1 punto in 3 partite, -7 dall'Inter con una partita in meno e -1 dal Milan terzo: la missione di mister Allegri per il quarto posto procede spedita, in barba a chi fino a ieri sera lo ha acclamato allo stadio, paragonandolo a Marcello Lippi, l'ultimo allenatore della Champions. Uno spettacolo indegno per almeno metà della tifoseria bianconera ormai stufa della gestione scellerata ed egocentrica di Allegri che in tre anni ha trasformato la Juventus in una squadretta da quattro soldi.
La sconfitta interna con l'Udinese è la prima di questa stagione all'Allianz ed è davvero molto dura da digerire, sia perché segna il tramonto dei sogni scudetto, ormai impossibile sia perché ha evidenziato una squadra del tutto fuori controllo, priva di una guida fuori e dentro il campo, confusa e senza identità. Una situazione a cui dovremmo essere ormai abituati, visto l'andazzo da quando Allegri è tornato in panchina, ma che ogni volta fa sempre più male, almeno a chi tifa Juventus e non l'allenatore. Anche ieri sera abbiamo assistito a una partita che ha fatto male al calcio (e alle tasche di chi era allo stadio), una prestazione indegna da tutti i punti di vista: tecnici, tattici e di spettacolo.
A questo punto la misura è colma e le parole scriteriate di ieri sera di Giuntoli, il quale insiste ancora a dire che la Juventus vorrebbe andare avanti con Allegri non fanno altro che inasprire ancora di più l'ambiente. Chi (e purtroppo sono ancora tanti) non si è reso conto che il ritorno di Allegri sulla panchina bianconera è stato l'errore più grosso dopo Calciopoli, mente a se stesso e a tutti. Quanto accaduto nelle scorse stagioni e quanto sta accadendo in questa ha palesato tutti i limiti di un allenatore ormai in preda a un delirio d'onnipotenza, alimentato giorno dopo giorno da una schiera di leccapiedi che lo venerano per interessi personali.
A farne le spese, siamo noi tifosi, condannati a uno spettacolo indegno ogni settimana (perfino quando si vince), la Juventus, danneggiata nell'immagine e nel blasone e i migliori giocatori, considerati, a settimane alterne, bidoni e sopravvalutati. Con le sue scelte incomprensibili, ieri sera Allegri ha condannato la sua squadra a una sconfitta pesantissima, evidenziando uno stato confusionale che, d'altronde, lo ha contraddistinto da quando è tornato a Torino.
Una volta si diceva "a mali estremi estremi rimedi", dunque la soluzione ci sarebbe, ovvero esonerarlo, ma tutti sappiamo che non avverrà, sia per questioni contrattuali sia per questioni personali. Allegri gode di un seguito enorme, formato da tifosi, giornalisti, opinionisti e amici pronti a gettarsi sul fuoco per lui (vero Galeone? Vero Pjanic?). Il nostro destino è segnato, dovremo trascinarci fino al giugno nella speranza di vederlo andare via, magari dall'Italia e il più lontano possibile, così da poter tornare ad amare il calcio e la Juventus.
(Marcello Gagliani Caputo)
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