UNA JUVENTUS IN FORMATO CHAMPIONS

 

Quattro vittorie e qualificazione agli ottavi di finale di Champions League in tasca. Nessuno, probabilmente, avrebbe sperato di essere già a questo punto a inizio novembre.

Una Juventus a due facce, brutta e svogliata in Campionato e aggressiva e vogliosa in Coppa. Anche ieri sera, contro lo Zenit, è scesa in campo una squadra molto diversa da quella deludente vista a Verona o, ancora prima, con il Sassuolo.

Trascinati da uno splendido Paulo Dybala, i bianconeri hanno giocato una partita europea, attaccando e facendo girare la palla velocemente, con ritmi sempre alti e intensi. Una prestazione che non si vedeva da molto tempo.

Basta dare una veloce occhiata ad alcuni numeri della partita per capire con quale intensità ha giocato ieri sera la formazione di Allegri: 26 tiri in porta, di cui 11 nello specchio, 90% nella precisione dei passaggi, 57,8% di possesso di palla, un palo e una traversa.



La Juventus di ieri sera ha dominato in lungo e largo uno Zenit, come all'andata, fin troppo rinunciatario, ma ha fatto soprattutto vedere di essere in grado di giocare un calcio moderno. In Champions, i bianconeri non erano riusciti a segnare più di un gol, ieri ne hanno fatti quattro.

Una grande prova d'orgoglio, figlia sicuramente del momento difficile in Campionato e del ritiro voluto da società e allenatore, ma anche dimostrazione di quanto la Juventus non possa fare a meno di certi giocatori.

Uno di questi è proprio Paulo Dybala, ieri autentico trascinatore e leader in campo, accanto a lui Chiesa, ma anche Locatelli e De Ligt. La formazione schierata da Allegri è stata, per la prima volta, perfetta, non tanto nei giocatori in sé ma nell'interpretazione della partita.

Lo stesso Dybala, a fine gara, ha sottolineato quanto fosse stato importante essere riusciti a rimanere alti e non difendere troppo bassi, un difetto messo in luce diverse volte nelle ultime settimane.

Quanto visto ieri dovrebbe far riflettere l'allenatore, perché questa Juventus, forse, non è stata costruita per giocare bassa e ripartire in contropiede, ma per dominare il gioco e divertirsi in campo. 


Ieri, soprattutto nel secondo tempo, si è rivista la gioia di giocare al calcio, di attaccare e di controllare la partita senza dare respiro all'avversario, caratteristiche lontane dalla filosofia di Allegri che, infatti, a fine partita si è lamentato per il secondo gol preso a tempo quasi scaduto.

La Juve è riuscita a giocare finalmente libera mentalmente, come se si fosse scrollata di dosso la paura e il timore di non seguire i severi dettami dell'allenatore.

Adesso non resta che aspettare un'ulteriore conferma e già sabato, contro la Fiorentina, potrebbe essere un banco di prova importante, perché non erano brocchi prima e non sono diventati fenomeni adesso.

Nel frattempo, godiamoci la gioia di una qualificazione agli ottavi di finale di Champions arrivata presto e in modo esaltante e un magico Dybala che ieri ha superato anche Michel Platini come cannoniere juventino.


(Marcello Gagliani Caputo)


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