scorso i gol segnati erano stati 13, così distribuiti: 5 Cristiano Ronaldo, 4 Morata, 2 Kulusevski e 1 per Bonucci e Rabiot. Quest'anno, invece, i gol sono stati sempre 13, ma molto più distribuiti, ovvero: 3 per Dybala e Morata e 1 a testa per Cuadrado, Alex Sandro, Kean, Chiesa, de Ligt, Bonucci e Locatelli. 

Da questi dati si evince, abbastanza chiaramente, che chi si chiedeva "ora che non c'è più Ronaldo, chi li farà i gol?" ha avuto una risposta molto netta, ma anche e soprattutto il grado di cambiamento che sta coinvolgendo la Juventus.

Per tre anni, i bianconeri hanno giocato al servizio del loro fuoriclasse, adesso sembra stiano tornando a essere una squadra e il fatto che, in sette partite, siano andati a segno giocatori di ogni reparto, lo dimostra anche ai più scettici.

Si tratta, dunque, di un processo lungo e difficile, principalmente perché negli ultimi tre anni la squadra è stata rivoltata come un calzino e poi, perché dopo tre stagioni i giocatori devono resettare quanto fatto e ricominciare da zero. 

Si tratta di una possibile chiave di interpretazione del difficile avvio di stagione della Juventus, dettato da una profonda metamorfosi che tutti noi tifosi speriamo dia presto i suoi frutti. 


(Marcello Gagliani Caputo)


JUVENTUS-SAMPDORIA 3-2: COMMENTO E PAGELLE

 

Dopo la sofferta vittoria di La Spezia, la Juventus bissa il 3-2, ma stavolta in casa contro la Sampdoria. Tuttavia, è stata una partita molto diversa da quella di qualche giorno fa, perché i bianconeri hanno dominato il match, soprattutto nel primo tempo.

La prima mezz'ora è stata a senso unico, con la Juventus in gol e vicina al raddoppio e al 3-0, ma troppo sciupona sotto porta, prima con Chiesa e poi con Morata, tutti e due ispirati da un maiuscolo Dybala che, però, è dovuto uscire prima della fine del primo tempo per infortunio.

Dall'uscita dell'argentino, i bianconeri hanno calato il ritmo e sono andati in difficoltà, tanto da permettere ai doriani di rientrare in partita proprio allo scadere della prima frazione di gioco.

Nel secondo tempo, la squadra è ripartita a mille e ha ristabilito le distanze, controllando per larga parte della partita i tentativi vani della Sampdoria. Eppure, a meno di dieci minuti dalla fine, è arrivato il 3-2 di Candreva, praticamente al secondo tiro in porta dei liguri.

Dopo i progressi visti contro lo Spezia, anche in questa partita abbiamo assistito a belle cose, ma si deve ancora lavorare sulla difesa, parsa, ancora una volta, troppo penetrabile e, come in occasione del primo gol della Samp, distratta. 



PAGELLE:

Perin 6.5: Si gioca bene le sue carte al debutto e non può far nulla sui due gol della Sampdoria, facendosi trovare sempre pronto e reattivo, seppur poco impegnato.

Cuadrado 6: Gioca da terzino, per cui punge poco in avanti, ma è sempre attento dietro e il primo a proporsi per le ripartenze.

Bonucci 6.5: Grazie alla presenza di Locatelli, il gioco della Juve dipende meno da lui, ma la sua presenza è sempre importante per la fase di costruzione. Batte in maniera impeccabile il calcio di rigore del 2-0, ma dietro c'è ancora qualcosa da ricalibrare.

De Ligt 6: Domina in area di rigore, ma pecca nel posizionamento del primo gol e ogni tanto tende ad abbassarsi troppo. Lo aspettiamo al meglio.

Alex Sandro 7: Ormai è chiaro che è stato recuperato definitivamente, perché è, con costanza, uno dei migliori in campo. Anche oggi si sacrifica in avanti e in difesa, chiudendo anche diagonali importantissime.

Locatelli 7: Con lui a comandare il gioco e protetto dal dinamismo di Bentancur, il gioco della Juventus è molto più fluido e ordinato. Segna con un perfetto inserimento, il futuro è tutto dalla sua parte.

Bentancur 7: A La Spezia era stato uno dei peggiori, oggi si riscatta giocando a tutto campo. Recuperare tanti palloni, va vicino al gol e chiude davanti la difesa, permettendo a Locatelli di avere maggiore libertà. Dall'82' McKennie SV

Chiesa 6.5: Meno esplosivo del solito, sembra giocare col freno a mano tirato, forse preoccupato ancora dell'indurimento sentito contro lo Spezia o, forse, perché vuole risparmiarsi in vista della Champions. Dal 70' Chiellini 6: Entra per dare maggiore forza alla difesa e fa il suo, come al solito.

Bernardeschi 5.5: Ogni volta che gioca titolare sembra la sua grande occasione, ma nemmeno stavolta riesce a fare molto. Prova a sacrificarsi sulla fascia, ma sembra sempre un pesce fuor d'acqua. Dal 70' Ramsey 5: Ha venti minuti per mettersi in mostra, ma preferisce giocare a nascondino. 

Dybala 7: Fino alla forzata sostituzone, era uno dei migliori in campo, se non il migliore. La sfortuna sembra accanirsi contro un campione forse troppo fragile e proprio in uno dei momenti più delicati della stagione, tra il rinnovo del contratto, la rincorsa in Campionato e la Champions League. Dal 22' Kulusevski 5: Stesso discorso valido per Bernardeschi, i due non ne vogliono sapere di entrare nei meccanismi della squadra.

Morata 6.5: Sbaglia un gol non da lui, ma è il solito giocatore generoso che corre, prende calci e tiene alta la squadra. Anche lui esce per un sospetto infortunio. Dall'82' Kean SV

JUVENTUS-SAMPDORIA: PRECEDENTI E STATISTICHE

 

L'incontro di oggi tra Juventus e Sampdoria sarà il numero 136, il 127mo in Campionato (a cui si aggiungono 9 partite disputate in Coppa Italia).

Nei 63 match disputati a Torino tra le due squadre, la Juventus ha raccolto 39 vittorie, 19 pareggi e soltanto 5 sconfitte, segnando 125 gol e subendone 48. 

Nell'ultimo precedente, quello del 20 settembre 2020, la Juventus si è imposta all'Allianz Stadium per 3-0, grazie alle reti di Kulusevski, Bonucci e Cristiano Ronaldo. 


Juventus-Sampdoria è un ormai un appuntamento fisso della Serie A, visto che la prima partita tra bianconeri e blucerchiati risale al 5 gennaio 1947, quando la Juventus si impose per 2-1 con le reti di Vycpalek e Magni che ribaltarono l'iniziale vantaggio di Baldini.

Il risultato più largo registrato a Torino è il 7-2 per i bianconeri dell'11 febbraio 1951, quando allo stadio Comunale, la Juventus travolse la Samp grazie a una tripletta di K.A Hansen, a una doppietta di J. Hansen e ai gol di Muccinelli e Praest. 

Riguardo, invece, i precedenti tra i due allenatori, Allegri, alla sua panchina numero 400 in Serie A, è ancora imbattuto con D'Aversa, visto che, fino a oggi, ha ottenuto una vittoria e un pareggio. 

Inoltre, l'allenatore della Juventus ha giocato 19 volte contro la Sampdoria, vincendo 11 volte, pareggiando 5 e uscendo sconfitto per tre volte.

JUVENTUS-SAMPDORIA: LA CONFERENZA STAMPA DI MASSIMILIANO ALLEGRI

 

Alla vigilia del delicato match casalingo contro la Sampdoria, Massimiliano Allegri ha tenuto la consueta conferenza stampa. La partita di domani potrebbe segnare un passo decisivo nella crescita della nuova Juventus e confermare quanto di buono visto a La Spezia.

La prima notizia importante è l'assenza di Rabiot, nemmeno convocato in seguito a un colpo alla caviglia che ha impedito al francese di allenarsi. Inoltre, Allegri ha confermato il debutto stagionale di Mattia Perin tra i pali e non ha escluso un inserimento dall'inizio di Bernardeschi

Il mister ha poi aggiunto che la concentrazione deve essere tutta per la partita di domani, molto importante anche in vista della Champions League, ma soprattutto per cominciare a dare continuità alla squadra.


Riguardo, invece, a una possibile rimonta, Allegri ha gettato acqua sul fuoco: "Abbiamo perso molti punti, dobbiamo fare il nostro percorso senza guardare la classifica. Diamo continuità, a novembre vedremo dove siamo, sarà una sfida stimolante". 

Alla domanda sui tanti gol incassati nelle partite giocate fino a ora, l'allenatore bianconero ha spiegato che "il lavoro che facciamo è sempre tanto, sono sicuro che miglioreremo da questo punto di vista, difendiamo in modo ordinato".

Allegri ha fatto il punto sulla condizione della squadra, indicando quali sono i punti da migliorare: "I nostri cali non sono stati fisici, ma tecnici, regalando palloni gratuiti. Cosa ci manca? Intanto i risultati, perché quando si vince l'autostima sale, si lavora meglio".

Infine, si è soffermato sulle critiche ricevute dopo la falsa partenza della Juventus: "Io sono tornato qua per aiutare una società a cui sono molto legato, per aiutare a tornare a vincere. Le critiche mi piacciono, la nostra situazione è una sfida, e amo le sfide. Con calma, ci arriveremo". 

La partita verrà trasmessa in diretta da DAZN e da SKY e prenderà il via alle 12.30. L'arbitro sarà Giovanni Ayroldi di Molfetta, coadiuvato da Di Vuolo e Lombardi e da Daniele Orsato al VAR.


A CHE PUNTO È IL RINNOVO DI PAULO DYBALA?

 

Uno degli argomenti più gettonati in casa Juventus rimane il rinnovo del contratto di Paulo Dybala. Nel pre-partita di Spezia-Juventus, il vicepresidente Pavel Nedved ha dichiarato di essere vicini all'accordo, anche se "manca ancora qualcosa".

Ciò che traspare è, dunque, un deciso ottimismo, dettato sia dalla volontà dei bianconeri di tenersi stretto il proprio numero 10 sia dal desiderio di rimanere a Torino dello stesso argentino. 

Dybala è, infatti, convinto di poter diventare fondamentale per la squadra, il nuovo leader, soprattutto dopo l'incoronazione arrivata anche da Capitan Chiellini che, nelle settimane scorse, ha parlato di "Juventus di Dybala"


Tuttavia, ci sono ancora degli angoli da smussare all'interno del rinnovo contrattuale che dovrebbe puntare al 2025, quindi tre anni oltre l'attuale scadenza. 

Ormai ogni giorno potrebbe essere quello decisivo, quello dell'annuncio ufficiale che chiuderebbe una telenovela che si trascina da diversi mesi, forse troppi e che ha destabilizzato lo spogliatoio e ha diviso la tifoseria.

Le due parti dovrebbero, dunque, trovarsi a metà strada tra la richiesta del procuratore di Dybala e l'offerta della Juventus e la cifra del rinnovo dovrebbe aggirarsi intorno ai 8-10 milioni di euro all'anno, inferiori ai 12 richiesti ma che, con i bonus, potrebbe accontentare tutti.


LA JUVENTUS SI PREPARA PER LA SAMPDORIA

 

Dopo aver centrato la prima vittoria in Campionato, la Juventus si prepara allo scontro casalingo contro la Sampdoria, che potrà dire quali siano stati i progressi della squadra di Allegri.

Dopo i cambi effettuati contro lo Spezia, è probabile che il mister metta in atto un altro massiccio turn over, anche in vista dell'importantissimo appuntamento di Champions League contro il Chelsea di Lukaku.

In porta dovrebbe essere, finalmente, il turno di Mattia Perin, invocato a gran voce dai tifosi dopo i ripetuti errori di Szczesny che potrà godersi, quindi, un turno di riposo e prepararsi al meglio per la Champions League. 



Capitan Chiellini sarà tenuto ancora a riposo, proprio per averlo al meglio la settimana prossima, mentre dovrebbe riprendere il suo posto sulla fascia sinistra Alex Sandro che, a La Spezia, era entrato nel secondo tempo. De Sciglio, invece, dovrebbe essere confermato, ma stavolta a destra, al posto di Danilo.

A centrocampo dovrebbero ritrovare il posto da titolare Locatelli e Cuadrado, quest'ultimo al posto dell'acciaccato Federico Chiesa che era uscito anzitempo per un indurimento al flessore. Il dubbio rimane tra Bentancur e Rabiot, apparsi entrambi molto insicuri e poco in forma contro lo Spezia e occhio a Ramsey che potrebbe giocarsi le sue chance.

In attacco, Dybala sembra l'unica certezza, con Morata e Kean a giocarsi un posto, ma con lo spagnolo favorito, anche se Allegri potrebbe sorprenderci e schierarli tutti e due.

La partita si giocherà domenica 26 settembre alle ore 12.30 e verrà trasmessa sui canali SKY e su DAZN


SPEZIA-JUVENTUS 2-3: COMMENTO E PAGELLE

 

Proprio loro, i giovani, i Chiesa, i Kean e i de Ligt che, secondo Allegri, devono ancora capire di essere alla Juventus, permettono ai bianconeri di vincere la prima partita di Campionato. 

Un match complicato e difficile e che i bianconeri hanno richiato seriamente di perdere contro uno Spezia battagliero e messo bene in campo. 

Dopo il vantaggio iniziale di Kean, infatti, lo Spezia l'ha ribaltata e soltanto per un soffio non è riuscita a chiuderla. A quel punto, l'orgoglio degli undici di Allegri è venuto fuori e in una manciata di minuti Chiesa e de Ligt hanno rimesso a posto le cose.

Nonostante la vittoria, la Juventus sembra ancora in piena convalescenza e anche stasera si è vista una squadra confusa e spaventata. Per alcuni giocatori il pallone scottava e la tensione per il momento difficile è sempre stata palpabile.

A La Spezia si doveva vincere e si è vinto, ma quanto si è visto in campo lascia ancora parecchie perplessità, perché non sono mancati gli errori singoli e in tutti e due i gol presi Szczesny è apparso ancora insicuro. 



PAGELLE:

Szczesny 6: Nemmeno stasera è esente da colpe su tutti e due i gol dello Spezia, soprattutto sul secondo, ma alla fine compie anche una parata che salva la vittoria della Juventus. 

Danilo 5.5: Anche lui, per la prima volta, naufraga nella confusione generale della squadra e non offre il solito contributo ordinato e importante. A tratti sembra distratto e confuso.

Bonucci 6.5: In assenza di un vero costruttore di gioco a centrocampo, rimane lui il perno della manovra juventina e dai suoi lanci partono le azioni più pericolose.

De Ligt 6.5: Se Allegri si aspettava da lui, l'olandese si è fatto trovare pronto e oggi è stato più decisivo che mai grazie al gol della vittoria.

De Sciglio 4,5: Per fortuna gioca soltanto un tempo, perché i pericoli per la Juve arrivano tutti dalla sua parte. Inspiegabile l'insistenza di Allegri a farlo giocare, peraltro anche a sinistra dove ci sono ben due opzioni migliori. Dal 46' Alex Sandro 6.5: Offre una spinta decisamente migliore e finalmente comincia ad arrivare qualche pallone in area avversaria.

Bentancur 4: Anche lui gioca soltanto un tempo, perché è davvero inguardabile. Non riesce a comandare a centrocampo né, tanto meno, a effettuare qualche passaggio decisivo. E stavolta pecca anche nel recupero della palla. Dal 46' Locatelli 6.5: Il mezzo punto in più è per il fondamentale salvataggio sulla linea che ha permesso alla Juve di rimanere in partita sul 2-1 per lo Spezia.

McKennie 6: Corre tanto, è generoso, ma non sembra ancora a suo agio nel nuovo centrocampo e non riesce a essere l'incursore della scorsa stagione.

Rabiot 5: Allegri pare ormai deciso a schierarlo a sinistra, ma il francese fatica oltre l'immaginabile e non mette nemmeno quella fisicità che possiede ma non usa quasi mai. Dal 67' Bernardeschi 6: Entra abbastanza bene e si sacrifica in copertura, guadagnando anche qualche palla utile a far scorrere il tempo.

Chiesa 7: Allegri dice che è giovane e deve ancora capire cosa significa stare alla Juve, ma senza di lui stasera probabilmente la partita sarebbe finita diversamente. Questo giocatore è troppo importante per essere messo in discussione. Dall'84' Kulusevski 6: Combatte anche lui nel caotico finale, cercando di aiutare la squadra a tenere la palla lontana dall'area di rigore.

Dybala 6: A sprazzi si è rivisto il "tuttocampista" che tanto piace ad Allegri, ma così facendo l'argentino non arriva lucido in area di rigore. L'equivoco va risolto al più presto, se deve essere la Juve di Dybala, allora deve poter giocare in un'altra posizione.

Kean 6: Ha il merito di sbloccare la partita, ma anche lui sembra in ritardo di condizione e ha bisogno di tempo per inserirsi negli ingranaggi della squadra. Dal 59' Morata 6: Combatte su ogni palla, come consuetudine, ma non riesce a trovare il guizzo, anche se mette lo zampino sul pareggio di Chiesa.


(Marcello Gagliani Caputo)

SPEZIA-JUVENTUS: ARBITRO E PROBABILI FORMAZIONI

 

Dopo gli anticipi giocati ieri, stasera si prosegue la quinta giornata di Campionato con la Juventus impegnata in trasferta a La Spezia contro la squadra di casa.

Per gli undici di Max Allegri si tratta quasi di un'ultima spiaggia, dopo i deludenti risultati delle prime partite e le polemiche che ne sono seguite. I bianconeri sono ancora a secco di vittorie in Campionato e se anche stasera falliranno, la situazione si farà ancora più complicata.

Come già preannunciato nella conferenza stampa di ieri pomeriggio, Allegri effettuerà un ampio turn over, schierando una formazione molto diversa da quella scesa in campo pochi giorni fa contro il Milan.



Spazio, dunque, a de Ligt e De Sciglio in difesa, a McKennie e Bernardeschi a centrocampo e a Kean in avanti, al fianco di Paulo Dybala.

Il match sarà arbitrato da Gianluca Aureliano, coadiuvato da Cecconi e Pagliardini, mentre Paolo Mazzoleni sarà l'uomo VAR.

Di seguito le probabili formazioni delle due squadre:

SPEZIA: Zoet; Amian, Hristov, Nikolaou, Ferrer; Maggiore, Bastoni, Sala; Verde, Antiste, Gyasi. - All. Thiago Motta

JUVENTUS: Szczesny; Danilo, Bonucci, De Ligt, De Sciglio; Chiesa, Bentancur, McKennie, Bernardeschi; Dybala, Kean. - All. Allegri

Appuntamento alle ore 18.30 in diretta su DAZN.

SPEZIA-JUVENTUS: LA CONFERENZA STAMPA DI MASSIMILIANO ALLEGRI


Alla vigilia del turno infrasettimanale che vede la Juventus impegnata a La Spezia, Massimiliano Allegri ha tenuto la consueta conferenza stampa.

Inevitabili le domande sul delicato momento dei bianconeri e sul pareggio casalingo contro il Milan, in seguito al quale c'è stata qualche scintilla negli spogliatoi, tra cui quella che ha visto protagonisti Szczesny e Rabiot e sulla quale Allegri ha cercato di fare chiarezza: "Sono cose normali nello spogliatoio, non vuol dire che ci sia tensione all'interno della squadra. La prossima volta faremo meglio. Il calcio è fatto di dettagli".

Rispondendo alla prima domanda, il mister ha confermato il turn over già programmato e ha annunciato la partenza tra i titolari di de Ligt e di Chiesa, al centro di diverse polemiche. Inoltre, ha annunciato il recupero di Morata, il quale, comunque, dovrebbe partire dalla panchina lasciando spazio a Kean e il forfait di Chiellini colpito da un attacco influenzale.

Su Chiesa, il mister ha aggiunto che ha "delle qualità straordinarie, cioè il puntare e il tirare. Ma deve metterci poi anche lo smarcamento, lo smarcamento senza palla, il non giocare tutte le palle a cento all'ora. Ma questo fa parte della crescita. Deve capire di gestirsi per novanta minuti, quando bisogna accelerare e quando frenare".


Poi si è soffermato su quanto sia importante che ogni giocatore dia sempre il meglio, a prescindere dal fatto che parta titolare o no: "Chi va in panchina deve essere determinante quando entra, come approccio alla partita. È un discorso che vale per tutti e sempre".

Stuzzicato dalle domande dei giornalisti, Allegri ha cercato di trovare una spiegazione ai vistosi cali avvenuti nei secondi tempi delle partite, adducendoli alla poca lucidità che, in certi frangenti, colpisce la squadra.

Infine, ha spiegato il suo approccio per far crescere la Juventus, partita dopo partita: "Non serve martellare i giocatori. Serve capire cosa fare per crescere. Stiamo lavorando insieme per arrivare a obiettivi importanti, sia a livello di risultati di squadra che di crescita personale". 

Spezia-Juventus verrà trasmessa su DAZN domani 22 settembre alle 18.30.

ALVARO MORATA: IL BOMBER SILENZIOSO

 

Ieri è stata una giornata da ricordare per Alvaro Morata. Nonostante l'amarezza per un pareggio arrivato dopo aver dominato per gran parte della partita contro il Milan, il centravanti spagnolo ha raggiunto un importante obiettivo, ovvero segnare 50 gol con la maglia della Juventus.

Si tratta di un traguardo storico per gli attaccanti juventini e che lo proietta tra i grandi, visto che ha raggiunto Carlo Tevez e si trova a sole tre lunghezza da Gianluca Vialli.

Arrivato alla quarta stagione a Torino, nelle due esperienze in bianconero Morata si è dimostrato un giocatore fondamentale, soprattutto per il suo modo di interpretare il ruolo. 

Lo spagnolo, infatti, non è soltanto un finalizzatore, ma un attaccante che sa svariare, sa giocare sulla fascia ed è sempre pronto ad arretrare per dare una mano ai centrocampisti. 



In molti lo ricordano per il gol nella finale di Berlino contro il Barcellona, quando era soltanto un giovane dalle belle speranze proveniente dalla "Cantera" del Real Madrid, ma da allora Morata ha fatto tanta strada

È cresciuto, è maturato, ha imparato e fatto esperienza in diversi Campionati.  È diventato un attaccante completo, non solo in grado di buttarla dentro, ma di capire quando è il momento di affondare i colpi e quando quello di difendere. 

Il suo modo di giocare è lo specchio di un ragazzo generoso e schivo, mai protagonista della ribalta extra calcistica e mai protagonista anche di una sola parola fuori luogo. Un vero esempio per chi sogna di diventare un calciatore.

Eppure di motivi ne avebbe avuti diversi, basti pensare a quanto successo questa estate dopo il suo gol agli Europei contro l'Italia. Alvaro, invece, ama tenere un profilo basso, lavorare nell'ombra, dare il meglio di sé in ogni partita e conquistare l'affetto e la fiducia con il lavoro duro.



Certo, non avremo mai davanti l'uomo dai 30-40 gol, alla Cristiano Ronaldo per intenderci, ma il bottino stagionale di Morata sarà sempre significativo. Lo scorso anno è arrivato a 20 reti tra Campionato, Champions e Coppa Italia e quest'anno è già a 3 gol in 5 partite

Senza l'ingombrante presenza accentratrice di Ronaldo, lo spagnolo sembra muoversi meglio in campo, affinando, partita dopo partita, il suo feeling con Paulo Dybala e se solo Allegri avesse il coraggio di schierarlo in un tridente con Chiesa e lo stesso argentino, ne potremmo vedere delle belle.

Ma questo è un altro discorso e non dipende da lui, purtroppo. 


(Marcello Gagliani Caputo)

JUVENTUS-MILAN 1-1: COMMENTO E PAGELLE

 

È ancora rinviata la prima vittoria in Campionato per la Juventus che viene bloccata in casa dal Milan sull'1-1. 

Un match dai due volti, con un primo tempo dominato in lungo e largo dai bianconeri che commettono l'unico errore di segnare soltanto un gol, dopo appena quattro minuti con Morata.

Nel secondo tempo è affiorata la stanchezza, così il Milan è riuscito a mettere la testa oltre la metà campo juventina ed è arrivato al pareggio da calcio d'angolo.

Una Juventus ancora in convalescenza, nonostante l'incoraggiante vittoria in Champions e il convincente primo tempo di stasera. Eppure, siamo sempre lì, quando le partite non si chiudono, ecco che arriva l'episodio che butta tutti gli sforzi all'aria.

Allegri stasera ha deciso di affidarsi ai suoi fedelissimi, mettendo in panchina tutti i giovani, tra cui Chiesa e de Ligt e, alla lunga, la squadra si è schiacciata troppo all'indietro per difendere il risicato vantaggio.

La classifica comincia a farsi preoccupante, due punti in quattro partite, penultimo posto a -8 dall'Inter e dal Milan prime e in attesa della partita di domani del Napoli.

Tutti i progressi visti in Champions sono stati resi vani da un secondo tempo troppo timido e da un atteggiamento troppo difensivista, da palla in avanti e contropiede. 

Dopo Udine e Napoli, la Juventus ha subito un'altra rimonta e la cosa comincia a destare una certa preoccupazione, perché se i bianconeri vogliono migliorare devono avere più coraggio e stasera si è visto solo per un tempo.



PAGELLE:

Szczesny 6.5: Stasera si poteva anche perderla e se non è successo il merito è soprattutto suo che respinge a tempo quasi scaduto un tiro a botta sicura di Kalulu.

Danilo 6: Gioca la sua solita partita generosa, ma fa mancare il consueto appoggio al centrocampo, rimanendo troppo bloccato dietro.

Bonucci 6.5: La difesa juventina non corre particolari rischi stasera e infatti ci vuole un calcio piazzato per permettere al Milan di pareggiare. 

Chiellini 6.5: Viene preferito a de Ligt per la sua esperienza in partite così importanti e fa sentire il suo peso in diverse occasioni ed è sempre attento a mettere una pezza quando serve.

Alex Sandro 6.5: La sua crescita continua e nel primo tempo è una costante spina nel fianco della difesa milanista, ma come gli altri compagni cala inesorabilmente nella ripresa.

Bentancur 6: Pecca un paio di volte nel passaggio finale, ma gioca una partita generosa in cui recupera il solito gran numero di palloni.

Cuadrado 5.5: Partita sottotono del colombiano che sembra stanco e poco lucido. Non riesce quasi mai a superare il diretto avversario e spesso si accentra per trovare spazio. Dal 72' Chiesa 6: Il suo ingresso era molto atteso, ma non riesce a incidere né a mettere in campo i suoi strappi, anche perché è costretto più in copertura.

Locatelli 6: Anche per lui vale lo stesso discorso di molti compagni, dopo un primo tempo in cattedra va calando fisicamente e commette il fatale errore di sfarsi sfuggire Rebic nell'occasione del pareggio del Milan.

Rabiot 6.5: Nel primo tempo domina a centrocampo, col suo fisico e le sue accelerazioni, poi si va eclissando, ma riesce comunque a proporsi in avanti con regolarità.

Morata 7: Gioca un primo tempo praticamente perfetto, segna, va vicino al raddoppio, corre e si sacrifica. Poi si fa male ed è costretto a lasciare il posto al 66' a Kean 6: prova a pungere in attacco, ma non viene supportato da una squadra ormai stanca. 

Dybala 7: Per quaranticinque minuti dispensa grande calcio e giocate da lustrarsi gli occhi, tra cui l'assist per il gol di Morata, ma anche lui cade vittima della stanchezza ed esce al 79' per fare posto a Kulusevski 5: Dopo Bernardeschi, rischia anche lui di diventare un oggetto misterioso.


(Marcello Gagliani Caputo)