In Juventus-Fiorentina, Weston McKennie è stato, ancora una volta, uno dei migliori in campo, come già successo nelle ultime settimane, sia in Campionato sia in Champions League.
Il recupero dell'americano è una delle migliori notizie per questa nuova Juventus di Massimiliano Allegri, ancora alle prese con una ricostruzione lunga e difficile.
Dopo un inizio di stagione da incubo, McKennie è tornato quello ammirato l'anno scorso, quando Andrea Pirlo ne aveva fatto una colonna del centrocampo bianconero.
La sua evoluzione è stata davvero sorprendente, considerati anche i problemi avuti dal giocatore al di fuori del campo di calcio, come l'esclusione dal ritiro della Nazionale americana o la sua passione per la "dolce vita".
Fino a poche settimana fa, le voci di una sua partenza già a gennaio si erano fatte sempre più frequenti, tanto che alcuni lo avevano già dato fuori dal progetto di Allegri, alla stregua di un Ramsey qualunque.
Tuttavia, nonostante la giovane età, Weston non ha mollato e si è rimboccato le maniche, risalendo in fretta le gerarchie del centrocampo juventino e tornando a essere una pedina insostituibile.
Anche ieri, contro la Fiorentina, ha dimostrato di essere tornato il jolly molto utile visto la scorsa stagione. Tanta corsa, tanta grinta e la straordinaria capacità di inserirsi in avanti coi tempi giusti.
Nei giorni scorsi, lo stesso calciatore americano ha provato a dare una spiegazione a questa sua metamorfosi e ha fatto autocritica: "Personalmente, ammetto che non sia stato un buon inizio di stagione per me: il primo paio di mesi è stato terribile, soprattutto venendo da una stagione come quella che ho fatto l’anno scorso. C’erano molte aspettative e tanta pressione. Penso che tutte le cose che mi sono successe negli ultimi mesi sicuramente hanno pesato un po’, perché le mie performance si alimentano anche dal mio livello di fiducia in me stesso e da quello che sento, e nella fiducia che sento dallo staff tecnico".
McKennie si è soffermato, in particolare, su quanto accadutogli durante il ritiro con la Nazionale americana: "Ho imparato sicuramente tanto da quella esperienza in nazionale. E ho avuto il merito di abbassare la testa subito dopo e pensare solo a lavorare. Tutti avevano da dire sul mio conto anche se non tutti sapevano cosa stavo attraversando, quindi il modo migliore per superare il momento è stato pensare a lavorare”.
In campo le risposte sono arrivate subito e anche molto chiare e ora Allegri sembra non potere più fare a meno di lui. McKennie, infatti, si è dimostrato molto utile a dare quell'equilibrio tanto cercato e agognato dall'allenatore livornese, permettendo ai compagni, con la sua dinamicità, di giocare con più tranquillità e precisione.
Riacquistata la fiducia dell'allenatore e dei compagni di squadra, per McKennie si è aperta una nuova fase della sua carriera e si sono spente le voci di una sua imminente partenza: "Se sento che qualcuno mi dà quella fiducia, è allora che riesco a dare il mio meglio. Ed è sicuramente quello che penso di aver trovato, alla fine, per poter dire: sarà me stesso. Giocherò nel modo in cui so giocare e tornerò a giocare con la mentalità che ho sempre avuto. Sta funzionando per me, e spero che continui a funzionare”.
In un centrocampo in costante difficoltà, soprattutto nella costruzione del gioco, la presenza di McKennie è ormai fondamentale, sia per la sua duttilità sia per la capacità di dare manforte al reparto offensivo, altro grande tarlo di questa nuova Juventus.
(Marcello Gagliani Caputo)
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