CHE MERCATO FARA' LA JUVENTUS?

 
Dopo esserci lasciati alle spalle la peggiore stagione degli ultimi dieci anni, siamo tutti in attesa di sapere quali saranno i movimenti della Juventus nel prossimo mercato estivo, essenziali per tornare ad alti livelli e provare a vincere in Italia e in Europa. 

L'esigenza e il bisogno di rinforzare una rosa che, in questi ultimi mesi, ha messo in mostra limiti preoccupanti, ci induce a sperare che gli interventi saranno molti e in ogni reparto, nonostante le preoccupazioni per un bilancio sempre sotto esame. 

La difesa è quella che ha maggiori necessità di rinforzi, visto l'addio di Chiellini e il deficitario contributo dato sulle fasce da giocatori quali De Sciglio e Alex Sandro. Anche al centro, bisogna trovare un erede dell'ex capitano e, fino a oggi, i nomi letti sono stati tanti: da Acerbi a Koulibaly fino a Milenkovic e Gabriel. 

Sperando nella permanenza di de Ligt, tenendo in considerazione la partenza di Rugani e con un Bonucci che non può più assicurare le presenze e l'apporto degli anni passati, trovare un difensore che possa dare l'adeguato apporto sia tecnico che carismatico è fondamentale.


Il centrocampo è un altro dei settori sotto la lente d'ingrandimento della dirigenza che, ormai a un passo dal colpo Pogba, deve assolutamente pensare sia a piazzare Arthur e, possibilmente, Rabiot sia a dare ad Allegri dei giocatori in grado di costruire e di rifornire gli attaccanti. 

Quest'ultimo aspetto, infatti, è stato uno dei maggiori punti dolenti della stagione e bisognerà trovare una soluzione. Oltre al ritorno del francese, continua a sentirsi il nome di Jorginho, avanza l'ipotesi Paredes e si coltiva il sogno Milinkovic-Savic, ma bisogna anche tenere in considerazione ciò che la dirigenza e l'allenatore vorranno fare con i giovani Miretti e Fagioli.

L'attacco, infine, si è praticamente spopolato, con l'addio di Dybala e Morata e il probabile riscatto e vendita di Kean. In questo momento, Allegri ha a disposizione soltanto Vlahovic e Chiesa (quest'ultimo ancora lontano dal rientrare) a cui dovrebbe aggiungersi Di Maria, anche lui dato, da settimane, a un passo dalla Juventus. Nelle ultime ore, si è fatto avanti il nome di Muriel, ma rimangono calde anche le piste che portano a Zaniolo e Raspadori.


Naturalmente, il destino di tutte queste presunte trattative dipenderà molto dalle richieste avanzate da Allegri che ha chiaro l'obiettivo di avere una rosa a sua immagine e somiglianza, ovvero ricca di esperienza e di giocatori già pronti per i grandi palcoscenici. Una girata di spalle al progetto giovani e di ricostruzione appena abbozzato con Pirlo e subito archiviato per richiamare il livornese in panchina.

Tuttavia, ciò che peserà di più sul prossimo mercato estivo dei bianconeri, sarà ciò che succederà nella dirigenza della Juventus, da anni, ormai, poco compatta e penalizzata da visioni e progettualità diverse se non incompatibili. Il malcontento di Nedved è solo la punta dell'iceberg di una società che sembra aver perso la strada maestra e si aggira, confusa, tra sentieri scoscesi e pieni di pericoli.


(Marcello Gagliani Caputo)


FINALMENTE È FINITA

 
Con la sconfitta nella trasferta di Firenze si è chiusa la peggiore stagione degli ultimi dieci anni della Juventus. Una partita che ha sintetizzato, in modo perfetto, l'andamento della stagione bianconera, fallimentare sotto molto aspetti. 

Ieri sera si è vista, per l'ennesima volta, una squadra spenta, senza voglia di giocare e di vincere, senza idee e senza una guida, in campo e fuori. Zero tiri in porta e dati che mettono in risalto la crisi profondissima della Juventus: un quarto posto conquistato con appena 70 punti (l'anno scorso ce n'erano voluti 78), 57 gol all'attivo contro i 77 della stagione con Pirlo e 8 sconfitte.

Numeri impietosi che non solo evidenziano i problemi nella rosa, ormai consumata e priva di ricambi all'altezza, ma l'incapacità di Allegri di costruire qualcosa da zero. Eppure il suo ritorno, a sorpresa, nell'estate scorsa aveva suscitato nuovo entusiasmo, smorzato, tuttavia, pochi giorni dopo dall'addio di  Cristiano Ronaldo a pochi giorni dalla fine del calcio mercato.

Fin dalle prime settimane di Campionato, la Juventus ha mostrato tutti quei limiti che, negli anni precedenti, lo stesso Ronaldo aveva coperto, ovvero un centrocampo mediocre, un attacco sterile e una difesa ormai troppo vecchia.

A questo non è riuscito a mettere una pezza nemmeno l'allenatore che, dopo due anni di inattività, si è dimostrato arrugginito e, soprattutto, incapace di andare oltre se stesso e il personaggio che lo ha portato, addirittura, in televisione. 

Ai tanti tifosi che si aspettavano un allenatore rigenerato dal periodo di riposo e pronto a rilanciare la Juventus, si è rivelato una persona ancora più "estremista" nella sua miope visione del calcio.

Dopo il suo primo ciclo, caratterizzato dalla presenza di tanti campioni, Allegri ha provato a riproporre il suo gioco semplice e sparagnino con una squadra inadatta allo scopo. Sono venuti, così, a galla, anche i suoi limiti, dovuti soprattutti a una concezione del calcio preistorica e ormai fuori dall'attualità.


Il risultato è stato impietoso, perché la Juventus non è mai stata in corsa per lo scudetto, ha perso Supercoppa Italiana e Coppa Italia ed è uscita, per il terzo anno consecutivo, agli ottavi di finale di Champions League, peraltro contro un avversario abbondantemente alla sua portata.

Al termine della corsa, ci è rimasto soltanto un quarto posto conquistato con qualche giornata di anticipo e anche grazie agli importanti investimenti di gennaio, in primis gli oltre 70 milioni per Dusan Vlahovic. Eppure, questo "traguardo" è stato celebrato come fosse stata un'impresa dai fanatici di Allegri e della sua filosofia del "corto muso".

Il ciclo è finito ed è finito nel peggiore dei modi, ovvero con una squadra allo sbando, giocatori al termine della carriera e senza uno straccio di prospettiva per il futuro. Ciò che, infatti, pesa come un macigno non sono i trofei persi o la stagione da "zero titoli", quanto l'incapacità di fare progressi e di veder crescere i calciatori.

Sotto la gestione di Allegri, nessuno è cresciuto, né i giovani né i meno giovani, anzi hanno dato, tutti, il peggio di sé, seppur in fasi diverse. A questa pesantissima mancanza, si sono aggiunti tanti infortuni che hanno colpito alcuni giocatori molto importanti, come Federico Chiesa e Paulo Dybala, ma nessuno di questi si è davvero rivelato decisivo nell'andamento della stagione.


La delusione e l'amarezza che hanno espresso molti tifosi, tra cui il sottoscritto, deriva proprio da questa sensazione di abbandono che abbiamo percepito nei confronti della squadra e della tifoseria, anche e soprattutto da parte della società.

Basti pensare alla pessima gestione dell'addio di Dybala per rendersi conto che la Juventus quest'anno ha vissuto un'annata di confusione totale. Nessun leader in campo, un allenatore arroccato nelle sue idee e incapace di dare un'identità alla squadra, una società lontana e perennemente distratta da altri impegni (vedi Superlega), un po' come un genitore che non ha tempo di occuparsi dei figli. 

Gettarsi alle spalle questa disgraziata stagione era l'obiettivo di molti tifosi juventini, già fin da ora proiettati nel mercato estivo e stuzzicati dal possibile ritorno di Paul Pogba e dal colpo Angel Di Maria. 

Eppure, quella sensazione di fastidio che ci costringe a rimanere guardinghi e prudenti non sembra voler andare via, perché non potranno essere certo due giocatori a poter risolvere i profondissimi problemi di una Juventus allo sbando. Ci vorrebbero almeno 7-8 innesti e altrettante cessioni, impossibili da porre in essere in una sola sessione di mercato. 

C'è, prima di tutto, da capire quale sia il progetto della società e, soprattutto, se ce ne sia davvero uno. Tornare a vincere subito in Italia? Competere in Europa? Far crescere i tanti giovani del vivaio? Il dubbio è che l'ossessione di vincere abbia fatto perdere la bussola alla dirigenza juventina (e a tanti tifosi), già dall'acquisto di Cristiano Ronaldo, dall'addio di Marotta e dai dissidi tra Agnelli e Antonio Conte, vero e unico artefice del magico ciclo dei nove scudetti consecutivi.

Una società gestita come azienda, ma poi condizionata dai rapporti d'amicizia tra il Presidente Agnelli e Massimiliano Allegri, in cui John Elkann ha imposto la figura di Maurizio Arrivabene, il "controllore" dei conti. Questa è solo una parte delle cose che noi tifosi vorremmo sapere, perché va bene il tifo cieco e fedele oltre ogni cosa, ma, come direbbe Totò... 'cca nisciuno è fesso!


(Marcello Gagliani Caputo)


JUVENTUS-INTER 2-4: COMMENTO E PAGELLE

 
Dopo essersi sfidate in Supercoppa Italiana, Juventus e Inter si sono ritrovate nella finale di Coppa Italia, allo stadio Olimpico di Roma.

Fin dal fischio d'inizio i ritmi sono stati alti, con l'Inter migliore nell'atteggiamento aggressivo e deciso e una Juventus troppo timorosa, tanto da essere andata sotto dopo appena sette minuti.

Lo svantaggio ha dato una scossa ai bianconeri che, seppur lentamente, hanno alzato il baricentro e sono andati vicini al pareggio in tre occasioni, con Dybala e Vlahovic.

Il primo tempo è stato abbastanza divertente, con le due squadre che si sono battute a viso aperto e in cui è stata la cattiveria dei singoli ad aver fatto la differenza a favore dei nerazzurri. 

I giocatori di Inzaghi, infatti, sono stati più decisi nei contrasti, più aggressivi in ogni parte del campo, al contrario degli undici di Allegri che, invece, hanno peccato in vigoria fisica.

Male Cuadrado e Alex Sandro, bene Chiellini, Bernardeschi e Rabiot, mentre Dybala e Vlahovic si sono visti a intermittenza, anche a causa del solito atteggiamento passivo della squadra e dei compiti di copertura dell'argentino, a uomo su Brozovic. 


I ruoli si sono invertiti a inizio secondo tempo, con la Juventus che è entrata in campo molto più decisa e arrabbiata e ha prima trovato il pareggio dopo appena cinque minuti con un tocco di Morata, su tiro di Alex Sandro e poi ha effettuato il sorpasso con Vlahovic dopo una ripartenza spettacolare. 

Una volta in vantaggio, i bianconeri sono tornati ad abbassarsi e Allegri ha, addirittura, inserito Bonucci al posto di Bernardeschi, nel tentativo di ergere il solito muro difensivo. Tuttavia, come già capitato in Campionato, il risultato è stato il 2-2 dell'Inter, sull'ennesimo rigore dubbio della stagione assegnato ai nerazzurri.

Senza più la ferocia dei primi minuti della seconda frazione di gioco, la Juventus si è persa e ha lasciato la partita in mano all'Inter, preoccupandosi soltanto di trascinare il match ai tempi supplementari

Una volta tornata in partita, l'Inter ha ripreso coraggio ed energie e ha ricominciato a pressare e ad aggredire a tutto campo. Dal suo canto, la Juventus si è fatta piccola piccola e non è riuscita a evitare l'inevitabile, ovvero il 3-2 per i nerazzurri, ancora una volta su calcio di rigore, stavolta più netto rispetto al precedente.

Una sconfitta incredibile, figlia soprattutto dei soliti errori di Allegri, pavido e vigliacco nell'affrontare anche una finale importante come quella di stasera. Ancora una volta, nel momento più importante, ha dato un segnale negativo alla squadra, costringendola a chiudersi in difesa, anziché provare il colpo del K.O.

Una stagione fallimentare che si chiude nel modo peggiore, ma forse previsto. Un Campionato mai giocato, una Champions mollata, ancora una volta, agli ottavi di finale, giocatori dispersi e umiliati.

Lo strazio si avvia, per fortuna, alla conclusione, ma il peggio, temo, debba ancora arrivare, perché non c'è più cieco di chi non vuol vedere.



PAGELLE:

Perin 6.5: Ce la mette tutta per tenere a falla la squadra, ma sui rigori non può davvero nulla, calciati in modo imparabile.

Danilo 6: Fin quando non è costretto a uscire per infortunio, gioca la solita partita ordinata e disciplinata, anche se non sempre con la consueta grinta. Dal 41' Morata 6.5: Il suo ingresso cambia la partita, almeno finché Allegri non interviene a gamba tesa scombinando le carte. 

De Ligt 5.5: Rovina una buona partita con il fallo che porta al secondo rigore per l'Inter, davvero ingenuo ed evitabile. 

Chiellini 7: Uno dei migliori in campo, mette anima e corpo in questa sua (ultima?) finale e viene fermato soltanto dai crampi. Dall'83' Arthur 5: Non incide, non fa la differenza, non dà valore al centrocampo.

Alex Sandro 5.5: Assente ingiustificato (come ormai consuetudine) per tutta la partita, tranne nel tiro che porta al gol del pareggio di Morata. Dal 90' Pellegrini 6: Coraggioso e propositivo come sempre, cerca di dare una spinta in più, ma ormai è troppo tardi. 

Bernardeschi 7: Fin dall'inizio si mostra uno dei migliori, riuscendo in diverse giocate e muovendosi bene in campo. Dal 66' Bonucci 5: Entra per respingere l'assalto a Fort Apache, invece sbaglia parecchio ed è coinvolto nel presunto fallo del primo rigore per l'Inter.

Zakaria 6: Corre tanto, ma il suo muro a centrocampo non regge sempre, anche perché si trova spesso in inferiorità rispetto agli avversari. Dal 66' Locatelli 6: Rientra dopo il lungo infortunio e accumula minuti per il futuro. 

Rabiot 7: Ancora una volta, è uno dei migliori, l'unico che ci mette forza e fisicità. 

Cuadrado 5.5: Manca la sua personalità e la sua freschezza, non salta mai l'uomo e non è incisivo in avanti. 

Dybala 6.5: Seppur a intermittenza, questa Juventus non può fare a meno del suo talento e della sua imprevedibilità, penalizzato anche dai compiti di copertura su Brozovic. Dal 99' Kean SV

Vlahovic 6.5: Si batte come un leone, segna, va vicino al gol, ma i palloni, come sempre, gli arrivano col contagocce. 

Allegri 0: È riuscito a rovinare anche questa. Sul 2-1, l'Inter era fuori gioco e la Juventus aveva il controllo del match, ma lui ha voluto passare alla difesa a tre, sperando nel solito fortino, ma il risultato è stato un disastro.  


(Marcello Gagliani Caputo)


JUVENTUS-INTER: ARBITRO E PROBABILI FORMAZIONI

 
Mancano 48 ore alla finale di Coppa Italia tra Juventus e Inter e la tensione sta salendo gradualmente da ambedue le parti. 

Di fronte ai bianconeri che hanno ormai archiviato il Campionato, conquistando matematicamente il quarto posto, c'è un'Inter ancora in piena lotta scudetto con il Milan.

Questo fattore potrebbe sicuramente pesare sulla prestazione delle due squadre che, dopo la finale di Supercoppa Italiana, si ritrovano a giocarsi un altro trofeo. Per la Juventus sarebbe, appunto, la rivincita, mentre per l'Inter un altro tassello da aggiungere alle ultime due stagioni ricche di vittorie.

Riguardo le formazioni, non dovrebbero esserci grandi sorprese, anche se Allegri dovrebbe recuperare Locatelli, portandolo, con tutta probabilità, in panchina. Sponda nerazzurra, ancora in dubbio Bastoni, ma Inzaghi dovrebbe recuperarlo in tempo, anche solo per la panchina.


Per la squadra di Allegri, in porta ci sarà il titolare di coppa Perin, mentre in difesa rientrerà Danilo a destra e verrà confermato Alex Sandro a sinistra, anche perché è di stamattina la notizia del recupero di Pellegrini. Al centro, sicuramente ci sarà de Ligt e uno tra Bonucci e Chiellini, con quest'ultimo avvantaggiato.

A centrocampo, dovrebbero agire Arthur, Zakaria e Rabiot, mentre in avanti largo a Cuadrado che dovrebbe giocare al posto di Dybala e a supporto di Morata e Vlahovic, quest'ultimo a caccia di un gol che possa esorcizzare il difficile momento.


Di seguito i probabili schieramenti delle due formazioni:

JUVENTUS: Perin, Danilo, De Ligt; Chiellini, Alex Sandro, Zakaria; Arthur, Rabiot, Cuadrado; Vlahovic, Morata - All. Allegri 

INTER: Handanovic; Skriniar, De Vrij, Dimarco; Dumfries, Barella, Brozovic, Calhanoglu, Perisic; Lautaro, Dzeko - All. S. Inzaghi

Ad arbitrare la partita ci sarà Paolo Valeri, coadiuvato da Giallatini e Preti, mentre al VAR ci sarà Di Paolo

La finale dell'Olimpico di Roma sarà la terza tra Juventus e Inter e ambedue i precedenti sono a favore dei bianconeri (4-1 nel 1959 e 1-0 nel 1965). Nel complesso, le due squadre si sono incontrate in Coppa Italia per 33 volte e il bilancio parla di 15 vittorie della Juventus, 10 dell'Inter e 8 pareggi. 

Il match si giocherà mercoledì 11 maggio alle ore 21.00 e sarà trasmessa, in esclusiva, su Canale5


GENOA-JUVENTUS 2-1: COMMENTO E PAGELLE

 
Con il quarto posto in tasca e la testa alla finale di Coppa Italia, la Juventus è scesa in campo allo stadio Marassi di Genova contro il Genoa in lotta per la retrocessione.

Proprio in vista dell'impegno dell'11 maggio, Allegri ha operato diversi cambi nella formazione, lasciando a riposo diversi giocatori, tra i quali Danilo, De Ligt e Morata. 

Nel primo tempo, tutte e due le squadre hanno giocato con un discreto ritmo, ma le occasioni da gol si sono contate col contagocce e né Genoa né Juventus sono andate vicine al vantaggio.

Una partita bloccata, con le due squadre che non sono riuscite a prendere il controllo del gioco e che hanno pensato più a non subire piuttosto che a costruire azioni pericolose.

Tra i bianconeri, pessimi De Sciglio, Rugani e Arthur, tre giocatori che potrebbero tranquillamente partire per altri lidi, ma che rimangono a Torino grazie all'amore verso la mediocrità che nutre Massimiliano Allegri.

Vlahovic non ha tirato in porta, Dybala ha provato qualcosa ma ha sparato a salve, mentre Kean si è mosso bene, ma  è stato più impegnato a ripiegare e a dare manforte a De Sciglio sulla sinistra che ad attaccare.

Insomma, solita Juve che ama correre all'indietro e che costringe il suo centravanti ad abbassarsi a centrocampo per ricevere qualche pallone giocabile. Un solo tiro in porta in 45 minuti e da fuori area. 


Nel secondo tempo, pronti e via e colpo di biliardo di Dybala che dai 20 metri mette la palla all'angolino, imprendibile per Sirigu. Con il suo decimo gol in Campionato, l'argentino raggiunge quota 115 gol con la Juventus, al nono posto insieme a Roberto Baggio

Nonostante la reazione rabbiosa del Genoa, i bianconeri hanno controllato la partita agevolmente e sono andati vicinissimi al raddoppio in tre occasioni: prima Dybala è stato fermato dal palo e poi Kean e Vlahovic hanno impegnato seriamente Sirigu.

Proprio quando la partita sembrava in mano alla Juventus, Allegri ha voluto, ancora una volta, salire in cattedra e ha stravolto la formazione con dei cambi incompresibili. Gli equilibri sono saltati e la squadra è stata schiacciata dalla rabbia degli avversari che in pochi minuti hanno ribaltato il risultato. 

Ennesima sconfitta che pesa sulle spalle dell'allenatore bianconero, ancora una volta incapace di leggere la partita e di fare i cambi opportuni. Peccato di arroganza o di negligenza, inaccettabile da ogni punto di vista, di un allenatore innamorato della mediocrità.


PAGELLE:

Szczesny 6.5: Si è fatto trovare sempre molto pronto e concentrato di fronte ai diversi tiri da fuori area scagliati dai giocatori del Genoa, compie un miracolo, ma alla fine viene punito su rigore.

Cuadrado 5.5: Rientra dopo l'infortunio, giusto per mettere minuti sulle gambe in vista della finale di Coppa Italia. Sbaglia tanto, ma ha il merito di provarci sempre. Dal 60' Alex Sandro 4: Se il suo ingresso non fosse sul tabellino, nessuno se ne sarebbe accorto. 

Bonucci 6: Gli attaccanti genoani non gli creano eccessivi grattacapi, lui gestisce ogni situazione con ordine e tranquillità, dando una mano anche al centrocampo.

Rugani 5: Inizia in modo disordinato, commette diversi falli e sbaglia parecchio, poi sembra migliorare ma non è mai capace di offrire le garanzie necessarie. 

De Sciglio 4: Anche per lui inizio choc, ma, invece di migliorare, peggiora e causa prima il pareggio del Genoa e poi il calcio di rigore al 95' che regala al Genoa i tre punti. 

Arthur 5: Anche lui, come Cuadrado e De Sciglio, rientrava da un infortunio, ma non riesce a stare in partita, commettendo diversi errori e mostrando nervosismo in più di un'occasione. Dal 61' Zakaria 5: Entra male in campo, poco concentrato e molto disordinato.

Miretti 7: Altra prestazione convincente del giovane centrocampista, molto mobile, preciso e in grado di giocare sempre a un tocco e in verticale. Dal 73' Bernardeschi 4: Con lui la Juventus gioca in dieci. 

Rabiot 6.5: Anche stavolta il francese ha dimostrato di essere uno dei più in forma della squadra, correndo a tutto campo, recuperando diversi palloni e proponendosi con una certa regolarità in avanti. Nel finale, però, rischia di combinare il patatrack. 

Dybala 7: Prima del gol, sembra sparare a salve, poi si sblocca e regala giocate spettacolari, andando vicinissimo alla doppietta. Dal 79' Aké SV 

Vlahovic 6: Si batte come un leone, ma l'unica occasione da gol deve costruirsela da solo, con una caparbietà ammirevole. Dal 73' Morata SV

Kean 4: Fin dall'inizio, dimostra di essere in palla e si muove a tutto campo, creando diverse occasioni pericolose, soprattutto nel secondo tempo. Tuttavia, a tempo quasi scaduto sbaglia a porta vuota il gol della vittoria e condanna la Juventus alla sconfitta.

Allegri 2: Sullo 0-1 crede di aver archiviato la partita e stravolge la squadra, facendo saltare tutti gli equilibri e portando la sua squadra alla sconfitta. 


GENOA-JUVENTUS: ARBITRO E PROBABILI FORMAZIONI

 

Dopo aver conquistato la matematica qualificazione alla prossima Champions League, la Juventus è attesa dalla trasferta di Genova contro i rossoblu in piena corsa per non retrocedere.

Con il Napoli a un solo punto, i bianconeri non possono rinunciare a provare il sorpasso, anche se la testa sarà, probabilmente, già puntata verso la finale di Coppa Italia dell'11 maggio contro l'Inter.

Per l'occasione, Allegri potrebbe fare qualche cambio, così da preservare alcuni giocatori per il match dell'Olimpico. 

In porta, vista la titolarità di Perin in Coppa Italia, dovrebbe esserci Szczesny, mentre in difesa dovrebbe finalmente riposare Danilo, per fare spazio a Cuadrado, Bonucci, De Ligt e Alex Sandro.

A centrocampo, il mister dovrebbe confermare il trio Miretti-Zakaria-Rabiot, mentre in avanti, insieme a Vlahovic, ci sarà un doppio ballottaggio, tra Dybala e Bernardeschi e tra Morata e Kean.


Di seguito i probabili schieramenti delle due squadre:

GENOA: Sirigu, Frendrup, Ostigard; Bani, Vasquez, Sturaro; Badelj, Ekuban, Amiri; Portanova, Destro - All. Blessin

JUVENTUS: Szcesny, Cuadrado, Bonucci; de Ligt, Alex Sandro, Miretti, Zakaria, Rabiot, Bernardeschi; Kean, Vlahovic - All. Allegri


A dirigere l'incontro ci sarà Simone Sozza, coadiuvato da Ranghezzi e Vivenzi, mentre al VAR agirà Abisso.

Tra Genoa e Juventus sarà la sfida numero 140 e, fino a oggi, il bilancio è decisamente a favore dei bianconeri che hanno raccolto ben 85 vittorie contro le 26 dei rossoblu, i pareggi sono stati 28.

Il match si giocherà venerdì 6 maggio alle ore 21.00 e verrà trasmesso sia su SKY sia su DAZN.


JUVENTUS-VENEZIA 2-1: COMMENTO A PAGELLE

 
"Prendiamoci i tre punti e non pensiamo al resto" sta diventando una frase ricorrente quanto ormai insopportabile in questa stagione della Juventus. 

Anche oggi, contro il Venezia, ultimo in classifica, i bianconeri sono riusciti nell'impresa di tenere gli avversari in partita fino oltre il novantesimo e hanno rischiato di perdere.

Un leit motiv che se molti fanno finta di non vedere, andando avanti con un paio di fette di prosciutto sugli occhi, non è passato innosservato a molti, causando una profonda spaccatura all'interno della tifoseria juventina.

Contro il Venezia, si è vista una squadra vogliosa e pimpante per i primi quindici minuti poi, raggiunto il vantaggio, gli undici giocatori si sono seduti a sorseggiare una tazza di té o una limonata fresca, visto il periodo.

I lagunari hanno perso il controllo della partita e sono andati diverse volte vicini al gol, fino a quando, meritatamente, hanno raggiunto il pareggio. C'è voluto l'orgoglio di Bonucci, capitano desideroso di festeggiare il 35mo compleanno, per togliere le castagne dal fuoco e salvare la faccia.


Sì, perché se oggi c'è una cosa da salvare, non è nemmeno il risultato, ma, appunto, la faccia. La Juventus è riuscita per l'ennesima volta a far fare un figurone a una squadra derelitta e ormai con un piede e mezzo in Serie B.

Eppure, per molti va bene così, i tifosi dovrebbero prendersi la vittoria e non rompere le scatole. Questo va bene per alcuni di essi, ovvero coloro che guardano ogni partita spegnendo il cervello, con la bolla che gli esce dal naso e, magari, la bocca aperta e lo sguardo ebete. 

Noi tifosi pensanti siamo di altra pasta, altra razza si potrebbbe dire. A noi non interessa solo il risultato, interessano anche i calciatori e la loro prestazione. Andiamo in bestia a vedere Vlahovic ridotto come il peggiore centravanti della Serie A. Ci fa rodere vedere giocare Morata terzino e ci fa incazzare Allegri quando toglie un attaccante per inserire un difensore.

Insomma, lo strazio di una stagione deludente, la peggiore degli ultimi undici anni, si trascina inevitabile, tra le speranze di veder migliorare le cose e la rassegnazione di sapere che così, purtroppo, non sarà.




PAGELLE:

Szczesny 6.5: Altra ottima partita del polacco, decisivo in un paio di occasioni e sicuro sia tra i pali sia in uscita.

Danilo 6.5: Gioca a mezzo servizio, costretto dagli infortuni, ma dà sempre il massimo. Oggi non poteva molto di più, viste le sue condizioni.

Bonucci 8: Non fosse stato per lui, questa partita sarebbe finita con un altro risultato. Il suo orgoglio ha impedito alla Juventus di collezionare l'ennesima figuraccia.

De Ligt 6.5: Gli attaccanti avversari gli procurano qualche preoccupazione, ma lui riesce sempre, in un modo o nell'altro, a fermarli. Si rende pericoloso diverse volte sui calci d'angolo, tanto che è suo l'assist per il primo gol di Bonucci.

Pellegrini 6.5: Parte benissimo e colpisce una traversa con un gran tiro, ma ogni tanto si assenta e commette qualche ingenuità. Dal 58' Alex Sandro 5: Entra giusto per farsi ammonire e passare qualche palla all'indietro.

Miretti 7: Finalmente alla prima da titolare, fa vedere di che stoffa è fatto. Buona personalità, grande visione di gioco, poca esperienza. Prospetto interessantissimo, speriamo che non finisca in Serie B. Dal 79' Arthur SV

Rabiot 7: In questo periodo è uno dei migliori, fisicamente straripante, sia in copertura che in ripartenza. Si meriterebbe un gol prima del termine della stagione.

Zakaria 6.5: Ormai il centrocampo della Juve non può più fare a meno di lui, sempre presente e pronto ad aggredire e a rilanciare l'azione. 

Bernardeschi 5: Da lui cominciano le note stonate. Avulso dalla manovra, sbaglia e si intestardisce in giocate inutili e pericolose. Ormai si attende soltanto l'ufficialità del suo addio a zero alla Juventus. Dal 58' Dybala 5: Passeggia per il campo, tenendo palla e cercando qualche guizzo, ma ormai la sua storia con la Juve è finita.

Morata 5: Oggi nemmeno la sua solita generosità può bilanciare una partita pessima, sempre lontanissimo dalla porta e poco preciso in molte giocate. Dal 69' Kean 6: Entra per provare a dare manforte all'attacco, ma dopo il nuovo vantaggio, non ha nemmeno l'occasione di tirare in porta.

Vlahovic 5: Sembra il cugino scarso dell'attaccante ammirato a Firenze, ma, d'altronde, non avendo una squadre che gioca per lui, ma specula sugli avversari, poco può fare. Esce con la faccia di colui che si è già, giustamente, rotto le scatole. Dal 79' Chiellini SV

Allegri 4: Ormai definirlo un parassita è un complimento, gioca soltanto speculando sugli avversari, senza mai imporre il proprio gioco e sperando nell'episodio favorevole. Quando la vede brutta e se la sta facendo nelle mutande, cambia Vlahovic per Chiellini. Preistorico, come sempre.


(Marcello Gagliani Caputo)