È giusto accettare una Juventus "provinciale"?

Dopo il deludente e faticoso 0-0 strappato in casa dell'Atalanta, la tifoseria della Juventus si è trovata, ancora una volta, spaccata in due: da un lato chi esultava per il punto conquistato a Bergamo, considerandolo prezioso per conservare il quarto posto in classifica, dall'altro coloro che, invece, speravano di rivedere una squadra dalla mentalità diversa e più coraggiosa.


Il grottesco dopo-partita

Una volta terminato il match, ci siamo trovati di fronte a uno spettacolo a dir poco surreale, con Allegri pronto a stappare una bottiglia di champagne perché "un punto a Bergamo è un punto guadagnato". Una scena davvero deprimente che evidenzia una situazione ormai insanabile all'interno dell'ambiente juventino. Dalla Vecchia Signora sempre in lotta per lo scudetto, avversaria temuta e odiata, siamo passati a una squadretta di provincia come tante altre, che si difende in dieci davanti alla propria area di rigore e che aspira a conquistare un posto in Champions.

Un'ossessione che Allegri porta avanti convinto e sempre più isolato nel proprio atteggiamento estremista. Non passa giorno che l'allenatore bianconero non smunuisca la rosa a sua disposizione, come se al posto di Vlahovic, Chiesa, Bremer, Szczesny e compagnia avesse dei dilettanti abituati a giocare in parrocchia. La partita di ieri è stata l'ennesima dimostrazione di una sensazione di rassegnazione che ormai ha avvolto la Juventus, ormai rasa al suolo in campo e fuori.


Un atteggiamento inaccettabile

Chi ama la Juve non può accettare un atteggiamento del genere. Già poche ore dopo lo sconsolante 0-0 e le grottesche parole di Allegri, faceva il giro dei social un episodio raccontato da Giorgio Chiellini, ovvero "quella volta che Del Piero distrusse mezzo spogliatoio perché la squadra era felice per uno 0-0 in casa del Milan". Una mentalità che ormai sembra non appartenere più al mondo bianconero, ora prigioniero di un aguzzino che non vuole mollare un centimetro, tanto arrogante quanto convinto di essere il più bravo e il più simpatico.

In una famiglia non c'è niente di peggio che avere il nemico in casa e la Juventus lo sta nutrendo col proprio sangue, rinunciando a sé stessa e alla sua storia, mentre attorno a lei ci si accapiglia per il titolo di "tifosoveroeunico". 


(Marcello Gagliani Caputo)

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