JUVE, COSÌ NO!

 

Prendo in prestito un titolo tanto caro ad alcuni giornalisti antijuventini per riassumere, il giorno dopo, lo scivolone di Champions League della Juventus, sconfitta 4-0 a Londra dal Chelsea.

È vero, la partita non era decisiva, visto che i bianconeri erano già qualificati, ma era una di quelle occasioni per dimostrare la dimensione europea della squadra, reduce da quattro vittorie consecutive in Champions League

Invece, è stata una Caporetto, la Juventus è stata in partita soltanto per un tempo, poi si è sciolta come neve al sole, come una squadretta qualunque, come quelle che vanno in Europa e prendono 7 gol da compagini sconosciute e improbabili. Ci siamo perfino dovuti subire gli "olè" dei tifosi inglesi. 

Sotto i colpi degli inglesi, privi anche di due stelle come Lukaku e Havertz, si è vista una Juventus senz'anima e voglia di combattere, scesa in campo già sconfitta. Eppure, c'era in ballo il primo posto, c'erano in ballo un po' di milioni di euro che avrebbero fatto comodo.


Non si trattava di un'amichevole qualunque o di una partita inutile, come molti tifosi della Juve vogliono far credere. Era un banco di prova importante, la prima trasferta europea di un certo peso e la squadra di Allegri ha steccato malamente.

Si può dire che la rosa del Chelsea è migliore, che i giocatori sono molto più forti, che non ci può essere paragone tra le due squadre, ma io, allora, mi chiedo che cosa stiamo lì a fare? Siamo la Juventus o un qualsiasi sparring partner?

Ci giochiamo la Champions soltanto per passare il tempo? O vogliamo lasciare il segno in qualche modo? L'atteggiamento di squadra e allenatore è stato ingiustificabile, come ha detto lo stesso Szczesny nel dopo partita, "le partite si possono anche perdere, ma non in questo modo".


Ieri non era obbligatorio vincere, per carità, ma era obbligatorio giocare, offrire una prova di continuità e di fiducia. E questo non è successo. Anzi.

Dopo un primo tempo accettabile, la squadra non è tornata in campo, si è disunita, ha staccato la spina. Un comportamento di insopportabile superficialità che va contro il dovere di onorare la maglia e umilia quei tifosi che erano presenti allo stadio.

La verità è che ieri sera abbiamo subito l'ennesima lezione di calcio, un calcio pensato e vissuto in maniera antitetica alla filosofia del nostro allenatore e, più ampiamente, del movimento calcistico italiano.

Il Chelsea ha vinto non soltanto perché è più forte, ma perché i suoi giocatori corrono di più e si divertono, l'allenatore mette in campo le sue idee e vuole che i tifosi, sugli spalti, guardino una bella partita.

Questi concetti sembrano tabù in Italia, ma in Europa sono il cardine su cui si costruiscono le vittorie. La crisi economica, gli sceicchi, il Covid, potete tirare fuori tutte le scuse del mondo, ma il vero problema della Juventus e del calcio italiano è la deprimente mancanza di idee e di voglia di cambiare mentalità. 


(Marcello Gagliani Caputo)


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