E siamo solo alla seconda giornata

Mentre il calcio si evolve alla velocità della luce e nuovi player si affacciano nel settore, l'Italia continua a macerare nel proprio cortiletto fatto di accuse, sospetti e recriminazioni (come un qualunque fantozziano ufficio). Perfino prima ancora di cominciare a giocare a calcio, Sarri e Mourinho si erano già lamentati (uno per il calendario e l'altro per gli arbitri), dunque, con questi presupposti, era abbastanza prevedibile che appena alla seconda giornata di Campionato tutto tornasse alla normalità e si ricominciasse con il solito malsano teatrino.



I fatti di Juventus-Bologna

È stato sufficiente il primo errore a favore della Juventus per far ripiombare la Serie A nel consueto gioco social e mediatico, in cui tifosetti da una parte e dell'altra se le danno (virtualmente) di santa ragione. Chi era in cerca di qualche ora di visibilità, si è affrettato a scrivere qualcosa riguardo i fatti di Juventus-Bologna, perfino chi di calcio non si è mai occupato. Ma, d'altronde, lo sappiamo, la Juve è come la fi*a, tira più di un carro di buoi.

Di fronte all'ennesimo, inaccettabile, vergognoso, scandaloso ecc. ecc. episodio a favore dei bianconeri, mezza Italia (forse anche di più) si è sollevata, perché "è sempre così, sono sempre loro". E tutti contenti, a darsi di gomito e a sogghignare di fronte alla valanga di "mi piace" arrivati da eserciti di frustrati a caccia di uno sfogo. Un tram tram che si ripete ormai da decenni e che non accenna a diminuire, perché il calcio italiano non riesce mai a guardare oltre il proprio orticello e, chi ci riesce, non vede altro che un nemico: la Juventus. 


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Quando fare l'antijuventino diventa un mestiere

Non importa se la propria squadra ha vinto uno scudetto o è a punteggio pieno, la priorità è accusare la Juve di rubare, perché se il calcio italiano è uno schifo, se non è più competitivo, se l'Italia ha fallito la qualificazione a due Mondiali consecutivi, se gli stadi sono vecchi e fatiscenti, la colpa è della Juve e della famiglia Agnelli, dei padroni che hanno depredato l'Italia e che, ancora oggi, comprano gli arbitri a suon di 500 e Panda. 

C'è chi di antijuventinismo ci campa da anni, perché la Juventus è proprio come la Fiat di un tempo: odiata, disprezzata, ma necessaria e ineluttabile per tutto il Paese e, ancora di più, per un calcio italiano ormai alla deriva e senza futuro. Neppure l'adozione del VAR è servita a stemperare i toni e le polemiche, perché la Juventus ruba anche così, perché gli arbitri sono tutti venduti e, chi non lo è, subisce la leggendaria sudditanza psicologica. 

Leggendo post, commenti, articoli, sembra che la Juventus sia padrona dell'Italia, della FIGC, perfino del Governo in carica. Anche quando non c'entra niente, viene tirata in ballo dal sindaco di Firenze Nardella che, per "attaccare" i parlamentare di Bruxelles, dice che "saranno tutti juventini". 


E ora cosa succederà?

Insomma, se ogni estate ci si prepara a un Campionato che tutti vorremmo diverso, alla fine finisce per ripetersi all'infinito lo stesso canovaccio. Da una parte accuse, veleni, insinuazioni e recriminazioni, dall'altra il silenzio assordante della società Juventus che, di fronte a una situazione che scolla sempre più i tifosi dalla squadra, non accenna una minima reazione. E dire che siamo soltanto alla seconda giornata, chissà cosa succederà quando i punti in classifica cominceranno a valere davvero. 


(Marcello Gagliani Caputo)


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