Lucidio Sentimenti IV, il portiere che segnò a suo fratello

 

Dopo i successi del Quinquennio d’Oro e la prematura scomparsa del Presidente Edoardo Agnelli, per la Juventus si aprì un difficile ciclo di ricostruzione che, con l’avvento della Seconda Guerra Mondiale, si allargò all’intero calcio italiano. 

Nonostante il momento complicato, i bianconeri tornarono al successo nella stagione 1937-38 e vinsero la prima Coppa Italia della loro storia. Tuttavia, la situazione transitoria e in bilico per i venti di guerra sempre più vicini, non consentì alla dirigenza bianconera di costruire una squadra all’altezza dei fasti passati e il ruolo del portiere, storicamente fondamentale per la Juventus, divenne simbolo di queste difficoltà. 

Priva dello storico trio difensivo Combi-Rosetta-Caligaris, la squadra vide susseguirsi numerosi portieri tra i pali, ma nessuno fu mai all’altezza di raccogliere la pesante eredità di “Fusetta”. La maglia numero 1 passò, dunque, dalle spalle di Amoretti a quelle di Bodoira, da Perucchetti a Goffi, da Ceresoli a Micheloni e Bulgheri, fino a quando, nel 1942, arrivò dal Modena Lucidio Sentimenti IV, grande tifoso della Juventus e ammiratore di Gianpiero Combi. 

Nato il 1° luglio del 1920 a Bomporto, in provincia di Modena, Sentimenti IV cominciò la sua avventura nel mondo del calcio a 16 anni, quando fu ingaggiato proprio dal Modena per giocare nel campionato di Serie B. 

I suoi inizi furono molti simili a quelli del grande Gianpiero Combi, tanto che anche Sentimenti IV ricoprì diversi ruoli in campo e fu uno dei più prolifici goleador della squadra emiliana. In due stagioni, il portiere segnò ben 22 reti, di cui una che passò alla storia, perché realizzata contro suo fratello maggiore Arnaldo, allora portiere del Napoli. 

Era il 17 maggio del 1942 e il Modena battagliava proprio con i campani per le ultime due posizioni in classifica. Il Napoli, nonostante una stagione disastrosa, vantava tra i pali uno dei portieri più bravi a parare i rigori, tanto da averne neutralizzati sei nelle precedenti partite. 

Tuttavia, quando quel giorno l’arbitro fischiò un penalty a favore del Modena e sul dischetto si presentò Lucidio, per il fratello Arnaldo non ci fu scampo, nonostante le battute che i due si scambiarono poco prima del tiro dagli undici metri. 

Secondo quanto riportato dalla storia, al momento di calciare il rigore, Arnaldo gridò al fratello “tanto te lo paro” e Lucidio, in tutta risposta, lo avvisò con un “non metterci le mani che te le spezzo”. Senza nemmeno dirlo, la palla finì in fondo al sacco e, sempre secondo le memorie dei giornali, Arnaldo rincorse Lucidio per tutto il campo, infuriato per aver dovuto interrompere la sua straordinaria striscia positiva.  


La dinastia dei Sentimenti fu una delle più numerose all’interno del calcio italiano, tanto che un terzo fratello, Vittorio, era, in quello stesso periodo, in forza alla Juventus

Fu proprio lui a segnalare Lucidio ai dirigenti bianconeri che non se lo fecero ripetere due volte e lo portarono a Torino nella stagione 1942-43. Nella sua prima esperienza con la maglia della Juventus, Sentimenti IV raccolse 24 presenze e 39 gol al passivo e debuttò il 19 settembre 1942, nella partita di Coppa Italia vinta dalla Juventus per 6-1 in casa della Mater Roma. 

Meno di un mese dopo, Sentimenti IV giocò anche la sua prima partita in Serie A e l’occasione fu Venezia-Juventus dell’11 ottobre, terminata 1-1. Il portiere bianconero fu molto sfortunato, perché incassò il gol del pareggio proprio allo scadere, quando, come raccontò Luigi Cavallero tra le pagine de “La Stampa”, una saetta partì «dal piede di Alberti, venuto a trovarsi improvvisamente libero a pochi metri dal portiere, la palla si è infilata sotto la traversa ed è ricaduta alle spalle di Sentimenti IV».

Per la Juventus e per il suo portiere, l’inizio stagione non fu affatto positivo, tanto che la squadra bianconera raccolse soltanto due punti nelle prime tre giornate di Campionato, frutto di due pareggi e una sconfitta. Quest’ultima in particolare, fu molto dura da digerire, perché arrivò per mano del Torino che si impose per 5-2 in casa della Juventus. 

Per l’allora allenatore Felice Borel II, vecchia gloria del Quinquennio d’Oro, fu un boccone difficile da digerire e a farne le spese fu proprio Sentimenti IV che fu sostituito in porta da Giuseppe Peruchetti, che giocò le successive tre partite. 

I risultati, tuttavia, non cambiarono e la Juventus raccolse soltanto due punti, frutto di una vittoria e due sconfitte. Borel II, a questo punto, tornò sulla sua decisione e rilanciò in porta Sentimenti IV il 15 novembre del 1942, nel vittorioso 3-1 con cui la Juventus liquidò il Bologna. 

Definito da Gianni Brera «freddissimo determinista, dotato di una astuzia luciferina», in breve tempo il portiere bianconero divenne il migliore estremo difensore italiano, ma la Juventus dovette vedersela con il Grande Torino di Valentino Mazzola che dominò in Italia per diversi anni, fino a quando la tragedia di Superga non cancellò, in un attimo, i sogni dei tifosi.

Nel 1945, quando la fine della Seconda Guerra Mondiale permise la ripresa del Campionato, Sentimenti IV debuttò anche in Nazionale e l’occasione fu il 4-4 contro la Svizzera dell’11 novembre del 1945. Due anni più tardi, l’11 maggio del 1947, il portiere bianconero si rese protagonista di un piccolo record, perché fu l’unico giocatore dell’Italia in campo non proveniente dal Torino, nell’amichevole contro la fortissima Ungheria di Puskas, vinta dagli Azzurri per 3-2. 




In quegli anni difficili, tra il faticoso dopoguerra e il dominio del Torino, il numero 1 bianconero vestì i panni del leader di una Juventus in fase di ricostruzione e presto divenne famoso per la sua classica uscita a piedi uniti, al limite del lecito, ma sempre determinante

Come il suo idolo Combi, infatti, anche Sentimenti IV aveva nelle uscite uno dei suoi punti di forza, nonostante un’altezza non proprio da gigante (un metro e sessanta), ma era in possesso anche di un gran senso della posizione, tanto da non sfoggiare mai interventi spettacolari, ma sempre concreti e, apparentemente, semplici

Fu lui stesso, poco prima della sua morte avvenuta nel 2014 a novanta-quattro anni, a raccontare quale fosse stata la sua parata più difficile: «1946, a Torino: Juventus-Bologna. Ha vinto la Juventus per 1 a 0. A un certo momento Gritti, del Bologna, in posizione di ala sinistra, mi fa un tiro violentissimo, io sono piazzato sul palo giusto, ma Parola interviene e mi fa la carambola con la coscia, poveraccio lui ha fatto il possibile per salvarmi. Così io mi trovo improvvisamente sul palo sbagliato, un po’ fuori porta, con la palla che mi va dentro nel “sette” più lontano, alle spalle. Balzo indietro stringendo i denti e chiudendo gli occhi, mi distendo quanto sono lungo, dò la manata e, quando credo d’esser fregato, incontro qualcosa. Dico: sarà un giocatore. Cado a terra, sento un urlo, apro gli occhi e vedo il pallone che è andato in corner: io l’avevo portato via dal “sette”, l’urlo l’avevano fatto per questo».

Lucidio Sentimenti IV difese la porta della Juventus per sei stagioni, raccogliendo 460 presenze e 565 reti al passivo, prima di essere ceduto alla Lazio nel 1949, a ventinove anni. Giocò la sua ultima partita in bianconero il 6 giugno di quello stesso anno, quando la Juventus venne sconfitta 3-0 a Padova. 

A dimostrazione del suo immenso talento, sbarcato a Roma, l’ex numero 1 della Juventus conobbe una seconda giovinezza e riconquistò perfino il posto in Nazionale, con cui giocò il suo ultimo match il 17 maggio del 1953, di nuovo contro l’Ungheria di Puskas. Nell’occasione, il fortissimo attaccante ungherese segnò una doppietta, nel 3-0 con cui i magiari sconfissero l’Italia allenata dal duo Meazza-Beretta e nonostante l’ottima prova di Sentimenti IV che, nella cronaca di Vittorio Pozzo su “La Stampa”, «ha impedito con un paio di belle parate che il punteggio prendesse forma più vistosa ancora a nostro danno». 


Con la Nazionale, Sentimenti IV raccolse 9 presenze e 21 reti al passivo, ma prima ebbe anche il tempo di prendersi una “rivincita” contro la sua amata Juventus

Il 21 febbraio del 1954, i bianconeri ospitarono la Lazio in una partita importante per la squadra allenata da Olivieri, staccata di solo un punto dalla coppia di vertice Fiorentina-Inter. Come raccontò Ettore Berra su “La Stampa”, «al 10’ un calcio di rigore per atterramento di J. Hansen in area da parte di Sentimenti V e Alzani, venne sbagliato da Boniperti. Diciamo sbagliato più che parato perché il tiro lento, rasoterra e proprio dalla parte in cui tendeva a lanciarsi Sentimenti IV non poteva certo richiedere un sovrumano virtuosismo di portiere per essere sventato. Sentimenti IV lo arrestò in tuffo, ricuperò la palla che con una mano sola non aveva potuto agganciare e rispedì lontano». 

La Lazio costrinse, quindi, la Juventus sullo 0-0, un pareggio che si rivelò decisivo per l’assegnazione dello scudetto, visto che, a fine stagione, i bianconeri si piazzarono al secondo posto, staccati di un punto dall’Inter campione. 

Conclusa anche l’avventura con la Lazio, Sentimenti IV chiuse la carriera professionistica, ormai trentanovenne, con la maglia del Vicenza per cui giocò dal 1954 al 1957 e raccolse 82 presenze. Tuttavia, non smise di parare e proseguì prima nel Cenisia in quarta serie (61 presenze tra 1957 e 1959), poi nel Talmone Torino (1959, tre sole presenze) e infine di nuovo nel Cenisia, nella stagione 1959-60 e dove collezionò 13 presenze.


(Marcello Gagliani Caputo)



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